
di Enrico Campana
SIENA. Si apre il campionato n.89, quello della “guerra fredda” fra Siena e Milano, forse un ritorno a Varese-Milano senza però due squadre come Ignis e Simmenthal. Altri tempi, altre squadre, altre logiche. Il prossimo sarà il 90°, quello della paura per la cabala, ma di suo questo 89 reca già qualcosa di inquietante, offrendo nella sua immediata vigilia un paio premesse ben poco beneauguranti sull’attrattiva che questo sport dovrebbe suscitare sui giovani. Premesse da ricondurre a una gestione del movimento insufficiente alla bisogna, e da circa un decennio, che alla fine ha scelto il suo giocatore-simbolo solo per mettergli il cerino fra le mani. O peggio, come paventai a suo tempo, per riservargli la sorte amara di Gulliver, legato dai lillipuziani di turno, che alle spalle di Meneghin pensano solo al loro tornaconto.
Entriamo nel dettaglio. Si deve dunque incassare, fra lo sconcerto anche per i tempi e i modi dell’annuncio, un vero e proprio contro-battage, uno sfregio a poche ore dal “gran momento” del ritorno in campo, la precipitosa ritirata per l’organizzazione dell’Europeo 2013.
A parte questa nuova “mezza Caporetto” organizzativa, stavolta più economica rispetto a quella del mondiale perduto nel testa a testa con la Spagna (operazione finanziata da Lottomatica e da Fondazione Monte dei Paschi), ma non meno grave come ricadute future sulla macchina dell’immagine e del marketing, risorse che avrebbero dovuto integrare i contributi del CONI in tempi di crisi, registriamo il punto più alto dello sfacciato andazzo arbitrale. Per cui si va in campo per la prima giornata ancora con un commissario (Vittorio Smiroldo), anche se il sindacato degli arbitri (Aiap), allargato ai maggiorenti che decidono le designazioni (pagati dalla Lega), ha già “investito” una settimana fa a Siena, in occasione della Supercoppa, nel “patto del picio” (lo spaghetto senese tirato a mano), che certo non passerà alla storia, il nuovo presidente. Il prescelto è il buon Tiziano Zancanella, che avrà meno tempo per gestire gli affari della sua pompa di benzina in Veneto e avrà modo di tornare spesso e volentieri a Siena, dove si è sposato, e apprezzare come altri tangibilmente la famosa iscrizione latina che accoglie che varca Porta Camollina, “Cor magis tibi Saena pandit”.
Punto primo. Sulla spinta dell’euforia per l’ammissione a tavolino all’Europeo 2011, a metà settembre, dopo il congresso della FIBA in Turchia, l'Italia faceva capire di avere già in tasca l’Europeo del 2013. Per una volta ho però tenuto a bada il mio inguaribile ottimismo, esprimendo riserve che si sono rivelate decisive, sia sulla possibilità di battere una candidatura Slovena o Croata (specie nell’ipotesi di un’alleanza per disputare le gare nei due paesi) e i tempi ristretti per trovare i finanziamenti, le garanzie per gli impianti, in quanto l’ufficializzazione doveva essere formalizzate entro la fine dell’anno.
Il basket è il campo dei paradossi, paga uno stipendio di 350 mila euro al presidente di Lega invisibile che, senza esperienze nel mondo dell’industria e dell’economia (e di due soli anni di A-1!), guadagna l’80 per cento in più del presidente di Lega Calcio – che viene da esperienze di Confindustria! – ma non riesce a trovare le risorse per organizzare un europeo, e dopo oltre 20 anni dall’ultima organizzazione (finanziata dal Messaggero di Gardini e Sama in quel di Roma). Incapace di raccogliere garanzie e fidejussioni, ritira la candidatura e scioglie il Comitato Promotore. E forse tutto sommato è meglio una ritirata onesta che un bluff, perché Palazzo Chigi ha fatto orecchie da mercante e – mentre il basket sventolava bandiera bianca – nelle stesse ore il Governo Berlusconi creava un fondo “eventi internazionali” ad hoc per i mondiali 2013 di ciclismo, mandando in Toscana 2 milioni di euro, giusto una forma di impegnativa ufficiale. L’evento iridato delle due ruote costerà ben 30 milioni, che dovranno essere trovati da un pool toscano delle città sedi dell’evento fra le gare su strada e su pista, Firenze, Montecatini, Lucca e Pistoia. Il ciclismo, in tempi in cui bisogna fare delle scelte drastiche, ha avuto la priorità, e certamente un ruolo decisivo lo giocherà anche la Rai che invece col basket da sempre non rosica e non risica.
