Il processo per i voti truccati lascia Reggio Calabria per Roma o Napoli
SIENA. E’ rimasta deserta l’aula del Tribunale di Reggio Calabria che avrebbe dovuto portare l’inchiesta Baskettopoli (con una quarantina di avvisi di garanzia) davanti al giudice. L’annuncio è laconico: “rinvio del processo al 19 ottobre per difetto di notifica di alcuni dei rinviati a giudizio”.
Dopo l’apertura del Processo, diversi mesi fa caratterizzati da una serie di patteggiamenti da parte di alcuni dei maggiori accusati (patteggiamenti che avevano rafforzato le tesi dell’accusa), la linea di difesa dei numerosi imputati ha tratto però linfa dalla “vicenda Teofili”, l’istruttore degli arbitri della Fip accusato recentemente da un arbitro di lega Due di essere intervenuto su un commissario per abbassare il voto. Teofili era stato inviato della Federazione a Reggio Calabria per fornire all’inquirente tutte le informazioni tecniche del caso, e leggendo le quasi 200 pagine dei verbali nel delicato incarico di supportare la dottoressa Maria Luisa LaMiranda nella ricostruzione dell’organigramma del Settore Arbitrale è stato fatto notare che manca un ruolo chiave in quella struttura.
In particolare, da parte di alcuni legali, è balzato all’occhio il fatto che non si fosse statta menzione al ruolo ricoperto da Gennaro Colucci, il supedesignatore pagato dalla Lega e contemporaneamente commissario valutatore della Fip. E per tale ruolo rimborsato dalla stessa Federazione fino al 2010. Colucci compare nei verbali, sia nel “de relato” in merito a un presunto “primo livello” rivelatosi poi
infondato, e per aver raccomandato un arbitro. Cosa che un “capo” ovviamente non dovrebbe fare, anche se è facile sostenere che fa parte delle proprie funzioni che tuttavia devono essere svolge nella forma adeguata e nel luogo adeguato. Insomma, a parte questa raccomandazione sulla quale la Giustizia Sportiva ha sorvolato, non si capisce invece perché nel ricostruire le varie attribuzioni e responsabilità del settore arbitrale davanti a un magistrato della Repubblica non compaia il nome di Colucci. E che addirittura nel ruolo di unico titolare delle designazioni figuri invece il suo vice Paronelli. Possibile, si chiede la gente, che il Superdesignatore del basket in carica da 5 anni possa avere il dono dell’invisibilità?
Baskettopoli per la Procura reggina non riguarda i campionati professionistici ed è uno spaccato di “malaffare” che ha scoperchiato quello che accadeva nel comparto “valutazioni e designazioni” pilotate con un intreccio di rapporti “illegittimo” e colorito fra capi e commissari e arbitri allo scopo di favorire o demolire alcune carriere. Sono stati comunque configurati reati pesanti, che vanno da frode sportiva ad associazione per delinquere. Il principale accusato è il ligure Garibotti, ex presidente del CIA, che finora si è sempre rifiutato di parlare.
Il rinvio di altri 3 mesi alimenta le voci che si possa andare verso una prescrizione (i tempi sarebbero nell’arco di 5 anni), e che quel sistematico malaffare, come evidenziato il PM , avrebbe difficili riscontri con la reale quantificazione dei danni subiti. Si è trattato infatti di un lavoro mastodontico, con centinaia e centinaia di intercettazioni nell’arco fra il 2007 e il 2009, una serie di stralci finali, uno dei quali riguarda anche l’attuale presidente del CIA. Ma i nastri delle registrazioni riserverebbero altre sorprese, come quella pubblicata nel dossier Corriere della Calabria nella quale l’arbitro Carmelo Paternicò, n.2 della classifica nazionale, chiede al presidente del CIA Garibotti, dandogli addirittura del tu, di stroncare una giovane arbitressa di Catania. Alla fine il superfischietto non raggiunge il suo scopo, è vero, ma un arbitro può rivolgersi così al suo capo, e chiedergli si troncare la carriera di una collega, e per quale ragione?. E l’anno dopo –altra incredibile anomalia – essere uno dei gettonati, senza nessun provvedimento di giustizia sportiva?
Insomma, nonostante l’encomiabile lavoro della Procura di Reggio Calabria, qualche crepa emersa qua e là avrebbe dato spago al tentativo da parte di alcuni avvocati di spostare adesso il processo a Roma. Ma si ipotizza, anche per l’attività di alcune figure comparse nelle trascrizioni, anche un trasferimento a Napoli che ha lavorato con la sua Procura a fatti “calcistici” che sembrano avere molte cose in comune con questa Baskettopoli. Che ,partita in quarta, procede a singhiozzo.
La Giustizia Sportiva, invece, da parte sua ha preso atto di una “lettera aperta” di Francesco Grotti inviata ai vertici del CONI e della Fip e pubblicata on line. L’ex arbitro, tesserato Fip quale “arbitro benemerito”, ex membro dell’Ufficio Inchieste della Fip,, ed ex componente della Corte federale, stella al merito sportivo, commendatore, consulente al Senato per le infrastrutture, uno dei due fischietti della famosa gara Livorno-Milano si era mosso già alcuni mesi fa per chiedere conto di alcune anomalie della gestione degli arbitri. E su queste sue osservazioni raccolte all’interno dal movimento – e senza secondi fini, avendo egli rifiutato di correre per il ruolo di commissario degli arbitri con una dichiarazione rilasciata in merito a suo tempo – è stato ascoltato martedì pomeriggio a Roma dall’ Avv. Roberto Alabiso Capo della Procura della Fip.
Nella sua “lettera aperta” Grotti si riferisce ai giudizi discordanti di alcuni osservatori “il loro impiego e le connesse conseguenze sugli arbitri visionati” che avrebbero creato una classifica di fine stagione inattendibile e fonte di polemiche e di ricorsi. “Al riguardo sono a disposizione per rappresentare più compiutamente tutti gli elementi segnalati che, come auspicabile, mi dovessero essere richiesti da parte degli organismi competenti “, così termina la lettera di Grotti il quale, per la cronaca, prima dell’inizio della stagione si recò con i migliori intenti collaborativi direttamente da Dino Meneghin per parlare dei problemi “intercettati” casualmente, attraverso telefonate in arrivo, che creavano scontenti nel mondo arbitrali. Questo disagio in seguito si è addirittura acuito in seguito a un commissariamento dal quale è nato l’attuale CIA. Che, pur contestato da più parti, la Fip mantiene al suo posto.
encampana@alice.it