di Enrico Campana
SIENA. Un Romain Sato al cubo e Tyrrell McIntyre al quadrato non sono stati sufficienti in gara 1 per sbancare il campo del Panathinaikos 4 volte campione d’Europa, che però nella regular season il Barcellona era riuscito a violare. La squadra più in forma e più fresca, ma anche la prima a mettere il piede sulla mina di match come questi dei playoff d’alto tasso tecnico ed emotivo, vittima in casa sua col Tau presenza con la p maiuscola da anni in Eurolega.
Nella cosiddetta “fabbrica del chiasso”, come è stato ribattezzato il palasport olimpico (OAKA) con 18 mila spettatori (altri 12 mila quasi alla stessa ora tifavano per l’Olimpiakos, che a pochi km. di distanza ha battuto da parte sua il Real Madrid), mancavano due personaggi illustri: Diamantidis fra i greci a Lavrinovic fra i senesi.
Il loro rientro nel corso della serie potrà essere una variabile importante, specie per Siena, perché il lungo martello lituano non solo è un grande attaccante ma spesso può mettere una pezza sotto canestro dove temevano, come scritto alla vigilia, l’astro nascente Nikola Pekovic, 2,16, grande potenziale in attacco, che ha segnato 21 punti in 17 minuti, mentre Eze è stato in campo solo 14 minuti, rinunciatario, e tradito dalla sua emotività in una stagione in cui ha fatto progressi ma forse non abbastanza per mettersi sulle spalle la squadra in un match di simile portata.
Adesso si è aperto un buco (se non un cratere) preoccupante dentro l’area senese, principale problema per Simone Pianigiani in gara 2, e non risolvibile con i (non molti, 14 in totale) minuti concessi a Lechtaler e Ress, due “panchinizzati” che non hanno potuto incidere più di tanto da un giorno all’altro.
Purtroppo con la mancanza di Lavrinovic è andato allo sconto anche il problema della panchina, accorciatasi via via durante la stagione anche per la differenza di personalità fra i primi 7-8 giocatori e il resto del gruppo. Un problema non visibile nel campionato italiano, davvero in stallo a tutti i livelli. Dalla panchina la squadra del vampiro Obradovic ha trovato invece i match winner di questo match, e dopo Petkovic Antonis Fotsos ha segnato 11 punti, con 2 bombe decisive nel finale, catturato 7 rimbalzi e stoppato un Eze frastornato, spegnendolo definitivamente.
Le cifre sono impietose. A livello di primi 5 grazie a Sato e TMac Siena è stata superiore, ma la panchina ha fatto differenza in negativo, 7 punti contro 39 dei greci. Siena ha la possibilità di recuperare, in casa non ha mai perso, e gara 2 è la svolta. Se perde è difficile che riesca a vincere 3 volte contro una corazzata tanto potente. Siena è riuscita a impattare nella regular season ma poi ha cambiato marcia.
Esce un po’ ridimensionato il basket spagnolo, il Real è stato in soggezione contro l’Olympiakos, il Tau ha vinto nella tana del Barcellona, top ranking per 6 mesi. Oltre al record di 13 assist di Papaloukas (Olympiakos), c’è anche quello del Cska di Messina che ha vinto con 56 punti subendone solo 47 contro il Partizan, e nonostante il 9% da tre.
SIENA. Un Romain Sato al cubo e Tyrrell McIntyre al quadrato non sono stati sufficienti in gara 1 per sbancare il campo del Panathinaikos 4 volte campione d’Europa, che però nella regular season il Barcellona era riuscito a violare. La squadra più in forma e più fresca, ma anche la prima a mettere il piede sulla mina di match come questi dei playoff d’alto tasso tecnico ed emotivo, vittima in casa sua col Tau presenza con la p maiuscola da anni in Eurolega.
Nella cosiddetta “fabbrica del chiasso”, come è stato ribattezzato il palasport olimpico (OAKA) con 18 mila spettatori (altri 12 mila quasi alla stessa ora tifavano per l’Olimpiakos, che a pochi km. di distanza ha battuto da parte sua il Real Madrid), mancavano due personaggi illustri: Diamantidis fra i greci a Lavrinovic fra i senesi.
Il loro rientro nel corso della serie potrà essere una variabile importante, specie per Siena, perché il lungo martello lituano non solo è un grande attaccante ma spesso può mettere una pezza sotto canestro dove temevano, come scritto alla vigilia, l’astro nascente Nikola Pekovic, 2,16, grande potenziale in attacco, che ha segnato 21 punti in 17 minuti, mentre Eze è stato in campo solo 14 minuti, rinunciatario, e tradito dalla sua emotività in una stagione in cui ha fatto progressi ma forse non abbastanza per mettersi sulle spalle la squadra in un match di simile portata.
Adesso si è aperto un buco (se non un cratere) preoccupante dentro l’area senese, principale problema per Simone Pianigiani in gara 2, e non risolvibile con i (non molti, 14 in totale) minuti concessi a Lechtaler e Ress, due “panchinizzati” che non hanno potuto incidere più di tanto da un giorno all’altro.
Purtroppo con la mancanza di Lavrinovic è andato allo sconto anche il problema della panchina, accorciatasi via via durante la stagione anche per la differenza di personalità fra i primi 7-8 giocatori e il resto del gruppo. Un problema non visibile nel campionato italiano, davvero in stallo a tutti i livelli. Dalla panchina la squadra del vampiro Obradovic ha trovato invece i match winner di questo match, e dopo Petkovic Antonis Fotsos ha segnato 11 punti, con 2 bombe decisive nel finale, catturato 7 rimbalzi e stoppato un Eze frastornato, spegnendolo definitivamente.
Le cifre sono impietose. A livello di primi 5 grazie a Sato e TMac Siena è stata superiore, ma la panchina ha fatto differenza in negativo, 7 punti contro 39 dei greci. Siena ha la possibilità di recuperare, in casa non ha mai perso, e gara 2 è la svolta. Se perde è difficile che riesca a vincere 3 volte contro una corazzata tanto potente. Siena è riuscita a impattare nella regular season ma poi ha cambiato marcia.
Esce un po’ ridimensionato il basket spagnolo, il Real è stato in soggezione contro l’Olympiakos, il Tau ha vinto nella tana del Barcellona, top ranking per 6 mesi. Oltre al record di 13 assist di Papaloukas (Olympiakos), c’è anche quello del Cska di Messina che ha vinto con 56 punti subendone solo 47 contro il Partizan, e nonostante il 9% da tre.