Punto secondo. Sappiamo che l’Aiap è riuscita a sfiduciare il presidente che aveva eletto, Luciano Tola. Il quale ha avuto solo il torto di sospendere un paio di arbitri pizzicati, assieme al designatore Colucci, nelle intercettazioni della Procura di Reggio Calabria, mentre raccomandavano dei colleghi. Fatto gravissimo, perché se dei capi tirano la voltata a degli arbitri, ne consegue che ci sono figli e figliastri, padrinati e via dicendo. Questi “signori della raccomandazione” non solo non sono stati puniti dalla Federbasket per “violazione del principio di lealtà”, un principio fondante, ma sono passati al contrattacco. La Federazione li ha lasciati fare.
Il capitolo, per norma, andava chiuso entro un mese dalla “rimozione” di Tola, invece con la scusa degli impegni internazionali di alcuni esponenti della “casta” dei grigi, il Commissario non è riuscito a chiudere la vicenda prima della partenza ufficiale della nuova stagione. E così ci hanno pensato direttamente loro, e si sono convocati a Siena per dirigere Mps-Virtus Bo e risolvere in privato la faccenda del presidente. I tre arbitri della gara – Sabetta, Paternicò, Pozzana (tutti nomi che compaiono nelle intercettazioni del pm reggino) – e rispettivi designatori (il Colucci indicato nell’inchiesta) e anche alcuni consiglieri “golpisti”. Uno di questi avrebbe dovuto fare il presidente, ma il gioco forse era troppo scoperto, e alla fine il machiavello per salvare le apparenze è stato trovato con l’investitura di un signore grande e grosso, una pasta d’uomo, come si dice, quel Tiziano Zancanella che fra l’87 e il 2003 ha diretto (dignitosamente) 442 gare. Sì, anche lui è stato convocato, ma a titolo di presidente degli arbitri veneti o in altre vesti? Comunque, ha dato la sua disponibilità..
E questo dovrebbe essere il “nuovo” CIA?, si chiede la gente. Una domanda che a Dino Meneghin è stata posta direttamente da Francesco Grotti, l’ex arbitro che ha fatto il manager con Elia Valori in Autostrade ed è un consulente per il Senato, nel corso dell’incontro avvenuto in Federazione. Grotti era stato indicato quale commissario degli arbitri, lui aveva risposto “no, grazie, semmai farò il commissario della Fip”, ufficializzando un’azione rivolta a fare trasparenza “riguardo a tutti i centri di costo centrali e periferici” della Federazione (significa – in pratica – voler controllare le pezze giustificative, e anche l’assegnazione di incarichi ed appalti). Il colloquio, voluto anche dal presidente del CONI, sembra sia stato molto franco e ha toccato anche lo spinoso problema degli arbitri, fino agli ultimi fatti non più tollerabili. Tre consiglieri di Tola hanno sfiduciato il capo e figurano fra i candidati alla presidenza, l’Associazione non è più tale ma è un sindacato e ha partecipato alla compilazione delle liste di valutazione e altre situazioni che vanno oltre il vizio formale.
A proposito di formalità, entro il 31 ottobre Vittorio Smiroldo dovrà organizzare le elezioni del CIA. Ufficialmente i candidati sono Renato Baldi (ex consigliere Cia), in rappresentanza degli arbitri professionisti, Francesco Di Girolamo (presidente Abruzzo), Pierantonio Gaia (in passato già candidato alla presidenza), Giancarlo Galimberti (ex consigliere CIA, rappresentante Comitati regionali), Umberto Porcari (ex consigliere CIA nomina Fip), Tiziano Zancanella (presidente regionale CIA Veneto) e Silvio Zucchelli (ex consigliere CIA). Ma il “patto del picio” ha già detto che sarà Zancanella, Meneghin è stato avvisato, e come la prenderà?
