Da Atene arriva il quadro dello stato del basket italiano
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di Enrico Campana
SIENA. Invitato al workshop su “L’opinionista del basket” per 200 uffici stampa, ho aperto e concluso con questo mio pensiero: “La miglior opinione sta solo nei fatti”. Ed è ciò che farò. E se la carta stampata va al macero, Internet conserva quel che si è scritto e uno può andarsi a rileggere tutte quelle piccole note che Siena non è riuscita a correggere, per cui alla fine non potevano che trasformarsi nel perfetto condensato e significato di questa eliminazione in Euroleague. E questo nonostante il fattore-campo, il successo dell’anno scorso, il miglior organico, i favori dei bookmakers e gli incontrovertibili meriti: aver messo fuori il Real Madrid e inferto l’unica sconfitta della stagione al Barcellona.
Quella che arriva da Atene è anche la perfetta – nel senso di emblematica – cartolina del basket italiano inviata proprio dal suo CT a tutti noi appassionati persi di basket che abbiamo visto costruire da personaggi come Primo con la sua difesa una scuola nazionale, oggi prona ad altri valori, ad altre utilità: il passaporto, il budget. Non si parla più di “risorse umane”. Se i greci riscattano col basket la loro depressione, noi basket siamo uguali al nostro paese, ci sentiamo inutili perché inutilizzati. E questo è il messaggio che dovrebbe dare il basket quale fenomeno sociologico tratto d’unione fra il boom italiano e l’America?
Inutile, amici cari, cercare italiche tracce nel duro verdetto di queste quattro gare, mentre i “greci doc” hanno mietuto successi come non mai in queste gare dei quarti. Hanno già l’Olympiacos in finale, detengono ancora il titolo perché il Panathinaikos ha ripreso il favore del campo per gara5 col Maccabi del 5 aprile, mentre la debuttante Bilbao del giovane coach greco Kastikaris e con un giocatore semisconosciuto (Vasilaidis) stava portando alla quinta partita il Cska stellare di Kirikenko.
Il prossimo autore che scriverà un libro sul basket italiano, premesso che Siena per la terza volta in 5 anni non si è qualificata per le Final Four, trofeo che mai l’ha vista arrivare alla finale, riuscendo a stabilire un ben mortificante primato, dovrà ricordare che in questa gara gli italiani non c’erano. E c’erano nessuno se n’è accorto.
Carraretto, Ress e Lechthaler hanno tirato in 3 una sola volta senza segnare nemmeno un punto giocando meno di 10 minuti, e Pietro Aradori, MVP della settimana durante la stagione, quarto italiano sui 12 totali (contro gli 8 greci, perché era fuori Dorsey, importante titolare) è rimasto in panchina. Tesi finale: gli italiani stavolta in questa sconfitta non c’entrano, a parte appunto il coach della nazionale, e sono lontani i tempi di quando Roma di Valerio Bianchini vinceva scudetto e Coppa dei Campioni col lungo fante veneto Delle Vedove.
Ieri giravo per Siena, molti mi fermavano chiedendomi: stasera si vince? Rispondevo loro che Siena poteva vincere solo col 60% di tiro da 3, unica in grado di exploit del genere ma molto difficili in partite come queste, tattiche, perché ha costruito una squadra ad hoc al pick and roll. Non so se prima sia venuto il pick adn roll, l’attacco affidato alla creatività dei singoli, dei giocatori e viceversa, con lo scopo di spettacolarizzare il gioco, fatto sta che la selezione all star di Siena ha perso da una squadra tipo college Usa, con tre ventenni lanciati nella mischia, e due fissi come starters, e alla fine – quasi scontato, difatti ne avevo scritto questa estate – il MVP della serie è stato Kyle Hines.Il perfetto giocatore di college americano della più famosa scuola, North Carolina del leggendario Dean Smith. Dusan Ivkovic, immenso Tito dei canestri che viaggiando verso i 70 anni riesce a essere moderno, l’aveva quasi tenuto nascosto per tutta la stagione, l’ha migliorato, l’ha bloccato in estate dopo averlo visto l’anno passato far vincere lo scudetto e portare in Coppa dei Campioni i tedeschi del Brose.
La beffa peggiore è sapere che Kyle, il quale ha segnato 58 punti in 4 gare, decisivo in gara4, con 19 punti e 4 stoppate, è lo stesso che appena uscito dal college giocava nella Prima Veroli di Lega Due. E uno di quei bravi giemme italiani di qualche anno fa, i Sarti, de Stefano, Celada, Morbelli, Gualco e il più giovane Cappellari, non avrebbero mai lasciato andare via, per farne una star come Morse, Raga, Fultz, eccetera eccetera. Ma dico io, caro Scariolo, perché Milano non è andato su un giocatore così questa estate, invece di puntare su uno specialista logoro come Nicholas Drew?. Come è possibile, chiedo poi al signor Armani, che abbia messo ai vertici della società un giovane professionista al soldo della NBA col compito di scout europeo , e costui non abbia segnalato al suo coach (e sottoposto…) Scariolo questa opportunità?.
Misteri gaudiosi, la cultura del basket italiana è questa, c’è una contaminazione pericolosa, un ibrido pazzesco, abbiamo perso la ricetta casalinga del nostro successo, non siamo diventati americani e il basket ha fatto quest’anno in Europa quanto la nostra moneta e i nostri politici. Per cui non maltrattiamolo troppo, godiamoci gli azzurri nella NBA, però purifichiamolo. Specie se vediamo Meneghin che, mi raccontano, una mattina si sveglia e invece di dettare il manifesto del rilancio su base tecnica, promozionale, o – perché no? –del suo 3 contro 3,il basket di strada, ricorre per una sentenza della Giudicante riguardante la riammissione di un arbitro di LegaDue. E uno dice, ma cosa gli avrà fatto mai questo povero Giovanrosa, o lo stesso giudice “tapino”?. O perché mai ha fatto una cosa tanto poco sensata, che mai suoi colleghi presidenti quali Coccia, Vinci, Petrucci hanno compiuto gestendo gli anni del grande basket?
