di Enrico Campana
SIENA. Il gran cuore senese ha risparmiato gli spagnoli trascurando, cosa grave per una città che riattualizza sempre la propria storia, quell’odiosa occupazione dalla quale si scosse grazie al miracolo della Madonna di Provenzano?
Mi chiedo fin dove ci siano responsabilità nella sconfitta di Madrid, venuta dopo una superiorità nei fatti di ben 3 tempi, e se il fatalismo – vedendo un Ettore Messina dal pallore spettrale – si sia incarnato nell’ultimo quarto in quel guascone dal cognome originale con ben tre elle, che si pronuncia Szerghio Glugl (Sergio Llull) e che rappresenta in fondo la vera differenza storica e culturale fra i due basket più evoluti della pallacanestro occidentale europea. Italian do it better, forse, ma non nel basket. Basta dare un’occhiata al tabellino.
C’è bisogno, amici, compresi quelli che si sentono ingiustamente attaccati, di una nuova cultura sportiva, e questo la gente chiede a Simone Pianigiani come neo CT. Di mettere, a sua volta, il cuore oltre l’ostacolo, di sfidare una volta di più quella patina formale che riveste ogni gara perché, come ho scritto nelle ultime settimane più volte, vedendolo all’opera, questo Real è per ora una tigre di cartapesta.
Tutto è bene quel che finisce bene, in fondo, per Siena perdere il saldo attivo contro il Real non è cosa da strapparsi le vesti i in quanto, ripeto, la squadra spagnola ha in questo momento precisi limiti strutturali ampiamente dimostrati, non ultimo un ko record (-19) nella coppa di Spagna contro il Barcellona. L’avere il peggior saldo fra le 4 squadre a pari punti significa poco, c’è ancora un altro colpo possibile, perché sfido chiunque a sostenere che questo Maccabi “impronosticabile” non sia battibile nel prossimo turno, o che nell’ultima gara la Pianigiani-band non possa fare polpette dell’Efes, peraltro come è successo nel gala di pre-campionato, se non erro e anche nella passarella fiorentina. Perché l’Efes, presa in velocità, è una squadra vulnerabile, soprattutto da quando – e non si capisce bene – ha perso per strada quel Bojan Popovic presentatosi nelle prime due gare della stagione con 19 assist e costretto a cedere la regia a una delle peggiori mani quadre d’Europa, l’onesto soldatino Tunceri, di cui parlano le mediocri cifre su tutto il campo.
Occasione persa, dunque, con lungo vantaggio su ben 3 tempi, fino a un massimo di 9 punti, forse l’errore di ritenere la qualificazione ai playoff già raggiunta, prima di subire il Llull-show (17 punti in 11 minuti per il giovane e palluto Sergio, scelto dalla NBA). E già capace a Siena, nel turno precedente, di trascinare i suoi vecchioni fuori dalla palude di una sicura sconfitta. Mai visto Siena subire tanto un giocatore giovane, forse sottostimato. Bisogna dare per scontato, ripeto, che il ciclone-Llull tiene stoffa e sangue caliente, ma rappresenta – soprattutto – quel tipico senso di sfida del basket iberico, molto espressivo, individualista – nel senso di libero – e anche nazionalista. Un basket che si è fatto onore anche in questo turno, andando a vincere col Caja Laboral a Mosca, proprio contro la squadra allenata dal suo CT Sergio Scariolo, e ad Atene con quella che in questo momento appare come il miglior club d’Europa, il Barcellona linea verde.
Il diario della giornata è fitto di note importanti. Passaggio di consegne ufficiale ad Atene: il Barcellona mette fuori il Panathinaikos, campione uscente e miglior formazione della decade. Corsa finita anche per l’Olimpia Lubiana e l’Unicaja Malaga. Grande vittoria a Mosca del Caja Laboral senza Tiago Splitter (due mesi di assenza).
Fra mille tormenti nel suo Vistalegre un Real costruito con colpi di mercato riesce a respingere l’assalto di Siena, salva la ghirba e ribalta la differenza canestri (+1). Il cosiddetto girone di ferro va avanti all’insegna del fattore-campo. Esiste dunque questo “fattore c” che significa atmosfera ma anche esperienza.
A due giornate dal termine delle Top 16 può decidere un solo colpo di roulette (vittoria esterna) o più probabile con quello scarto netto che non si è ancora visto, con un massimo del -10 di Siena della serataccia di Istanbul che la Mens Sana si porta ancora dietro, ma certamente rimediabile nell’ultima gara, quando si ritroverà di fronte Ataman, il suo ex coach nella serata probabilmente più importante della stagione. Sarà davvero un “mamma li turchi…”
Siena ha condotto per 3 tempi, con questi parziali 13-16, 19-21, 16-16, preferendo giocare con quintetti agili, mettendo in campo Lavrinovic che ha fatto il suo (11 punti in 18 minuti). Hawkins dopo una tripla è entrato in una fase di anonimato (in coppa sembra un altro giocatore), mentre le bombe mancate (3 su 12) di un McIntyre, il grande protagonista dell’andata, al solito “mr assist” della giornata, si sono portate via la speranza del clamoroso ko esterno contro una squadra del grande Ettore Messina, salvato da Sergio Llull, una specie di Flash Gordon del basket, capace di rianimare quello che i tifosi chiamano “el geriatrico”, facendo pollice verso ai veterani arrivati quest’anno nella cruda.
