Cade così anche l'ultimo espediente della proprietà Macchi per guadagnare tempo in attesa di una soluzione della crisi finanziaria che non arriverà mai.
di Umberto De Santis
SIENA. Si è svolta l’udienza presso il collegio di Garanzia del CONI del ricorso della Mens Sana Basket 1871 che è stato respinto, come era logico ed ampiamente nelle previsioni già dopo la farsa della partita contro Biella giocata con i ragazzi delle giovanili proprio per evitare quello che poi è avvenuto, l’esclusione dal campionato di serie A2. Ecco il testo pubblicato:
“Ha respinto il ricorso iscritto al R.G. ricorsi n. 43/2019, presentato, in data 9 maggio 2019, dalla Mens Sana Basket 1871 ssd a r.l. contro la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP), la Procura Federale FIP e nei confronti della Lega Nazionale Pallacanestro e della Pallacanestro Biella s.s.d. a r.l. per l’annullamento e/o la revoca della decisione emanata dalla Corte Sportiva d’Appello FIP, di cui al C.U. n. 1462 del 9 aprile 2019, comunicata il successivo 10 aprile, relativamente al gravame proposto dalla ricorrente avverso la decisione del Giudice Sportivo Nazionale FIP, di cui al C.U. n. 1405 del 19 marzo u.s., e per l’effetto, per l’annullamento e/o la revoca della sanzione irrogata all’esponente dell’esclusione della medesima dal campionato di Serie A2 maschile di pallacanestro e conseguente applicazione dell’art. 17, Regolamento Esecutivo Gare, nonché dell’ammenda di € 30.000,00, ai sensi dell’art. 56, comma 2, RG FIP, nonché di ogni ulteriore atto e provvedimento presupposto, annesso, connesso, collegato e conseguente; HA, ALTRESI‘ COMPENSATO LE SPESE DEL GIUDIZIO”.
Cade così anche l’ultimo espediente della proprietà Macchi per guadagnare tempo in attesa di una soluzione della crisi finanziaria che non arriverà mai. Non si vede infatti all’orizzonte un qualsiasi cavaliere bianco che possa avere interesse a rilevare una società dalla vita molto breve, con in palmarès soltanto la vittoria in un campionato di serie B, senza nemmeno più la sede storica di quella che l’aveva preceduta e, particolare certo non irrilevante, gravata da debiti di un importo mai realmente confessato apertamente ma che dovrebbe aggirarsi intorno ai due milioni di euro.