di Enrico Campana
SIENA. Dopo il disgelo in occasione della presentazione del libro “La storia sociale della pallacanestro italiana” di Siena col quale Dino Meneghin ha avuto via libera dalla Mens Sana per trovare un accordo col suo allenatore, il presidente della Federbasket avrebbe incontrato questo lunedì il coach plurititolato nello studio del suo procuratore, l’avvocato Storelli di Lucca.
Pianigiani si è detto onorato di questa proposta, ma adesso bisogna trovare un accordo su tre punti: il primo è il part time, il secondo la durata del contratto, e il terzo la parte economica.
Certamente nei giorni scorsi il presidente Minucci e Pianigiani, a loro volta, hanno affrontato la questione del loro rapporto, e del contratto in essere fino al 2011. Per la Mens Sana nulla osta che l’impegno venga confermato, e magari prolungato ulteriormente, garantendo sempre la disponibilità per guidare la nazionale, come è già avvenuto con Recalcati in passato.
Ma non tutto è scontato come sembra. Le ridotte risorse finanziarie dovute alla transazione con il precedente CT renderebbero necessario un part time, ma Meneghin prima di venire a Siena aveva sempre sostenuto la necessità di un allenatore a tempo pieno. Sembrava – dalle dichiarazioni di Palazzo Pubblico – fosse tornato sui suoi passi, ma da un convegno sul futuro azzurro di Scauri nei giorni scorsi, il presidente del CONI ha fatto pollice verso a una soluzione a gettone. E si profilano nodi imprevisti. Del resto, l’eventuale alternativa a Pianigiani, il serbocroato Jasmin Repesa, tecnico che ha lavorato a lungo e bene in Italia dove è stimato, contraddice la linea del presidente CONI, il quale vuole un campionato con meno stranieri.
Ha sorpreso un'altra stoccata di Gianni Petrucci, partita dal convegno di Scauri in merito al part time a 48 ore da un’intervista alla Gazzetta dello sport, dove bacchettava il presidente di Legabasket di andare contro la storia dello sport con le sue richieste sui tesseramenti. "Non siamo talmente alla frutta a livello economico – ha detto il capo dello sport italiano sulla formula del contratto per il nuovo CT – da non permetterci un tecnico a temp opieno, che deve rivestire un ruolo pubblico. La guida della Nazionale dev'essere full time. Una persona che deve avere visibilità e che possa propagandare al meglio il basket. Il rilancio parte anche da qui”.
E’ stata forse dissotterrata l’ascia di guerra non avendo gradito il Palazzo nella scorsa estate per le qualificazioni europee la rinuncia alla nazionale di Stonerook quale "passaportato" italiano? O Petrucci vuole riaffermare solo una questione di principio e lascerà libero Meneghin di decidere in piena autonomia, come è per tutti i presidenti delle Federazioni nazionali? Speriamo si tratti solo un fraintendimento perché, ripetiamo, il futuro della nazionale poggia solo su un clima di rinnovata fiducia fra Federbasket e club.
SIENA. Dopo il disgelo in occasione della presentazione del libro “La storia sociale della pallacanestro italiana” di Siena col quale Dino Meneghin ha avuto via libera dalla Mens Sana per trovare un accordo col suo allenatore, il presidente della Federbasket avrebbe incontrato questo lunedì il coach plurititolato nello studio del suo procuratore, l’avvocato Storelli di Lucca.
Pianigiani si è detto onorato di questa proposta, ma adesso bisogna trovare un accordo su tre punti: il primo è il part time, il secondo la durata del contratto, e il terzo la parte economica.
Certamente nei giorni scorsi il presidente Minucci e Pianigiani, a loro volta, hanno affrontato la questione del loro rapporto, e del contratto in essere fino al 2011. Per la Mens Sana nulla osta che l’impegno venga confermato, e magari prolungato ulteriormente, garantendo sempre la disponibilità per guidare la nazionale, come è già avvenuto con Recalcati in passato.
Ma non tutto è scontato come sembra. Le ridotte risorse finanziarie dovute alla transazione con il precedente CT renderebbero necessario un part time, ma Meneghin prima di venire a Siena aveva sempre sostenuto la necessità di un allenatore a tempo pieno. Sembrava – dalle dichiarazioni di Palazzo Pubblico – fosse tornato sui suoi passi, ma da un convegno sul futuro azzurro di Scauri nei giorni scorsi, il presidente del CONI ha fatto pollice verso a una soluzione a gettone. E si profilano nodi imprevisti. Del resto, l’eventuale alternativa a Pianigiani, il serbocroato Jasmin Repesa, tecnico che ha lavorato a lungo e bene in Italia dove è stimato, contraddice la linea del presidente CONI, il quale vuole un campionato con meno stranieri.
Ha sorpreso un'altra stoccata di Gianni Petrucci, partita dal convegno di Scauri in merito al part time a 48 ore da un’intervista alla Gazzetta dello sport, dove bacchettava il presidente di Legabasket di andare contro la storia dello sport con le sue richieste sui tesseramenti. "Non siamo talmente alla frutta a livello economico – ha detto il capo dello sport italiano sulla formula del contratto per il nuovo CT – da non permetterci un tecnico a temp opieno, che deve rivestire un ruolo pubblico. La guida della Nazionale dev'essere full time. Una persona che deve avere visibilità e che possa propagandare al meglio il basket. Il rilancio parte anche da qui”.
E’ stata forse dissotterrata l’ascia di guerra non avendo gradito il Palazzo nella scorsa estate per le qualificazioni europee la rinuncia alla nazionale di Stonerook quale "passaportato" italiano? O Petrucci vuole riaffermare solo una questione di principio e lascerà libero Meneghin di decidere in piena autonomia, come è per tutti i presidenti delle Federazioni nazionali? Speriamo si tratti solo un fraintendimento perché, ripetiamo, il futuro della nazionale poggia solo su un clima di rinnovata fiducia fra Federbasket e club.