di Enrico Campana
SIENA. Dream Team ma non solo…I mondiali di basket in Turchia si concludono questo fine settimana con le semifinali Serbia-Turchia e Lituania-Stati Uniti (sabato 19 e 21.30) e la finale (domenica ore 21.30 nella nuova arena da 15 mila posti di Istanbul). Eliminate la prima e seconda del mondiale 2006 in Giappone, Spagna e Grecia. La Spagna di Sergio Scariolo, il tecnico italiano che ha vinto l’anno scorso l’oro europeo, ha sconfitto la Grecia negli ottavi (con polemiche sull’arbitraggio), ma è stata a sua volta sconfitta nei quarti dalla Serbia (82-79) che in Polonia aveva battuto gli spagnoli nelle qualificazione ma ceduto nettamente in finale.
La Turchia e la Lituania non hanno mai vinto una medaglia iridata, per quanto riguarda i turchi non sono mai saliti sul podio in una grande competizione, mentre ci è già arrivata la piccolissima nazione baltica facente parte della Comunità Europea con i suoi soli 3 milioni di abitanti, il 5% di quella italiana, quanto Roma e dintorni. E che all’indomani dalla conquistata indipendenza (come effetto della glasnost sovietica con la frammentazione in tanti stati autonomi), era già riuscita a vincere la medaglia europea e olimpica. E’ insomma la grande guastafeste dei XVI mondiali questa Lituania che senza indugi, acquistando una wild card e ringiovanendo la formazione, ha voltato pagina dopo la delusione degli europei 2011. Chiuso il rapporto con Ramunas Batautas e scelto come allenatore il 40enne Testutis Kezmura – che si è preso la sua rivincita con Sergio Scariolo al quale aveva dovuto cedere la panchina del Khmiki Mosca – la Lituania in previsione anche degli europei del prossimo anno e delle qualificazioni olimpiche per Londra ha lasciato fuori per limiti d’età i “senesi” Kaukenas (di ritorno alla Mens Sana dopo essere stato sorprendentemente messo fuori squadra a metà stagione del Real Madrid) e Kristof Lavrinovic e il di lui gemello Kristof, altro giocatore accantonato da Ettore Messina. E anche il centro Marionajs Petravicius che non ha fatto una grande stagione a Milano.
Tre squadre arrivano imbattute alle semifinali, Stati Uniti, Turchia e Lituania con 7 vittorie, la Serbia ha perso di 1 punti ai supplementari contro la Germania che non è riuscita a qualificarsi ma ha vinto in seguito ben 3 gare decisive per un totale di 6 punti (84-82 con Argentina, 73-72 con Croazia, 92-89 Spagna).
La Lituania con Linas Kleiza come punto di riferimento (si tratta del capocannoniere dell’Eurolega che lascia l’Olympiakos per tornare nella NBA dove giocherà con Bargnani a Toronto e tanti giovani interessanti, tutti nel settore guardi e ali come i vari Pocius, Gegevicius Jankunas e Jasaitis) ha battuto via via Nuova Zelanda, Canada, Spagna, Francia, Libano, Cina e inflitto il maggior scarto all’Argentina (104-85) di Luis Scola, il capocannoniere dell’evento, di chiari origini italiane e punto di forza degli Houston Rockets.
E’ stato un mondiale positivo per lo sporte e la distensione – con molto fair play nello scontro Usa-Iran – ma anche per la diffusione del basket. Il blocco dell’Europa Occidentale lascia il posto a quello dell’Europa dell’Est, nel triangolo fra i Balcani, il Baltico e il Bosforo. A metà strada fra le due Olimpiadi è certamente stato premiato il rinnovamento, vedi il passo in avanti rispetto alle ultime manifestazioni internazionali di Lituania e Serbia, anche se meno accentuato della Turchia. Mentre la squadra degli Stati Uniti ha creato un mix di giocatori di due generazioni della NBA, quali gli esperti Billups e Oldom, in precedenza già chiamati a far parte della squadra, e un gruppo di giovani fra i quali la star è certamente Kevin Durant, miglior cannoniere del campionasto professionistico con la formazione di Oklahoma.