In merito alla richiesta di un parere sull’arbitraggio di Siena-Virtus da parte di un lettore, il quale mi chiede come mai con 36 rimbalzi per parte, la Mps abbia tirato il doppio dei tiri liberi (27 contro 13), rispondo che Siena quest’anno ha più percussori, che in tv le proiezioni sono falsate, e che alla partita non c’ero e… se c’ero dormivo…
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SIENA. Si apre il campionato n.89, quello della “guerra fredda” fra Siena e Milano, forse un ritorno a Varese-Milano senza però due squadre come Ignis e Simmenthal. Altri tempi, altre squadre, altre logiche. Il prossimo sarà il 90°, quello della paura per la cabala, ma di suo questo 89 reca già qualcosa di inquietante, offrendo nella sua immediata vigilia un paio premesse ben poco beneauguranti sull’attrattiva che questo sport dovrebbe suscitare sui giovani. Premesse da ricondurre a una gestione del movimento insufficiente alla bisogna, e da circa un decennio, che alla fine ha scelto il suo giocatore-simbolo solo per mettergli il cerino fra le mani. O peggio, come paventai a suo tempo, per riservargli la sorte amara di Gulliver, legato dai lillipuziani di turno, che alle spalle di Meneghin pensano solo al loro tornaconto.
Entriamo nel dettaglio. Si deve dunque incassare, fra lo sconcerto anche per i tempi e i modi dell’annuncio, un vero e proprio contro-battage, uno sfregio a poche ore dal “gran momento” del ritorno in campo, la precipitosa ritirata per l’organizzazione dell’Europeo 2013.
A parte questa nuova “mezza Caporetto” organizzativa, stavolta più economica rispetto a quella del mondiale perduto nel testa a testa con la Spagna (operazione finanziata da Lottomatica e da Fondazione Monte dei Paschi), ma non meno grave come ricadute future sulla macchina dell’immagine e del marketing, risorse che avrebbero dovuto integrare i contributi del CONI in tempi di crisi, registriamo il punto più alto dello sfacciato andazzo arbitrale. Per cui si va in campo per la prima giornata ancora con un commissario (Vittorio Smiroldo), anche se il sindacato degli arbitri (Aiap), allargato ai maggiorenti che decidono le designazioni (pagati dalla Lega), ha già “investito” una settimana fa a Siena, in occasione della Supercoppa, nel “patto del picio” (lo spaghetto senese tirato a mano), che certo non passerà alla storia, il nuovo presidente. Il prescelto è il buon Tiziano Zancanella, che avrà meno tempo per gestire gli affari della sua pompa di benzina in Veneto e avrà modo di tornare spesso e volentieri a Siena, dove si è sposato, e apprezzare come altri tangibilmente la famosa iscrizione latina che accoglie che varca Porta Camollina, “Cor magis tibi Saena pandit”.
Punto primo. Sulla spinta dell’euforia per l’ammissione a tavolino all’Europeo 2011, a metà settembre, dopo il congresso della FIBA in Turchia, l'Italia faceva capire di avere già in tasca l’Europeo del 2013. Per una volta ho però tenuto a bada il mio inguaribile ottimismo, esprimendo riserve che si sono rivelate decisive, sia sulla possibilità di battere una candidatura Slovena o Croata (specie nell’ipotesi di un’alleanza per disputare le gare nei due paesi) e i tempi ristretti per trovare i finanziamenti, le garanzie per gli impianti, in quanto l’ufficializzazione doveva essere formalizzate entro la fine dell’anno.
Il basket è il campo dei paradossi, paga uno stipendio di 350 mila euro al presidente di Lega invisibile che, senza esperienze nel mondo dell’industria e dell’economia (e di due soli anni di A-1!), guadagna l’80 per cento in più del presidente di Lega Calcio – che viene da esperienze di Confindustria! – ma non riesce a trovare le risorse per organizzare un europeo, e dopo oltre 20 anni dall’ultima organizzazione (finanziata dal Messaggero di Gardini e Sama in quel di Roma). Incapace di raccogliere garanzie e fidejussioni, ritira la candidatura e scioglie il Comitato Promotore. E forse tutto sommato è meglio una ritirata onesta che un bluff, perché Palazzo Chigi ha fatto orecchie da mercante e – mentre il basket sventolava bandiera bianca – nelle stesse ore il Governo Berlusconi creava un fondo “eventi internazionali” ad hoc per i mondiali 2013 di ciclismo, mandando in Toscana 2 milioni di euro, giusto una forma di impegnativa ufficiale. L’evento iridato delle due ruote costerà ben 30 milioni, che dovranno essere trovati da un pool toscano delle città sedi dell’evento fra le gare su strada e su pista, Firenze, Montecatini, Lucca e Pistoia. Il ciclismo, in tempi in cui bisogna fare delle scelte drastiche, ha avuto la priorità, e certamente un ruolo decisivo lo giocherà anche la Rai che invece col basket da sempre non rosica e non risica.
