di Umberto De Santis
SIENA. Daniel Hackett, playmaker della Virtus Bologna, ma tra il 2012 e il 2014 anche della Montepaschi Mens Sana, ha partecipato al podcast “Step Out on Tour” insieme al compagno di squadra Awudu Abass e a Tommaso Marino. Proprio quest’ultimo gli ha chiesto di ricostruire, con i vari retroscena, il secondo anno 2013-14, quello, ricordiamo, che si concluse con il fallimento della società.
Le parole di Hackett. “Finisce il primo anno a Siena, e arriva la chiamata del presidente (Minucci, ndr), che mi dice ‘Abbiamo deciso di far partire allenatore, Moss, Kangur e preparatore atletico, e tu sei il prossimo perché io ho un accordo fatto con Milano.’ Penso che a quel punto una persona ragionevole, quadrata, ascolta il presidente e accetta l’offerta. Ho fatto l’opposto. Senza dir niente a nessuno sono andato a Punta Ala, dove c’era il 28 metri del presidente, a chiedere con le lacrime agli occhi di non vendermi, perché non volevo andare a Milano. Una bella chiacchierata, un pranzo, siamo d’accordo e vado via. Dopo un po’ mi chiama il mio procuratore e mi fa ‘Daniel che c…o hai combinato? Per rimanere a Siena ti ha chiesto di tagliarti il contratto del 50%.’ Il giochetto era che mi dovevo decurtare il contratto, ho accettato pur di rimanere. Non chiedermi il perché, ma volevo rimanere lì. Parte il secondo anno con un progetto in cui avevano promesso che avrei avuto un ruolo centrale con buoni giocatori. Arrivano i problemi che tutti conosciamo e a novembre, eravamo a Cantù, il capo mi chiama negli spogliatoi e mi dice ‘Abbiamo grosse difficoltà a finire la stagione, bisogna che ti metto sul mercato.’ Ho realizzato che forse era arrivata l’ora di partire. Interessati il Galatasaray, il CSKA di Messina, naturalmente Milano. C’era da finire il girone di EuroLeague a Firenze contro l’Unicaja, ho risposto ‘Se passiamo il turno io rimango qui per le Top 16 e non mi interessa altro’. Abbiamo fatto questo patto, purtroppo il giorno del mio compleanno, 19 dicembre, perdiamo con il canestro allo scadere di Jayson Granger e il mio destino è segnato. A Siena arrivò Haynes, io andai a Milano e poi ci fu tutta quella evoluzione. Diciamo che è stato un addio amaro, perché mi dispiaceva molto in quanto ero legatissimo a Siena e i rapporti con Milano, la tifoseria rendevano tutto strano, difficile. Però così si aprì un nuovo capitolo della mia carriera”.