Alla fine, siccome il basket è uno sport scientifico, a parte la serata no dei bomberos senesi, Siena sconta ancora una volta i problemi strutturali sotto canestro, ben mascherati in campionato da un surplus di altre virtù. Ha preteso di fare la guerra con le sue ottime guardie (Domercant su tutti, Sato dovunque), evabbè. Ma ha avuto solo 3 punti fra Eze (2), Stonerook (1 punto, 0/4 al tiro ma 8 rimbalzi per il MVP di Avellino), Marconato che ha giocato meno di 4 minuti e Ress e Slokar a scaldare la panca. Ma visti i problemi di falli e d’identità europea di Hawkins, la pessima mira di McIntyre, la non irresistibile batteria di lunghi del Real (Tomic ringrazia, 12 punti, la sua miglior partita…), la grande prestazione dell’andata di Marconato e l’arrivo di Slokar, son certo che ripensandoci Pianigiani cercherebbe, a sorpresa, di dare battaglia in quel settore. Così il conto è stato di 35 rimbalzi contro 27, difficoltà di tiro da sotto (12-26, 46%) eccessivi rischi da fuori (10 su 26, 38%), 16 palle perse… Ecco spiegati i gli 8 “disgraziati” punti in un contesto di una gara non certo illuminata da un Real "galactico", come si favoleggiava a settembre.
Per maggior comprensione ricostruisco quello che è accaduto in questo girone, l’unica con 4 squadre a pari punti: 1.a g.: Real Madrid-Efes 77-70, Mps-Maccabi 76-72. 2.a g: Efes Pilsen-Montepaschi 88-78, Maccabi Tel Aviv-Real Madrid 81-76. 3.a g.: Maccabi-Efes 72-62, Mps-Real Madrid 83-76. 4.a g: Efes-Maccabi 63-56, Real Madrid-Mps 77-69 Classifica: Maccabi saldo +5, Real Madrid +3 , Efes 0, Mps Siena -7 (2-2) p.4. Prossimo turni, 5.a giornata 4 marzo con Efes-Real (Istanbul 20.15), Maccabi-Mps (Tel Aviv 21), 6.a e ultima giornata con Mps-Efes e Real-Maccabi.
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SIENA. Il gran cuore senese ha risparmiato gli spagnoli trascurando, cosa grave per una città che riattualizza sempre la propria storia, quell’odiosa occupazione dalla quale si scosse grazie al miracolo della Madonna di Provenzano?
Mi chiedo fin dove ci siano responsabilità nella sconfitta di Madrid, venuta dopo una superiorità nei fatti di ben 3 tempi, e se il fatalismo – vedendo un Ettore Messina dal pallore spettrale – si sia incarnato nell’ultimo quarto in quel guascone dal cognome originale con ben tre elle, che si pronuncia Szerghio Glugl (Sergio Llull) e che rappresenta in fondo la vera differenza storica e culturale fra i due basket più evoluti della pallacanestro occidentale europea. Italian do it better, forse, ma non nel basket. Basta dare un’occhiata al tabellino.
C’è bisogno, amici, compresi quelli che si sentono ingiustamente attaccati, di una nuova cultura sportiva, e questo la gente chiede a Simone Pianigiani come neo CT. Di mettere, a sua volta, il cuore oltre l’ostacolo, di sfidare una volta di più quella patina formale che riveste ogni gara perché, come ho scritto nelle ultime settimane più volte, vedendolo all’opera, questo Real è per ora una tigre di cartapesta.
Tutto è bene quel che finisce bene, in fondo, per Siena perdere il saldo attivo contro il Real non è cosa da strapparsi le vesti i in quanto, ripeto, la squadra spagnola ha in questo momento precisi limiti strutturali ampiamente dimostrati, non ultimo un ko record (-19) nella coppa di Spagna contro il Barcellona. L’avere il peggior saldo fra le 4 squadre a pari punti significa poco, c’è ancora un altro colpo possibile, perché sfido chiunque a sostenere che questo Maccabi “impronosticabile” non sia battibile nel prossimo turno, o che nell’ultima gara la Pianigiani-band non possa fare polpette dell’Efes, peraltro come è successo nel gala di pre-campionato, se non erro e anche nella passarella fiorentina. Perché l’Efes, presa in velocità, è una squadra vulnerabile, soprattutto da quando – e non si capisce bene – ha perso per strada quel Bojan Popovic presentatosi nelle prime due gare della stagione con 19 assist e costretto a cedere la regia a una delle peggiori mani quadre d’Europa, l’onesto soldatino Tunceri, di cui parlano le mediocri cifre su tutto il campo.
