di Enrico Campana
SIENA. Il campionato torna in campo dopo le festività natalizie domenica 3 gennaio col basket-Day su SkySport, maratona di 5 gare che comincia alle ore 12 con Benetton-Mps da Treviso, con una notizia brutta e una buona.
La buona, con gran sollievo generale, era già arrivata nei giorni scorsi, quando La Nazione ha trascritto l’opinione dello stesso autore dell’articolo-scoop in cui si riportavano alcuni passo delle intercettazioni che tiravano in ballo la Mens Sana. Una “chiamata” alla quale il club senese non aveva nemmeno pensato di smentire e replicare. “A far chiarezza, se mai ce ne fosse stato bisogno – ha chiosato il quotidiano toscano – ci ha pensato proprio Luca Chiabotti, autore dell'articolo sulla Gazzetta dello Sport che ha sollevato il polverone. «La precisazione è d'obbligo – ha spiegato ieri ( lo stesso Luca Chiabotti, alla Tv mensanina, nda) nella rubrica l'Opinione di Msb Tv -. Il coinvolgimento di Siena non c'è perché quelle intercettazioni riportano le opinioni di due persone che parlano di terzi. Ciò che di questa faccenda a noi non sta bene, non ha niente a che vedere con Siena ma con il mondo degli arbitri, questa volta anche di serie A e non solo di serie C».
Precedentemente a questa utile chiosa tecnica, per cui se terzi tirano in ballo chi fa invece il proprio dovere se ne assume la responsabilità,il presidente Meneghin in varie interviste aveva confermato l’estraneità del club campione d’Italia. Ma purtroppo, incautamente per quanto riguarda invece la chiusura delle indagini. Per chiarire meglio.; non c'è correlazione tra i due fatt.Perché, come anticipava Luca Chiabotti nel suo chiarimento alla Tv mensanina senza però fare nomi e indicare i fatti nuovi, “questa volta ci sono anche arbitri di Serie A”. E questa infatti è la notizia brutta. E purtroppo si torna a giocare con una coda di inchiesta che tocca livelli alti, con possibili filoni e ramificazioni, ma non riguardante i club. Si tratta di un “malaffare”, come lo si descrive, del sistema arbitrale che sembra un castello di carte.
La lettura natalizia approfondita degli atti della procura di Reggio Calabria “sdoganati” dall’ufficio legale della Federbasket ha riservato amare sorprese e l’immediato intervento del presidente del Comitato Italiano Arbitro. Il sanguigno Luciano Tola, di recente nomina, si è preoccupato di verificare le eventuali responsabilità (e il corrispettivo grado di gravità) dei propri tesserati. Oltre al bisogno di trasparenza, anche per doveroso garantismo. E tutelare i fischietti dagli schizzi di fango che rischiano di macchiare il viso di figure oneste, con rilevanti posizioni sociali in altri campi, oltre a tanta passione. E ovviamente i 5500 tesserati fra i quali molti giovani.
Secondo le intercettazioni, sarebbero infatti coinvolti 3 arbitri di A, 2 di Lega Due, un commissario di A, un commissario di Lega Due ed altri arbitri e commissari delle serie minori fra i quali addirittura un dipendente della federazione che opera nella A dilettanti. E inoltre due presidenti di Comitati regionali, uno dei nord e uno del sud, quindi anche la stessa struttura federale periferica negli ultimi tempi oggetto di ipotesi di riforma.
Lo scenario dei tre casi principali sarebbe quello di raccomandazioni, un malvezzo però un po’ spinto. Un arbitro avrebbe raccomandato un proprio collega di A1 del quale è molto amico per dirigere gare più importanti. Un altro voleva aiutare un famigliare a far carriera nei campionati minori. Il caso più grave che configura una possibile forma di tentativo di illecito, è il colloquio in cui si perora la causa per salvare una squadra ligure in una partita delicata del campionato dilettanti. Squadra che sulla carta partiva battuta, come si ascolterebbe nelle intercettazioni, e invece sorprendentemente risultò vincitrice.
Luciano Tola si sarebbe mosso tempestivamente,e il 31 dicembre avrebbe informato chi di dovere. Il quale sembra non fosse a conoscenza di questo “livello maggiore”!. Il Procuratore Federale disporrà per lunedì i provvedimenti del caso per riaprire il fascicolo che riguarda già 41 indagati per “abuso di ufficio e frode sportiva nei campionati di B e C per favorire alcuni arbitri”.
Da parte sua il presidente dell’Aiap (Enrico Sabetta, succeduto a Luciano Tola) ha indetto una riunione straordinaria per sabato 2 gennaio al PalaBarbuto di Napoli, come si legge sul sito dove l’ordine del giorno era “Inchiesta di Reggio Calabria, Comunicazioni del presidente, Varie ed eventuali). Ovvero quando il mettere una pezza è peggiore del buco…
Due dei tre fischietti “pizzicati” nell’indagine della procura reggina per il filone delle carriere arbitrali taroccate – per ora tutti fatti senza rilevanza penale, ma gravi per la Magna Charta sportiva che sancisce l’obbligo della correttezza e lealtà sportiva – scenderebbero addirittura in campo questa domenica in una partita molto delicata. Altro fatto di fondo: tutti e tre i fischietti avrebbero fatto carriera rapida negli ultimi 5 anni, uno avrebbe 200 presenze in A con un a media di quasi 30 gare all’anno, playoff e finali scudetto comprese. Possibile che incorra in simili leggerezze?
