Il vaso di Pandora si è aperto e non è possibile tornare indietro per nessuno degli attori
di Umberto De Santis
SIENA. La settimana più delicata della Mens Sana Basket 1871 comincia male, con uno striscione della Brigata condiviso dal Pubblico ma con una contestazione – abbandono del posto in curva per tutto il primo tempo – seguita da un polemico ingresso nella ripresa con scambi di battute pesanti, che al resto degli spettatori dava impressioni diverse da quello che ingenui organizzatori pensavano di suscitare. Tra chi aveva assistito al primo tempo, infatti, si annidano la gran parte di coloro che metteranno il soldino per finanziare la variegata sottoscrizione popolare che sta prendendo forma; persone che la squadra l’hanno incitata senza soste per tutta la partita e non solo a colpi di “tutto il palazzo deve fare il tifo”. Ringraziando il cielo i giocatori di Ramagli non si sono scossi più di tanto, riportando una vittoria convincente: ancora due o tre e la salvezza sul campo sarà raggiunta, e questo è davvero un problema in meno.
La prima tornata di trattative tra IotifoMensSana, gruppo di personaggi del basket senese coagulati intorno Alfredo Barlucchi e Guido Guidarini, e la dirigenza della Polisportiva è andato come ci si sarebbe potuto aspettare. Dimenticate le promesse di scontare 56.000 euro di canoni d’affitto del PalaEstra e messa nel dimenticatoio l’offerta Emma Villas – che è soltanto un salasso per la Polisportiva, un anticipo canoni di affitto: per quanto tutto faccia brodo in questo momento è bene dirsi come stanno le cose. Dimenticate il balletto di cifre crescente a ogni giro di ruota: adesso sono 600.000 gli euro che mancano all’appello. Dimenticate la corretta contabilità aziendale: per calcolo o per incapacità – ma con lo stesso obiettivo – pare che la ragioneria della Polisportiva non riesca a sfornare un bilancio con delle poste credibili a supporto. Evidentemente gli usi e costumi della vecchia gestione Montepaschi Basket continuano ad attecchire nella Mens Sana e nella città del Palio. Eppure un Ricci parafulmine non l’hanno più a disposizione e dal sottobosco non esce una figura di riferimento autorevole. Chi è l’interlocutore della cordata? Quanti quattrini sono stati raccolti dal 1° luglio 2015 in nome e per conto della pallacanestro?
A proposito di gestioni opache, il curatore fallimentare di Firenze ci conforta con le cifre snocciolate nelle richieste fatte al Tribunale: 33 milioni di euro alle 11 persone che dovrebbero essere chiamate a rispondere in solido dei soldi fatti sparire dalla cassa della Mens Sana Basket. Se ci aggiungiamo lo stipendio di Minucci e le cosiddette “regalie” da carta di credito facile di cui nessuno ha mai voluto rivelare la consistenza, secondo noi ci avviciniamo fino a toccare i 50 milioni di euro sperperati altrove con il paravento del basket. E in particolare l’aver accertato che il “nero” sarebbe stato creato per appropriarsi di soldi con la scusa di darli in nero ai giocatori dovrebbe chiudere la questione sulla liceità dei titoli sportivi. A colpi di 5 milioni di euro l’anno per dieci stagioni, i quattrini per pagare gli stipendi (e la relativa Inps) ci sono sempre stati e così nè i tifosi senesi nè il basket italiano sono mai stati truffati.
Non era scontato invece che Piero Ricci fosse fuori dalle responsabilità materiali, visto che il CdA del basket era espressione (traditrice) della Polisportiva e due suoi membri sedevano in Giunta. Forse adesso l’ex presidente maledirà la scelta affrettata delle dimissioni, ma – come abbiamo potuto sperimentare – il vaso di Pandora si è aperto e non è possibile tornare indietro per nessuno degli attori. Il prossimo presidente della Polisportiva potrebbe essere seduto su un tesoro. Quello che dei 33 milioni che il curatore fallimentare recupererà, dato che è risaputo che la Guardia di Finanza ha già sequestrato 14 milioni di euro e che molti dei “solidali” di cui è stata chiesta l’incriminazione hanno patrimonio, a chi andrà, tolte le spese della curatela? All’azionista truffato. Alla Polisportiva: un altro fronte di appetiti si sta preparando?
Prossimi step della vicenda sono l’incontro di stasera promosso dal “Comitato la Mens Sana è una Fede” e i primi passi del Consorzio tra le imprese martedì. Dal primo potrà venire una occasione per chiudere i conti con il passato visto che con le ultime novità giudiziarie – è ben difficile che sul piano penale dell’inchiesta Timeout si ribaltino le conclusioni a cui è giunto il curatore sul piano fallimentare – è indiscutibile affermare che le vittorie sul campo non siano state seguite da altrettanta sagacia amministrativa. Dal secondo deve venire il futuro della Mens Sana che sia sostenibile e proiettato verso il primo livello, che è l’aspirazione di tutti ma non il totem a cui sacrificare la vita. Prendiamo atto che, se la Polisportiva un progetto l’aveva, è andato fallito. Prendiamo atto che, nonostante lo si neghi, la Polisportiva potrebbe avere seri problemi finanziari interni, e che l’ammissione di essere incapaci di gestire una squadra di pallacanestro professionale lo spieghi indirettamente. La Coppa Italia ferma per 15 giorni il campionato di serie A2; è l’ora che si smetta di giocare a nascondino per arrivare nei tempi giusti alla terza ripartenza. E senza l’alibi che sarebbe stato meglio restare in serie B: la squadra è stata fatta praticamente con lo stesso budget di un anno fa. Prendiamo atto che ci vuole un progetto con idee profondamente innovative.