E' importante la comunità d'intenti secondo Guido Guidarini
L’invito di Augusto Mattioli: https://www.ilcittadinoonline.it/sport/basket-sport/quale-futuro-per-il-basket-senese-dite-la-vostra/
SIENA. La domanda di Augusto sul futuro della Pallacanestro a Siena è da una parte semplice ma anche molto complessa, quello che è certo è che un futuro secondo me c’è . Quando però ci si chiede dove andremo forse una delle prime cose da analizzare è da dove veniamo.
Da ragazzo andavo a trovare foto e ritagli di giornali di mio padre Marcello di quando lui giocava in Sant’agata, oggi le ho esposte in casa e la mattina spesso le guardo con un sorriso e lo saluto con piacere. A 12 anni, come tantissimi miei coetanei, mi ricordo la prima e unica partita dove lui mi portò al Dodecaedro e rimasi affascinato tant’è che qualche mese dopo volli iniziare a giocare ed andai alla Virtus ….si alla Virtus dove molti del Nicchio praticavano quello sport di cui io non capivo nulla e dove Luciano Biagini, prof della Scuola media dove ero mi indirizzò. Li, mi ricordo ancora le parole di Roberto Morrocchi a cui con timidezza chiesi se secondo lui potevo provare ad iniziare …e lui rispose “se vali anche solo una parte di tuo padre sicuramente sì “.
La settimana dopo ero in palestra con Augusto Mattioli che selezionava una squadra del 64\65… sempre per la Virtus perché quelli della mia età bravi erano alla Mens Sana, ma io non ero bravo.
Da allora la passione per il basket non mi ha più abbandonato e ho trovato la gran parte dei miei amici e conoscenti anche attuali in questo splendido ambiente di cui tutta la città è permeata. Di nascosto perché i miei non volevano, pur di vedere i Campionato Europeo maschile di pallacanestro del 1979, andai a fare il venditore di bibite nel nuovo e stupendo palazzetto che la mia città – al tempo gestita con intelligenza e lungimiranza – aveva costruito proprio per assecondare il sogno legato alla pallacanestro. A scuola ed ai tornei giocavamo gli uni contro gli altri sia che si fosse della Virtus, della Mens Sana o del Costone, non c’erano rivalse o offese, ci divertivamo e in maniera scanzonata tutti volevamo vincere e poi nel fine settimana ci ritrovavamo tutti al palazzetto .
Di tempo ne è passato molto, giocare e poi allenare il basket è stata per la mia generazione peggio di una droga e tra i pensieri più belli di quegli anni ci sono le partite giocate o quelle dove andavamo a fare tifo al palazzetto o in trasferta, sì perché era normale giocare dovunque, ma si tifava sempre e solo Mens Sana. Sembrerà strano oggi ma quella era la Siena del basket, dove non c’era distinzione tra Morrocchi, Brenci, Cardaioli o Casini tutti si faceva parte della stessa “setta” di appassionati e cosi è sempre stato fino anche ai successi che la Mens Sana riuscì a conquistare negli anni che ne segnarono il suo imperituro successo. Quando da senese “espatriato” andavo con mia figlia piccola a vedere a Treviso o a Bologna la mia squadra era solo un senese che guardava i suoi colori e inseguiva la sua fede e mai neppure per un attimo mi sono posto i dubbio che io ero nato e cresciuto alla Virtus.
Tutta Siena praticava basket dovunque anche in molte realtà della provincia dai colori poliedrici ma tutti, proprio tutti ci riunivamo poi a fare tifo per la nostra bandiera biancoverde. Questo forse spiega, secondo me, come ancor oggi anche per i più giovani la Mens Sana è veramente un’appartenenza, una “fede”, sono i nostri figli o nipoti che negli anni degli scudetti, delle Coppe erano con noi a gioire e idolatrare i campioni. Forse alcuni in città si sono dimenticati che per quasi quindici anni noi siamo stati il basket italiano in Europa, avevamo visibilità televisiva, social e mediatica di primissimo livello.
Tutta questa premessa, un po’ forse semplicistica o nostalgica, per arrivare all’oggi dove la “nostra” pallacanestro continua nel suo fermento con una Virtus ai play off, un Costone che ha investito molte energie e ne sta per raccogliere i frutti, con una Mens Sana, rinata come l’araba Fenice, che sta pian pianino riprendendo quota con una società nuova ed indipendente ed un seguito che continua a ricostruirsi.
Ma allora quale futuro per lo sport che più amiamo? come la città può tornare a livelli professionistici e ridare fiato alla nostra passione? Esempi intorno a noi ce ne sono molti, ma per citare quelli a noi più vicini basta guardare a Livorno o ai Termali, l’antagonismo può generare positività e convogliare energie economiche importanti in un progetto che riporti il nostro Sport dove merita.
Dal mio e sottolineo dal mio modesto punto di vista, però, la Mens Sana, con tutti i nostri difetti è una bandiera cittadina che non ha eguali, si scrive Mens Sana ma si legge Siena!!
La storia, la tradizione, la competenza ed il seguito mi portano a dire che l’unica scelta che vedo è che le società collaborino su tutto a patire ovviamente dai settori giovanili, che si espliciti una comunità di intenti che riguardi anche la Pallacanestro Femminile ed il Baskin, che si riesca finalmente a proporci alla federazione per l’organizzazione di Tornei come le Finali Nazionali degli Under 19 Eccellenza Maschile che quest’anno verranno fatte a Chiusi o le Under 19 GOLD Maschile che verranno fatte a Cecina ma poi si comprenda, al di la degli steccati, che Siena ha già un blasone che tutti dovremo riconoscere .
Nella mia visione, che verrà sicuramente vista di parte, la città – se fosse un’azienda – avrebbe già una diversificazione di “prodotto cestistico” con l’alta gamma da rilanciare tutti assieme e con esso anche le altre società ed il movimento intero ne avrebbero giovamento e soddisfazione.
Siamo una bella città ma di piccole dimensioni, con risorse scarse se continuiamo a non vedere la luna ma guardiamo il dito ci combatteremo fino al naturale esaurimento delle energie e non vedremo mai più un basket di alto livello in città… e sarebbe veramente un peccato: non ce lo meritiamo, indipendentemente dai colori per cui tifiamo.
Guido Guidarini
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