Lunedì la Procura federale annuncerà l’apertura dell’inchiesta-bis, e dovrebbe scattare una sospensione cautelativa di un mese per procedere agli interrogatori. La cosa fa rumore, ma era nell’aria da tempo. Troppe polemiche aspre sugli arbitraggi si sono lette ed ascoltate, soprattutto da parte di alcuni presidenti. Si vociferava di veti, anche di arbitri aventiniani (l’enigmatico semiritiro di Reatto, ufficialmente per stare vicino alla moglie). E Roma ritenendosi colpita avrebbe da parte sua presentato addirittura un esposto alla Procura di Reggio Calabria.
L’orlo del vaso (di Pandora?) era colmo, ma tutti – purtroppo sulla scia della crisi della Federbasket fatta di tempi lunghi e risolta (?) con Dino Meneghin, invece di chiedere una riforma strutturale, a protestare. Ma perché non hanno mai chiesto un’audizione al loro consulente-designatore-commissario, Rino Colucci, ben rimborsato (50 mila euro di cachet, e rimborsi spese) se pensiamo al co-designatore della Fip Felice Paronelli che gode solo di rimborsi spese. Se il Procuratore Alabiso risconterà fatti o comportamentali lesivi sull’operato dei tre arbitri in termini di condotta antisportiva, si prospetta una punizione esemplare . Ma contestualmente sarà utile, per evitare di allungare il brodo per altri 6 mesi, procedere al commissariamento della cabina di designazione. Pazienza se il lungo contratto di Colucci con la Lega scade a giugno, pazienza se la Fip dovrà mettersi di traverso stavolta coi club, perché non trovano assieme una soluzione? Ad esempio, tornando a quella introdotta anni fa dall’avvocato Porelli per spegnere le polemiche dei club di creare una terna, in questo caso una coppia tecnica più un magistrato dello sport per procedere ai sorteggi. Altrimenti lo stesso presidente degli arbitri, molto ascoltato, potrebbe svolgere il ruolo di commissario chiedendo la collaborazione di due saggi, e varando il sorteggio per fasce di merito.
SIENA. Il campionato torna in campo dopo le festività natalizie domenica 3 gennaio col basket-Day su SkySport, maratona di 5 gare che comincia alle ore 12 con Benetton-Mps da Treviso, con una notizia brutta e una buona.
La buona, con gran sollievo generale, era già arrivata nei giorni scorsi, quando La Nazione ha trascritto l’opinione dello stesso autore dell’articolo-scoop in cui si riportavano alcuni passo delle intercettazioni che tiravano in ballo la Mens Sana. Una “chiamata” alla quale il club senese non aveva nemmeno pensato di smentire e replicare. “A far chiarezza, se mai ce ne fosse stato bisogno – ha chiosato il quotidiano toscano – ci ha pensato proprio Luca Chiabotti, autore dell'articolo sulla Gazzetta dello Sport che ha sollevato il polverone. «La precisazione è d'obbligo – ha spiegato ieri ( lo stesso Luca Chiabotti, alla Tv mensanina, nda) nella rubrica l'Opinione di Msb Tv -. Il coinvolgimento di Siena non c'è perché quelle intercettazioni riportano le opinioni di due persone che parlano di terzi. Ciò che di questa faccenda a noi non sta bene, non ha niente a che vedere con Siena ma con il mondo degli arbitri, questa volta anche di serie A e non solo di serie C».
Precedentemente a questa utile chiosa tecnica, per cui se terzi tirano in ballo chi fa invece il proprio dovere se ne assume la responsabilità,il presidente Meneghin in varie interviste aveva confermato l’estraneità del club campione d’Italia. Ma purtroppo, incautamente per quanto riguarda invece la chiusura delle indagini. Per chiarire meglio.; non c'è correlazione tra i due fatt.Perché, come anticipava Luca Chiabotti nel suo chiarimento alla Tv mensanina senza però fare nomi e indicare i fatti nuovi, “questa volta ci sono anche arbitri di Serie A”. E questa infatti è la notizia brutta. E purtroppo si torna a giocare con una coda di inchiesta che tocca livelli alti, con possibili filoni e ramificazioni, ma non riguardante i club. Si tratta di un “malaffare”, come lo si descrive, del sistema arbitrale che sembra un castello di carte.
