di Enrico Campana
SIENA. “Si è riunita oggi a Bologna l'Assemblea dei club di Serie A . In fase di apertura dei lavori, a seguito di un ampio dibattito preliminare, si è venuta a creare la mancanza del numero legale per cui l'Assemblea è stata aggiornata”.
Tre righe di comunicato sul sito della Lega, con la foto del presidente Valentino Renzi quasi a voler mettere la sua faccia chiamando, forse, a una maggior responsabilità i 16 club in un momento delicatissimo (i 6 punti di penalizzazione della Fip a Napoli e i 2 di Varese per mancati adempimenti normativi fiscali e previdenziali) di fronte a problemi strutturali seri, e ormai più che endemici che minano questa ultima versione dell’organismo che ha puntato su un uomo del basket promuovendolo al ruolo di top-manager (il più pagato fra gli sport professionistici, 350 mila euro, buon per lui), non è riuscito a tradurre il valore del movimento in nuovi contratti e soprattutto non è riuscita a creare una pax minima con la Federbasket (e il CONI).
Tre righe davvero amare alla vigilia del Natale per sfumare la portata di una profonda crisi dentro Legabasket che si aggrava, e non per colpo di “arbitropoli” in quanto l’Ansa con un comunicato parla di “inchiesta chiusa”. Nel giro di due settimane ha fatto mancare per ben due volte il numero legale sullo sfondo di una serie di divergenze sulle quote d’ingresso, la scelta di Avellino come sede delle Final Eight (si ipotizzava una retromarcia con destinazione Roma che rimane comunque in piedi…) e naturalmente la votazione del bilancio, il primo in rosso (900 mila euro, è stato scritto) frutto di una contrazione delle entrate fra le quali il rinnovo con Sky Sport che aveva già raggiunto un accordo su cifre superiori, come dichiarato dall’ex presidente Franco Corrado al momento
Ferrara con un imprenditore di punta (Roberto Mascellani) e il suo braccio destro, l’ad Sandro Crovetti, in passato segretario generale degli anni felici di Legabasket, già decisiva per la scelta di Avellino nell’ultima riunione critica, stavolta si è arroccata sulla posizione “di voler ottenere un rimborso sulla quota d'ingresso fissata a 350mila euro”. Le quote d’ingresso sono la tassa che viene chiesta alle neo-promosse da Lega Due… Montegranaro si è messa di trasverso di fronte a questa richiesta che sembra trovasse larghi consensi, si andava così al voto, ma nessuno cambiava opinione e i club abbandonavano la riunione, facendo mancare il numero legale.
“La posizione di Ferrara – questo il virgolettato del Resto del “Carlino” attribuito a Claudio Sabatini, proprietario della Virtus Bologna – sta creando inutili tensioni: ieri è successa una cosa senza precedenti, l'assemblea si è aperta con una mozione di Montegranaro contraria all'impostazione degli estensi e di altri club in merito alla questione. Messa ai voti si sono espressi a favore Siena, Milano, Roma, Treviso, Biella, Teramo, Cantù e noi. Siccome nonostante la bocciatura Ferrara non modificava il proprio atteggiamento, ci siamo alzati tutti e abbiamo augurato Buon Natale. Se posso permettermi è meglio che si dedichino a strategie tecniche dimenticando quelle politiche vista la classifica. Questa è la ragione per cui non è stata assegnata la Final Eight: se Ferrara non cambia il suo atteggiamento non andranno da nessuna parte: a quel punto sì che proporremmo Bologna come sede».
Siamo al muro contro muro, la scelta di Avellino non è più sicura, quella di Roma è fragile e torna d’attualità quella di Bologna che aveva rescisso il contratto e adesso si candida. Come le partite di basket, anche quelle dentro la Lega si fondano su tattiche imprevedibili e difficili da capire.
SIENA. “Si è riunita oggi a Bologna l'Assemblea dei club di Serie A . In fase di apertura dei lavori, a seguito di un ampio dibattito preliminare, si è venuta a creare la mancanza del numero legale per cui l'Assemblea è stata aggiornata”.
Tre righe di comunicato sul sito della Lega, con la foto del presidente Valentino Renzi quasi a voler mettere la sua faccia chiamando, forse, a una maggior responsabilità i 16 club in un momento delicatissimo (i 6 punti di penalizzazione della Fip a Napoli e i 2 di Varese per mancati adempimenti normativi fiscali e previdenziali) di fronte a problemi strutturali seri, e ormai più che endemici che minano questa ultima versione dell’organismo che ha puntato su un uomo del basket promuovendolo al ruolo di top-manager (il più pagato fra gli sport professionistici, 350 mila euro, buon per lui), non è riuscito a tradurre il valore del movimento in nuovi contratti e soprattutto non è riuscita a creare una pax minima con la Federbasket (e il CONI).
Tre righe davvero amare alla vigilia del Natale per sfumare la portata di una profonda crisi dentro Legabasket che si aggrava, e non per colpo di “arbitropoli” in quanto l’Ansa con un comunicato parla di “inchiesta chiusa”. Nel giro di due settimane ha fatto mancare per ben due volte il numero legale sullo sfondo di una serie di divergenze sulle quote d’ingresso, la scelta di Avellino come sede delle Final Eight (si ipotizzava una retromarcia con destinazione Roma che rimane comunque in piedi…) e naturalmente la votazione del bilancio, il primo in rosso (900 mila euro, è stato scritto) frutto di una contrazione delle entrate fra le quali il rinnovo con Sky Sport che aveva già raggiunto un accordo su cifre superiori, come dichiarato dall’ex presidente Franco Corrado al momento
Ferrara con un imprenditore di punta (Roberto Mascellani) e il suo braccio destro, l’ad Sandro Crovetti, in passato segretario generale degli anni felici di Legabasket, già decisiva per la scelta di Avellino nell’ultima riunione critica, stavolta si è arroccata sulla posizione “di voler ottenere un rimborso sulla quota d'ingresso fissata a 350mila euro”. Le quote d’ingresso sono la tassa che viene chiesta alle neo-promosse da Lega Due… Montegranaro si è messa di trasverso di fronte a questa richiesta che sembra trovasse larghi consensi, si andava così al voto, ma nessuno cambiava opinione e i club abbandonavano la riunione, facendo mancare il numero legale.
“La posizione di Ferrara – questo il virgolettato del Resto del “Carlino” attribuito a Claudio Sabatini, proprietario della Virtus Bologna – sta creando inutili tensioni: ieri è successa una cosa senza precedenti, l'assemblea si è aperta con una mozione di Montegranaro contraria all'impostazione degli estensi e di altri club in merito alla questione. Messa ai voti si sono espressi a favore Siena, Milano, Roma, Treviso, Biella, Teramo, Cantù e noi. Siccome nonostante la bocciatura Ferrara non modificava il proprio atteggiamento, ci siamo alzati tutti e abbiamo augurato Buon Natale. Se posso permettermi è meglio che si dedichino a strategie tecniche dimenticando quelle politiche vista la classifica. Questa è la ragione per cui non è stata assegnata la Final Eight: se Ferrara non cambia il suo atteggiamento non andranno da nessuna parte: a quel punto sì che proporremmo Bologna come sede».
Siamo al muro contro muro, la scelta di Avellino non è più sicura, quella di Roma è fragile e torna d’attualità quella di Bologna che aveva rescisso il contratto e adesso si candida. Come le partite di basket, anche quelle dentro la Lega si fondano su tattiche imprevedibili e difficili da capire.