Punto secondo. Sappiamo che l’Aiap è riuscita a sfiduciare il presidente che aveva eletto, Luciano Tola. Il quale ha avuto solo il torto di sospendere un paio di arbitri pizzicati, assieme al designatore Colucci, nelle intercettazioni della Procura di Reggio Calabria, mentre raccomandavano dei colleghi. Fatto gravissimo, perché se dei capi tirano la voltata a degli arbitri, ne consegue che ci sono figli e figliastri, padrinati e via dicendo. Questi “signori della raccomandazione” non solo non sono stati puniti dalla Federbasket per “violazione del principio di lealtà”, un principio fondante, ma sono passati al contrattacco. La Federazione li ha lasciati fare.
Il capitolo, per norma, andava chiuso entro un mese dalla “rimozione” di Tola, invece con la scusa degli impegni internazionali di alcuni esponenti della “casta” dei grigi, il Commissario non è riuscito a chiudere la vicenda prima della partenza ufficiale della nuova stagione. E così ci hanno pensato direttamente loro, e si sono convocati a Siena per dirigere Mps-Virtus Bo e risolvere in privato la faccenda del presidente. I tre arbitri della gara – Sabetta, Paternicò, Pozzana (tutti nomi che compaiono nelle intercettazioni del pm reggino) – e rispettivi designatori (il Colucci indicato nell’inchiesta) e anche alcuni consiglieri “golpisti”. Uno di questi avrebbe dovuto fare il presidente, ma il gioco forse era troppo scoperto, e alla fine il machiavello per salvare le apparenze è stato trovato con l’investitura di un signore grande e grosso, una pasta d’uomo, come si dice, quel Tiziano Zancanella che fra l’87 e il 2003 ha diretto (dignitosamente) 442 gare. Sì, anche lui è stato convocato, ma a titolo di presidente degli arbitri veneti o in altre vesti? Comunque, ha dato la sua disponibilità..
E questo dovrebbe essere il “nuovo” CIA?, si chiede la gente. Una domanda che a Dino Meneghin è stata posta direttamente da Francesco Grotti, l’ex arbitro che ha fatto il manager con Elia Valori in Autostrade ed è un consulente per il Senato, nel corso dell’incontro avvenuto in Federazione. Grotti era stato indicato quale commissario degli arbitri, lui aveva risposto “no, grazie, semmai farò il commissario della Fip”, ufficializzando un’azione rivolta a fare trasparenza “riguardo a tutti i centri di costo centrali e periferici” della Federazione (significa – in pratica – voler controllare le pezze giustificative, e anche l’assegnazione di incarichi ed appalti). Il colloquio, voluto anche dal presidente del CONI, sembra sia stato molto franco e ha toccato anche lo spinoso problema degli arbitri, fino agli ultimi fatti non più tollerabili. Tre consiglieri di Tola hanno sfiduciato il capo e figurano fra i candidati alla presidenza, l’Associazione non è più tale ma è un sindacato e ha partecipato alla compilazione delle liste di valutazione e altre situazioni che vanno oltre il vizio formale.
A proposito di formalità, entro il 31 ottobre Vittorio Smiroldo dovrà organizzare le elezioni del CIA. Ufficialmente i candidati sono Renato Baldi (ex consigliere Cia), in rappresentanza degli arbitri professionisti, Francesco Di Girolamo (presidente Abruzzo), Pierantonio Gaia (in passato già candidato alla presidenza), Giancarlo Galimberti (ex consigliere CIA, rappresentante Comitati regionali), Umberto Porcari (ex consigliere CIA nomina Fip), Tiziano Zancanella (presidente regionale CIA Veneto) e Silvio Zucchelli (ex consigliere CIA). Ma il “patto del picio” ha già detto che sarà Zancanella, Meneghin è stato avvisato, e come la prenderà?
In merito alla richiesta di un parere sull’arbitraggio di Siena-Virtus da parte di un lettore, il quale mi chiede come mai con 36 rimbalzi per parte, la Mps abbia tirato il doppio dei tiri liberi (27 contro 13), rispondo che Siena quest’anno ha più percussori, che in tv le proiezioni sono falsate, e che alla partita non c’ero e… se c’ero dormivo…
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