La lettura natalizia approfondita degli atti della procura di Reggio Calabria “sdoganati” dall’ufficio legale della Federbasket ha riservato amare sorprese e l’immediato intervento del presidente del Comitato Italiano Arbitro. Il sanguigno Luciano Tola, di recente nomina, si è preoccupato di verificare le eventuali responsabilità (e il corrispettivo grado di gravità) dei propri tesserati. Oltre al bisogno di trasparenza, anche per doveroso garantismo. E tutelare i fischietti dagli schizzi di fango che rischiano di macchiare il viso di figure oneste, con rilevanti posizioni sociali in altri campi, oltre a tanta passione. E ovviamente i 5500 tesserati fra i quali molti giovani.
Secondo le intercettazioni, sarebbero infatti coinvolti 3 arbitri di A, 2 di Lega Due, un commissario di A, un commissario di Lega Due ed altri arbitri e commissari delle serie minori fra i quali addirittura un dipendente della federazione che opera nella A dilettanti. E inoltre due presidenti di Comitati regionali, uno dei nord e uno del sud, quindi anche la stessa struttura federale periferica negli ultimi tempi oggetto di ipotesi di riforma.
Lo scenario dei tre casi principali sarebbe quello di raccomandazioni, un malvezzo però un po’ spinto. Un arbitro avrebbe raccomandato un proprio collega di A1 del quale è molto amico per dirigere gare più importanti. Un altro voleva aiutare un famigliare a far carriera nei campionati minori. Il caso più grave che configura una possibile forma di tentativo di illecito, è il colloquio in cui si perora la causa per salvare una squadra ligure in una partita delicata del campionato dilettanti. Squadra che sulla carta partiva battuta, come si ascolterebbe nelle intercettazioni, e invece sorprendentemente risultò vincitrice.
Luciano Tola si sarebbe mosso tempestivamente,e il 31 dicembre avrebbe informato chi di dovere. Il quale sembra non fosse a conoscenza di questo “livello maggiore”!. Il Procuratore Federale disporrà per lunedì i provvedimenti del caso per riaprire il fascicolo che riguarda già 41 indagati per “abuso di ufficio e frode sportiva nei campionati di B e C per favorire alcuni arbitri”.
Da parte sua il presidente dell’Aiap (Enrico Sabetta, succeduto a Luciano Tola) ha indetto una riunione straordinaria per sabato 2 gennaio al PalaBarbuto di Napoli, come si legge sul sito dove l’ordine del giorno era “Inchiesta di Reggio Calabria, Comunicazioni del presidente, Varie ed eventuali). Ovvero quando il mettere una pezza è peggiore del buco…
Due dei tre fischietti “pizzicati” nell’indagine della procura reggina per il filone delle carriere arbitrali taroccate – per ora tutti fatti senza rilevanza penale, ma gravi per la Magna Charta sportiva che sancisce l’obbligo della correttezza e lealtà sportiva – scenderebbero addirittura in campo questa domenica in una partita molto delicata. Altro fatto di fondo: tutti e tre i fischietti avrebbero fatto carriera rapida negli ultimi 5 anni, uno avrebbe 200 presenze in A con un a media di quasi 30 gare all’anno, playoff e finali scudetto comprese. Possibile che incorra in simili leggerezze?
Lunedì la Procura federale annuncerà l’apertura dell’inchiesta-bis, e dovrebbe scattare una sospensione cautelativa di un mese per procedere agli interrogatori. La cosa fa rumore, ma era nell’aria da tempo. Troppe polemiche aspre sugli arbitraggi si sono lette ed ascoltate, soprattutto da parte di alcuni presidenti. Si vociferava di veti, anche di arbitri aventiniani (l’enigmatico semiritiro di Reatto, ufficialmente per stare vicino alla moglie). E Roma ritenendosi colpita avrebbe da parte sua presentato addirittura un esposto alla Procura di Reggio Calabria.
L’orlo del vaso (di Pandora?) era colmo, ma tutti – purtroppo sulla scia della crisi della Federbasket fatta di tempi lunghi e risolta (?) con Dino Meneghin, invece di chiedere una riforma strutturale, a protestare. Ma perché non hanno mai chiesto un’audizione al loro consulente-designatore-commissario, Rino Colucci, ben rimborsato (50 mila euro di cachet, e rimborsi spese) se pensiamo al co-designatore della Fip Felice Paronelli che gode solo di rimborsi spese. Se il Procuratore Alabiso risconterà fatti o comportamentali lesivi sull’operato dei tre arbitri in termini di condotta antisportiva, si prospetta una punizione esemplare . Ma contestualmente sarà utile, per evitare di allungare il brodo per altri 6 mesi, procedere al commissariamento della cabina di designazione. Pazienza se il lungo contratto di Colucci con la Lega scade a giugno, pazienza se la Fip dovrà mettersi di traverso stavolta coi club, perché non trovano assieme una soluzione? Ad esempio, tornando a quella introdotta anni fa dall’avvocato Porelli per spegnere le polemiche dei club di creare una terna, in questo caso una coppia tecnica più un magistrato dello sport per procedere ai sorteggi. Altrimenti lo stesso presidente degli arbitri, molto ascoltato, potrebbe svolgere il ruolo di commissario chiedendo la collaborazione di due saggi, e varando il sorteggio per fasce di merito.
