Le giocate decisive finali tutte nelle mani della Bennet,
di Umberto De Santis
SIENA. Gara molto dura per la Mens Sana con i canturini coll’uomo in più: il pubblico. Il tifo dei brianzoli è stato incessante per tutta la gara, esaltandosi nella gestione del vantaggio della Bennet, dopo la partenza buona dei senesi. Ma non si spiega solo così la prima sconfitta dopo tre anni in una serie finale scudetto, né dicendo che una serata storta può succedere a chiunque. Trinchieri aveva chiesto l’extra sforzo ai suoi, non solo fisico ma mentale, e l’ha ottenuto. Rimane il fatto che la squadra senese non ha saputo dare alla partita il suo ritmo, accettando quello più blando proposto dai padroni di casa, cui interessava evidentemente arrivare a giocarsi l’ultimo periodo in condizione fisica accettabile, visto che nei primi d ue incontri la stanchezza era stata un fattore determinante a favore di Siena. Per la Mens Sana ci sarà da verificare la condizione fisica e mentale di Hairston, che sembra abulico in diversi frangenti, e quella di Aradori, che nel giro di 48 ore passa dal contributo importante di gara 2 alla assoluta impalpabilità di ieri sera. Visto che Kaukenas, se rimane in campo troppi minuti, evidenzia i suoi 35 anni, c’è bisogno di cambi all’altezza. Fermo restando che Jaric è, tatticamente e tecnicamente, un corpo estraneo, rallenta l’esecuzione dei giochi esaltando i recuperi brianzoli, mai veramente in difficoltà nel difendersi a zona.
Simone Pianigiani fa autocritica per commentare la sconfitta della sua Montepaschi in gara 3: “E’ stata una gara equilibrata. Siamo partiti bene, cosa che volevamo fare fuori casa. Nel secondo quarto abbiamo perso il ritmo contro la zona, mentre contemporaneamente lo prendeva Cantù. Anche se la fiammata della Bennet ci stava, avremmo voluto essere all’intervallo più o meno pari invece che sotto di 6 punti. Nel secondo tempo quando siamo riusciti a rimettere la partita in equilibrio arrivando dove volevamo essere, le giocate importanti le ha fatte Cantù. Noi abbiamo commesso qualche errore difensivo che non ti puoi permettere se vuoi venire a vincere qui, come, per ese mpio, il canestro sulla rimessa quando eravamo in parità, e abbiamo lasciato alla Bennet dei tiri aperti. Bravi loro a segnarli, ma è due anni che dimostrano che sono in grado di realizzarli e quindi in quel frangente dovevamo essere più attenti”.
Ai microfoni Andrea Trinchieri icommenta il successo dei suoi: “Abbiamo coagulato le energie e gestito le forze partendo piano e finendo forte. E’ una serata che ricorderemo, anche se di trofei non ne vedo, perché siamo riusciti, dopo qualche anno, a sconfiggere Siena addirittura in finale. L’abbiamo fatto di squadra, spalmando le iniziative. La cosa che più mi fa sperare è che abbiamo vinto pur perdendo 22 palloni, palle perse provocate dalla nostra foga. Però perdono i miei giocatori perché era la partita dell’anno e quindi qualche volta la lucidità ha lasciato spazio alla voglia. Adesso proveremo a recuperare le nostre ene rgie fisiche e specialmente mentali perché tra 48 ore si torna in campo”.
Shaun Stonerook ammette: “Avevamo bsogno di grande energia in campo e non si è vista. Sapevamo che non sarebbero state 4 comode partite, ma venerdì ci riproveremo, non è mica la fine del mondo. Loro hanno tirato molto bene, ma noi abbiamo mollato e questo non rientra nella nostra identità, ci hanno sfidato al tiro e abbiamo sbagliato molto forzando con tiri allo scadere dei 24 secondi. In gara 4 ci sarà la stessa atmosfera di oggi e noi dovremo cambiare”.
Provvedimenti disciplinari: la società canturina ha ricevuto una ammenda di 3mila euro per “offese collettive frequenti nei confronti degli arbitri e di tesserati ben individuati (Stonerook e Minucci), per lancio di oggetti non contundenti (palle di carta) collettivo frequente che colpivano, lancio di oggetti contundenti (monete, accendini, bottigliette di acqua piene, una lattina di birra) collettivo frequente senza colpire, esposizione di striscione offensivo nei confronti dell’atleta Stonerook”.