Non è mai troppo presto per dire pubblicamente quanti soldi servono
di Umberto De Santis
SIENA. Roma non fu fatta in un giorno; Pistoia ci ha messo otto mesi dalla sua nascita ad arrivare a 50 adesioni al progetto del suo Consorzio Basket City, simile a quello che il Consorzio locale “IotifoMensSana” vorrebbe fare a Siena, dopo le opportune discussioni, ma non in un clima di necessità estrema come quello che si respira a Siena. Dove invece c’è chi si diverte a giocare allo sfascio, tra chi predica la fretta e chi lancia proclami a sensazione di cose che non esistono per una propria visibilità di scarso costrutto.
I fatti, purtroppo, li conosciamo da una parte sola e perchè gli incontri organizzati da Barlucchi e Guidarini sono pubblici. La Polisportiva Mens Sana non ufficializza più niente dalla generica disponibilità offerta con il comunicato stampa del 26 febbraio per la “cessione della partecipazione in suo possesso ed nomina della nuova governance”. Il loquace Giangastone Brogi prova a spiegare, nel terzo sabato assembleare (stavolta all’Auditorium di Chianti Banca), che per mettere tutto nero su bianco ci sono tempi tecnici da rispettare e tanto confronto con gli imprenditori a cui viene chiesto comunque un impegno pesante perchè metterci la faccia vale molto di più dei 16.500 euro in tre anni richiesti per aderire.
Si comprende quindi che, di fronte alle necessità di liquidità che ogni giorno diventano sempre più impellenti, è l’azione della Polisportiva – se come ventilato dal Trust possa esprimere una disponibilità economica – a diventare decisiva. Assieme a quella dello stesso Trust (l’associazione dei tifosi) nel mettere a disposizione della Basket srl quanto raccolto tragli sportivi. Ma Barlucchi e gli altri promotori, per farlo, hanno bisogno di una rendicontazione economica che stabilisca paletti precisi e l’approvazione assembleare da parte di coloro che i soldi li hano già messi a disposizione con le varie sottoscrizioni. Sabato sera ci è stato riferito – ripetiamo sempre da una campana sola fino alla noia – che altro materiale contabile è stato fornito nella stessa giornata dagli uffici del PalaEstra, quindi ancora da studiare e verificare al momento della riunione.
Abituati come siamo a far di conto, un’idea di quanto e come ci voglia per salvare la Mens Sana ce l’abbiamo anche noi, ma non vogliamo partecipare al balletto della confusione. Il percorso spiegato da Brogi ieri sera vede una serie di incontri ravvicinati delle parti in causa tra lunedì e martedi prima dello svolgimento dell’Assemblea dei Soci di Mens Sana Basket 1871: sarebbe stato importante che tutte le componenti della sottoscrizione tra i tifosi fossero presenti all’Auditorium, ma qualcuno non si è fatto vedere e, di fatto, non sappiamo raccontarvi quale punto di vista e quale posizione occupi in questa storia.
Ma se per tirare fuori i soldi Polisportiva e Associazioni varie vogliono avere la certezza che il Consorzio possa esprimere una sua capacità economica tale da poter permettere, come logica vuole, anche la programmazione della prossima stagione, bisogna che i tempi per far maturare e cogliere adesioni che solo un mese fa nessuno immaginava potessero essere necessarie occorre un tempo che nessun tentativo di rovesciamento dei ruoli può imporre ai promotori del Consorzio. Raccogliendo qualche risata e qualche sberleffo Antonio Ponte ha bussato a tante porte ed esperito tanti tentativi prima di incontrare la signora Durio, ma evidentemente avendoci messo la faccia ha fatto il necessario per salvare la Robur. Pare invece che gli aristocratici preferiscano passeggiare giù per Viale Sclavo: ma le rendite sono finite, e le incapacità vengono a galla.
A martedì.