Per quanto riguarda invece la presenza italiana in questa fase finale, Bogdan Tanjevic, montenegrino ma italiano di passaporto, dopo aver subito un delicato intervento per l’asportazione di un tumore al colon chiuderà qui la sua carriera in panchina, e poi sarà il DT della squadra di Roma. E’ di origini italiane il “gran capo” della NBA, il paisà Jerry Colangelo, che punta a riconquistare il titolo mondiale che manca da 16 anni… Sta giocando bene il giovane play serbo ingaggiato dalla Benetton, Stephan Markovic, mentre è stato decisivo nella Lituania nella prima parte l’ala dell’Armani Maciulas, anche se non ha tirato benissimo.
Ci sono anche i due arbitri, Lamonica e Cerebuch che hanno diretto come 2° e 3° arbitro Turchia-Francia negli ottavi e Lituania-Argentina nei quarti. Vedremo se avranno l’onore di entrare nelle terne delle ultime 3 gare, o pagheranno la brutta storia portata alla luce dalla magistratura di Reggio Calabria e anche la nomea di lesa maestà, per aver fischiato due anni fa a Pechino passi di partenza al Dream Team.
Ah, c’è poi Dino Meneghin che entra domenica nella Hall of Fame della Fiba. Naturalmente per i meriti come giocatore, come presidente la sua carriera tuttavia sembra aver preso una svolta positiva con il buon lavoro fatto per evitare alla nazionale l’Additional Round e giocarsi la qualificazione olimpica nel 2011 in Lituania. Inoltre ha gettato le basi per l’organizzazione per l’Europeo 2013, se l’Italia vince la corsa con Slovenia e Croazia scontato un girone di qualificazione a Siena o Firenze.
SIENA. Dream Team ma non solo…I mondiali di basket in Turchia si concludono questo fine settimana con le semifinali Serbia-Turchia e Lituania-Stati Uniti (sabato 19 e 21.30) e la finale (domenica ore 21.30 nella nuova arena da 15 mila posti di Istanbul). Eliminate la prima e seconda del mondiale 2006 in Giappone, Spagna e Grecia. La Spagna di Sergio Scariolo, il tecnico italiano che ha vinto l’anno scorso l’oro europeo, ha sconfitto la Grecia negli ottavi (con polemiche sull’arbitraggio), ma è stata a sua volta sconfitta nei quarti dalla Serbia (82-79) che in Polonia aveva battuto gli spagnoli nelle qualificazione ma ceduto nettamente in finale.
La Turchia e la Lituania non hanno mai vinto una medaglia iridata, per quanto riguarda i turchi non sono mai saliti sul podio in una grande competizione, mentre ci è già arrivata la piccolissima nazione baltica facente parte della Comunità Europea con i suoi soli 3 milioni di abitanti, il 5% di quella italiana, quanto Roma e dintorni. E che all’indomani dalla conquistata indipendenza (come effetto della glasnost sovietica con la frammentazione in tanti stati autonomi), era già riuscita a vincere la medaglia europea e olimpica. E’ insomma la grande guastafeste dei XVI mondiali questa Lituania che senza indugi, acquistando una wild card e ringiovanendo la formazione, ha voltato pagina dopo la delusione degli europei 2011. Chiuso il rapporto con Ramunas Batautas e scelto come allenatore il 40enne Testutis Kezmura – che si è preso la sua rivincita con Sergio Scariolo al quale aveva dovuto cedere la panchina del Khmiki Mosca – la Lituania in previsione anche degli europei del prossimo anno e delle qualificazioni olimpiche per Londra ha lasciato fuori per limiti d’età i “senesi” Kaukenas (di ritorno alla Mens Sana dopo essere stato sorprendentemente messo fuori squadra a metà stagione del Real Madrid) e Kristof Lavrinovic e il di lui gemello Kristof, altro giocatore accantonato da Ettore Messina. E anche il centro Marionajs Petravicius che non ha fatto una grande stagione a Milano.