Occasione persa, dunque, con lungo vantaggio su ben 3 tempi, fino a un massimo di 9 punti, forse l’errore di ritenere la qualificazione ai playoff già raggiunta, prima di subire il Llull-show (17 punti in 11 minuti per il giovane e palluto Sergio, scelto dalla NBA). E già capace a Siena, nel turno precedente, di trascinare i suoi vecchioni fuori dalla palude di una sicura sconfitta. Mai visto Siena subire tanto un giocatore giovane, forse sottostimato. Bisogna dare per scontato, ripeto, che il ciclone-Llull tiene stoffa e sangue caliente, ma rappresenta – soprattutto – quel tipico senso di sfida del basket iberico, molto espressivo, individualista – nel senso di libero – e anche nazionalista. Un basket che si è fatto onore anche in questo turno, andando a vincere col Caja Laboral a Mosca, proprio contro la squadra allenata dal suo CT Sergio Scariolo, e ad Atene con quella che in questo momento appare come il miglior club d’Europa, il Barcellona linea verde.
Il diario della giornata è fitto di note importanti. Passaggio di consegne ufficiale ad Atene: il Barcellona mette fuori il Panathinaikos, campione uscente e miglior formazione della decade. Corsa finita anche per l’Olimpia Lubiana e l’Unicaja Malaga. Grande vittoria a Mosca del Caja Laboral senza Tiago Splitter (due mesi di assenza).
Fra mille tormenti nel suo Vistalegre un Real costruito con colpi di mercato riesce a respingere l’assalto di Siena, salva la ghirba e ribalta la differenza canestri (+1). Il cosiddetto girone di ferro va avanti all’insegna del fattore-campo. Esiste dunque questo “fattore c” che significa atmosfera ma anche esperienza.
A due giornate dal termine delle Top 16 può decidere un solo colpo di roulette (vittoria esterna) o più probabile con quello scarto netto che non si è ancora visto, con un massimo del -10 di Siena della serataccia di Istanbul che la Mens Sana si porta ancora dietro, ma certamente rimediabile nell’ultima gara, quando si ritroverà di fronte Ataman, il suo ex coach nella serata probabilmente più importante della stagione. Sarà davvero un “mamma li turchi…”
Siena ha condotto per 3 tempi, con questi parziali 13-16, 19-21, 16-16, preferendo giocare con quintetti agili, mettendo in campo Lavrinovic che ha fatto il suo (11 punti in 18 minuti). Hawkins dopo una tripla è entrato in una fase di anonimato (in coppa sembra un altro giocatore), mentre le bombe mancate (3 su 12) di un McIntyre, il grande protagonista dell’andata, al solito “mr assist” della giornata, si sono portate via la speranza del clamoroso ko esterno contro una squadra del grande Ettore Messina, salvato da Sergio Llull, una specie di Flash Gordon del basket, capace di rianimare quello che i tifosi chiamano “el geriatrico”, facendo pollice verso ai veterani arrivati quest’anno nella cruda.
Alla fine, siccome il basket è uno sport scientifico, a parte la serata no dei bomberos senesi, Siena sconta ancora una volta i problemi strutturali sotto canestro, ben mascherati in campionato da un surplus di altre virtù. Ha preteso di fare la guerra con le sue ottime guardie (Domercant su tutti, Sato dovunque), evabbè. Ma ha avuto solo 3 punti fra Eze (2), Stonerook (1 punto, 0/4 al tiro ma 8 rimbalzi per il MVP di Avellino), Marconato che ha giocato meno di 4 minuti e Ress e Slokar a scaldare la panca. Ma visti i problemi di falli e d’identità europea di Hawkins, la pessima mira di McIntyre, la non irresistibile batteria di lunghi del Real (Tomic ringrazia, 12 punti, la sua miglior partita…), la grande prestazione dell’andata di Marconato e l’arrivo di Slokar, son certo che ripensandoci Pianigiani cercherebbe, a sorpresa, di dare battaglia in quel settore. Così il conto è stato di 35 rimbalzi contro 27, difficoltà di tiro da sotto (12-26, 46%) eccessivi rischi da fuori (10 su 26, 38%), 16 palle perse… Ecco spiegati i gli 8 “disgraziati” punti in un contesto di una gara non certo illuminata da un Real "galactico", come si favoleggiava a settembre.
Per maggior comprensione ricostruisco quello che è accaduto in questo girone, l’unica con 4 squadre a pari punti: 1.a g.: Real Madrid-Efes 77-70, Mps-Maccabi 76-72. 2.a g: Efes Pilsen-Montepaschi 88-78, Maccabi Tel Aviv-Real Madrid 81-76. 3.a g.: Maccabi-Efes 72-62, Mps-Real Madrid 83-76. 4.a g: Efes-Maccabi 63-56, Real Madrid-Mps 77-69 Classifica: Maccabi saldo +5, Real Madrid +3 , Efes 0, Mps Siena -7 (2-2) p.4. Prossimo turni, 5.a giornata 4 marzo con Efes-Real (Istanbul 20.15), Maccabi-Mps (Tel Aviv 21), 6.a e ultima giornata con Mps-Efes e Real-Maccabi.
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