In un articolo Marca.com afferma che la società è intervenuta nella vicenda
di Enrico Campana
SIENA. Nell’edizione on line di Marca.com (AFP 7/12 ore 13.10), la testata sportiva n.1 della Spagna, è stato dedicato in bella evidenza un articolo sulla vicenda di Omar Abdul Thomas che parla di 16 mesi di sospensione per il passaporto sloveno falso presentato a Fiumicino mentre tentava di entrare in Italia. Marca fornisce tuttavia una versione inedita su come il giocatore si sia procurato il passaporto, e scrive che Avellino lo avrebbe aiutato per abbreviare le pratiche necessarie.
Questo il commento in lingua spagnola: “En el verano de 2011, el Avelino agilizò los tramites para conseguir el pasaporte sloveno por su jugador. La velocidad a lo que le fue concedido levantò la liebre y fue un periodista esloveno quien tras un entrevista con Thomas puso en alerta a los autoridad sobre la vericidad del documento“. Questa è la traduzione letterale: “Nell’estate del 2011 Avellino si attivò per far avere il passaporto sloveno al suo giocatore. E la velocità con il quale venne concesso incuriosì un giornalista sloveno che dopo un’intervista con Thomas sollecitò l’attenzione delle autorità slovene sull’autenticità del documento”. Il Procuratore della FIP aveva chiesto una pena di 2 anni e mezzo, la Giudicante l’ha dimezzata (16 mesi per “mancanza di lealtà e correttezza”), probabilmente valutando quale attenuante le conclusioni della Procura di Civitavecchia, competente per il fermo e l’espulsione di Thomas al controllo documenti di Fiumicino, mentre esibiva un passaporto sloveno arrivando dagli Stati Uniti. L’americano è stato assolto dal Gip di Civitavecchia dall’ipotesi di ricettazione, fabbricazione e truffa.
Mentre il caso faceva la spola fra gli organi della Giustizia Sportiva della Fip in attesa della decisione della Giudicante, un lettore mi aveva inviato via ed mail una copia del “lawsuit” (atti processual) trovata su Internet, che ho segnalato al vice-presidente della Fip, dopo aver chiarito chi fosse l’informatore. Nessuno era al corrente dell’azione legale con la quale l’ex moglie di Thomas si rivolgere al Giudice Federale del Texas, accusando il giocatorelo della mancata corresponsione degli alimenti e delle cure della figlioletta, ammalata di leucemia. Thomas che ha dichiarato di essere molto attaccato alla piccola, ha ammesso davanti al Giudice di non poter assolvere i suoi obblighi, essendo senza lavoro e specificando che al momento riceve solo 1600 euro al mese dall’Italia. Senza specificare chi gli spedisce questa somma. Vero, inoltre, che nell’articolo del Corriere dello Sport del 2 novembre, nel quale non si fa menzione al “lawsuit” della Corte Federale del Texas, Thomas dichiara di non comprendere la sospensione e afferma rammaricato: “Ad Avellino non mi hanno pagato l’ultima tranche del contratto, perchè è venuta fuori questa storia del passaporto”. L’articolista specifica anche che l’ammontare della trattenuta è di 300mila dollari.
Alla luce di quanto sostiene Marca, oltre alla storia della causa legale in Texas, e la storia dei arretrati svelata dal Corriere dello Sport e mai smentiti, siamo in presenza di fatti nuovi e rilevanti, che suggeriscono la riapertura dell’indagine prima del ricorso alla Corte Federale, e soprattutto doverosa e giusta per conoscere anche la versione di Avellino, tirata in ballo non solo dal giocatore, e chiedere a Thomas conto della provenienza e il titolo dei 1600 euro mensili italiani. Qui non occorre una rogatoria, basta una telefonata al giocatore e all’ex club. Magari è anche oppportuno uno scambio di informazioni con la FIBA, che sembra abbia finalmente aperto gli occhi sul mercato dei “passaporti facili” in tutta Europa, allertando le competenti autorità. In questa storia esistono ancora molti lati da chiarire (ad esempio, il silenzio delle autorità slovene, come mi hanno detto alla Fip, l’ipotesi che il passaporto fosse stato rubato e contraffatto, l’identità degli agenti che gli hanno venduto il documento, la cifra pagata o meno e così via). Il caso sta diventando un giallo. La giustizia sportiva anche stavolta ha le mani legate, si tratta di avviare un’indagine al di fuori del nostro paese, sentire l’ambasciata slovena e quella degli Stati Uniti, mentre per la Procura di Civitavecchia (Gip Marco Mazzeo), il giudizio riguardava solamente il possibile reato di ricettazione e possesso e fabbricazione di passaporto falso, perchè i risvolti sportivi non li riguardano, anche se stanno emergendo particolari delicati e lesivi dsell’onorabilità. Certamente ne deriva un danno d’immagine per lo sport italiano dal momento in cui l’ importante giornale spagnolo spara la notizia con questo titolo: “El MVP de la Lega suspendido 16 meses por jugar con pasaporte falso”. Magari a leggere la parola “Lega” s’arrabbia pure Bossi e chiede i danni al basket e ai suoi club…
http://www.marca.com/2011/12/07/baloncesto/euroliga/1323259836.html
