Le speranze di Paolo Piochi
L’invito di Augusto Mattioli: https://www.ilcittadinoonline.it/sport/basket-sport/quale-futuro-per-il-basket-senese-dite-la-vostra/
SIENA. Compito molto arduo rispondere all’amico Augusto Mattioli per fornire un parere volto a trovare la migliore ricetta per il futuro del basket senese, poiché si tratta – come lui ben sa – dello stesso quesito già posto tanti anni fa, ancor prima che la Mens Sana assurgesse ai fasti conseguiti, fasti ottenuti a seguito di una importante e pluriennale collaborazione con la banca Monte dei Paschi di Siena, attraverso la quale venivano assicurati con facilità sponsorizzazioni, prima indirette a poi dirette, tali da conquistare indimenticabili risultati in campo nazionale ed internazionale che tutti conosciamo.
Prima che questi accadimenti si verificassero in misura incredibile ed impensabile, le varie squadre di basket senesi dovevano fare i conti perfino con l’assenza di strutture funzionali allo scopo: il primo palazzetto costruito a Siena negli anni sessanta dello scorso secolo si deve alla lungimiranza ed allo smisurato coraggio del prof. don Armando Perucatti, fondatore della S. S. Virtus, poi venne subito dopo il palazzetto del Coni, e così via crescendo.
Insomma Siena con le squadre della Mens Sana, della Virtus, del Costone, del Collegio San Marco e della Magione stava diventando pian piano la città della Toscana che nel basket faceva dottrina, sottraendo lo scettro alla più titolata piazza di Livorno con la scuola dell’allenatore Otello Formigli.
Da quegli anni, come si usa dire, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, come tanti sono stati gli ammirevoli concittadini dotati di serietà, dedizione e consapevolezza dei propri mezzi che hanno contribuito a rendere protagonista Siena in questo sport.
A loro dobbiamo essere davvero molto grati e riconoscenti.
Oggi, nel richiamare un particolare periodo storico già vissuto nello scorso secolo e con una economia territoriale purtroppo completamente cambiata ed ancora in affanno, Augusto Mattioli ripropone un quesito che già a quel tempo non riscosse un grande successo, perché ogni società ritenne più opportuno, a torto o a ragione, proseguire per la propria strada.
Anche più di recente, se ben ricordiamo, simili tentativi di risollevare questo sport non sembrano aver sortito positivi riscontri e, nonostante un riacceso entusiasmo rilevato di recente tra il numeroso pubblico presente nei palazzetti, le locali squadre di basket si trovano a lottare in categorie forse non rispondenti alla loro storia.
In tutta franchezza ritengo che la sana competizione, peraltro mai sopita tra le varie società senesi di basket, sia un fatto che ha contribuito e contribuisce ad innalzare il livello di passione e la qualità delle prestazioni per cui ho motivo di prevedere difficoltà ad unire i loro indirizzi, fermo restando gli innegabili problemi nel sostenere gli impegni finanziari che consiglierebbero una unità di intenti, atteso che questa piazza, almeno per il momento, non è più come un tempo un’attrattiva di rilevanti capitali.
Non sono assolutamente in grado di poter prevedere cosa ci riserverà il futuro al riguardo, poiché non possiedo le qualità di un veggente, né tanto meno dispongo di una sfera di cristallo che suggerisca valide proposte per poter soddisfare la legittima curiosità del prof Augusto Mattioli.
Ad ogni buon conto vorrei ben sperare che il patrimonio di competenze e di conoscenze maturate nel corso del tempo in questo campo non vadano disperse e certi personaggi di sicuro affidamento che qui risiedono o, in qualche misura, sono ancora legate a Siena possano contribuire, in cuor loro, a trovare soluzioni valide e condivise tali da restituire dignità e prestigio ad una città che per anni è stata un punto di riferimento e capitale del basket italiano.
Soluzioni che, per azzardare una risposta a quale sarà il futuro del basket senese, non possono prescindere, a mio sommesso parere, non solo da un ritrovato e legittimo entusiasmo ma da un interrogativo assai più complesso, ovvero immaginare soprattutto l’avvenire che si prospetta per questo territorio e per le sue nuove generazioni.
Paolo Piochi
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