di Augusto Mattioli
SIENA. Si è conclusa questa mattina (3 dicembre)con una tavola rotonda la due giorni cestistica all’università di Siena per celebrare i cento anni di attività della federazione pallacanestro. Presenti da remoto o di persona Meo Sacchetti, coach della Nazionale, Dino Meneghin, mito del basket e non solo, Roberto Chiacig, oggi stabilmente a Siena, l’ex presidente della Fip Fausto Maifredi, il tecnico federale Andrea Capobianco, Massimo Valle, responsabile organizzativo della federazione. Stranamente assente – visto che si ricordavano i cento anni della Federazione – l’attuale presidente della Fip Gianni Petrucci, che nel periodo d’oro del basket senese spesso arrivava al palasport di viale Sclavo per le sue passerelle. Sarebbe quanto mai opportuna una spiegazione di questa assenza.
A conclusione della tavola rotonda coach Sacchetti si è concesso ai giornalisti. Parlando anche di Siena e delle sue difficoltà, del momento difficile – causa pandemia – dello sport e della nazionale, reduce dalle Olimpiadi di Tokio dopo essersi qualificata, grazie alla bella vittoria sul campo della Serbia. Sulla pandemia Sacchetti è stato chiaro: “Dobbiamo sempre seguire le tutte le regole che lo Stato ci dà per uscire da questa situazione. Sicuramente adesso non è ancora un bel periodo, speravamo che le difficoltà causate dalla pandemia fossero andate scemando. Ma, a quanto vedo, non è vero, per cui dobbiamo sempre stare all’erta Per quanto riguarda il nostro sport potremmo avere dei problemi perché gli impianti non si riempiranno più come una volta“.
Sulle crisi del basket senese Sacchetti si è detto fiducioso che i senesi riusciranno a riprendersi. “Questo convegno – ha sottolineat – è stata l’occasione per tornare da ospite a Siena. E’è sempre un piacere tornare in questa città meravigliosa e parlare di olimpiadi. Per Siena è successa una tragedia, però, penso che il carattere dei senesi possa riportarli nel tempo a quel periodo. So che hanno dentro la forza di uscire dai momenti difficili”.
E sulla nazionale il tecnico ha puntualizzato “che non è una cosa chiusa per tutti ma è aperta. Si tratta solo di meritarsela. Abbiamo fatto degli esperimenti in passato inserendo dei giocatori che adesso sono cresciuti. Ho cercato nel mio lavoro di vedere giocatori che avevano fatto bene in campionato, vedendo come stavano nel gruppo e come si allenavano. Ora ci sarà una finestra a febbraio, poi a giugno ci sarà il lavoro per le qualificazioni mondiali”.