L’opinione attraverso i fatti mi suggerisce di chiudere ricordando che su 4 gare, Siena ha ceduto di schianto, 9/24, 14/27, 14/24 in gara 1,2 e 4, mentre gara3 era già finita al 3° tempo(48-30). Nelle 4 partite il parziale totale dell’ultimo quarto è stato infatti di 64/100, 34 punti contro i 33 totali di differenza della serie. Un caso fisico netto, per la verità annunciato dopo la sconfitta del 12 febbraio a Bilbao di 1 punto, li la squadra ha perso la sua identità, sono seguite 2 sconfitte in chiusura delle Top16 più le 3 della serie coi greci, con un totale di 1/5 (e l’unica vittoria di un punto per una palla rubata di McCalebb in gara2) in Europa nelle ultime 6 partite. E’ arrivata in riserva, la frattura alla falange della mano sinistra di Thornton non ci voleva, erano fuori Michelori e Kaukenas ma l’Olympiacos mancava di Dorsey, Printezis era acciaccato, son cose che vanno e vengono, ma più difficili da assorbire da una squadra di 33,4 anni di media (e 9 over30!)se prendiamo i 10 giocatori più rappresentativi. La cosa che mi ha colpito di più, a parte lo sconcerto si non vedere Aradori in campo, è il -1 di McCalebb (4/11, solo 2 liberi e sbagliati, 3 perse) aver letto alla vigilia il quiet-man australiano David Andersen invitare la squadra a“cambiare mentalità, giocare duri e aiutarci l’un con l’altro”. E da ultimo: notare il parallelismo fra le vicende del Monte dei Paschi e la sua squadra. E mi sono chiesto se probabilmente in una città che vive dentro un ristretto perimetro, i giocatori abbiano subito psicologicamente le voci riguardanti il futuro e un bel mattino si sono risvegliati bruscamente sapendo che non esiste più il bel sogno di poter contare a 33,34, 35 anni di lauti contratti nella più bella e generosa città del mondo . Rimane lo scudetto, che sarà l’ultima passerella, perchè Armani non può sperare di battere Siena lanciando invettive contro questo “basket rancido e incancrenito” e finire al 6° posto in classifica. Serve un’azione di palestra, lacrime sangue e sudore, gli anni della grande finanza e del marketing sono finiti, il basket e lo sport fortunatamente continuano.
encampana@alice.it.
Risultati playoff
Gara1: Panathinaikos-Maccabi 93-73; Barcellona-Unics 78-66; Cska-Bilbao 98-71; Mps Siena–Olympiacos 75-82.
Gara2: Panathinaikos-Maccabi 92-94 ts; Barcellona-Unics 66-63; Cska-Bilbao 79-60; Mps Siena-
Olympiacos 81-80.
Gara 3 – Unics Kazan-Barcellona 56-67; Maccabi-Panathinaikos 65-62; Gescrap Bilbao-Cska 94-81 Olympiacos-Montepaschi 75-55.
Gara 4 – Maccabi-Panathinaikos 78-69 (11.060; 19-17, 17-24, 14-13, 19-24; 14 D.Smith, 14 Langford, 12 Eliyahu; 15 N.Kalathes, 13 Jasikevicus, 12 Diamantidis; MVP 20 Kalathes).
Venerdì 31 marzo: Bilbao-Cska 71-73 (10014; 24 Jackson, 12 Fischer, 10 Hervelle; 23 Kirilenko, 13 Krstic, 13 Siskaukas; MVP 29 Kirilenko)
Olympiacos-Mps 76-69 (12000; 21-21, 17-18. 16-16, 22-14, MVP 21 Hines)
Olympiacos Atene: 19 Hines (8/15), 19 Spanoulis (3/7, 1/2), 8 Printezis (3/3, 0/6), 4 Papanikolau (1/2, 0/3), 3 Mantzaris (1/2 da 3); 5 Antic (1/2, 1/4), 3 Keselj (1/1, 0/3), Papadopulos (0/1), 7 Sloukas (1/2, 1/1), 8 Law (2/6, 0/1). Ne: Vasiloupoulos.All: D.Ivkovic. Note – T2 51%, 20/39; T3 18%, 4/22; Tl 24/29; Rimbalzi 39 (17/22); assist 12; Recuperi 6, Perse 7, stoppate 4-3, falli 18/26, Valutazione 93.
Montepaschi Siena: 10 McCalebb (2/7, 2/4), 15 Zisis (3/5, 2/5), 5 Moss (1/2, 1/5), 15 Andersen (5/14, 1/1), 10 K.Lavrinovic (3/5, 0/3); 11 Rakocevic (5/7, 0/1), Carraretto (0/1), Ress, Lechtlaler, 3 Stonerook (1/1 da 3). Ne: Thornton, Aradori. All: S.Pianigiani. Note – T2: 46%, 19/41, T3 35%, 7/20, tl 10/12; Rimbalzi 34 (12/22); assist 5, recuperi 5, perse 14, stoppate 3-4, falli 26/18, Valutazione 53.
Gara 5 – 5 aprile Panathinaikos-Maccabi (20.25 Atene)
Final Four Istanbul 13-15 maggio: Barcellona-Olympiacos; Cska-vinc. Panathinaikos-Maccabi.