Tre squadre arrivano imbattute alle semifinali, Stati Uniti, Turchia e Lituania con 7 vittorie, la Serbia ha perso di 1 punti ai supplementari contro la Germania che non è riuscita a qualificarsi ma ha vinto in seguito ben 3 gare decisive per un totale di 6 punti (84-82 con Argentina, 73-72 con Croazia, 92-89 Spagna).
La Lituania con Linas Kleiza come punto di riferimento (si tratta del capocannoniere dell’Eurolega che lascia l’Olympiakos per tornare nella NBA dove giocherà con Bargnani a Toronto e tanti giovani interessanti, tutti nel settore guardi e ali come i vari Pocius, Gegevicius Jankunas e Jasaitis) ha battuto via via Nuova Zelanda, Canada, Spagna, Francia, Libano, Cina e inflitto il maggior scarto all’Argentina (104-85) di Luis Scola, il capocannoniere dell’evento, di chiari origini italiane e punto di forza degli Houston Rockets.
E’ stato un mondiale positivo per lo sporte e la distensione – con molto fair play nello scontro Usa-Iran – ma anche per la diffusione del basket. Il blocco dell’Europa Occidentale lascia il posto a quello dell’Europa dell’Est, nel triangolo fra i Balcani, il Baltico e il Bosforo. A metà strada fra le due Olimpiadi è certamente stato premiato il rinnovamento, vedi il passo in avanti rispetto alle ultime manifestazioni internazionali di Lituania e Serbia, anche se meno accentuato della Turchia. Mentre la squadra degli Stati Uniti ha creato un mix di giocatori di due generazioni della NBA, quali gli esperti Billups e Oldom, in precedenza già chiamati a far parte della squadra, e un gruppo di giovani fra i quali la star è certamente Kevin Durant, miglior cannoniere del campionasto professionistico con la formazione di Oklahoma.
Per quanto riguarda invece la presenza italiana in questa fase finale, Bogdan Tanjevic, montenegrino ma italiano di passaporto, dopo aver subito un delicato intervento per l’asportazione di un tumore al colon chiuderà qui la sua carriera in panchina, e poi sarà il DT della squadra di Roma. E’ di origini italiane il “gran capo” della NBA, il paisà Jerry Colangelo, che punta a riconquistare il titolo mondiale che manca da 16 anni… Sta giocando bene il giovane play serbo ingaggiato dalla Benetton, Stephan Markovic, mentre è stato decisivo nella Lituania nella prima parte l’ala dell’Armani Maciulas, anche se non ha tirato benissimo.
Ci sono anche i due arbitri, Lamonica e Cerebuch che hanno diretto come 2° e 3° arbitro Turchia-Francia negli ottavi e Lituania-Argentina nei quarti. Vedremo se avranno l’onore di entrare nelle terne delle ultime 3 gare, o pagheranno la brutta storia portata alla luce dalla magistratura di Reggio Calabria e anche la nomea di lesa maestà, per aver fischiato due anni fa a Pechino passi di partenza al Dream Team.
Ah, c’è poi Dino Meneghin che entra domenica nella Hall of Fame della Fiba. Naturalmente per i meriti come giocatore, come presidente la sua carriera tuttavia sembra aver preso una svolta positiva con il buon lavoro fatto per evitare alla nazionale l’Additional Round e giocarsi la qualificazione olimpica nel 2011 in Lituania. Inoltre ha gettato le basi per l’organizzazione per l’Europeo 2013, se l’Italia vince la corsa con Slovenia e Croazia scontato un girone di qualificazione a Siena o Firenze.