Serve una vittoria per passare il turno
SIENA. Quella con il Basket Asciano (palla a due domani ore 18 al PalaPerucatti) è, di fatto, già una finale. Chi vince, infatti, passa il turno (Asciano ha battuto Colle 48-36 nel secondo turno del girone B). La Virtus, dopo l’affermazione sul parquet di Colle, vuole bagnare con una vittoria anche l’esordio casalingo. Per guadagnarsi un doppio derby con il Costone, primo avversario in campionato il 27 settembre ed eventuale ostacolo in coppa nel caso i gialloverdi battessero Certaldo. A presentare la sfida tra Virtus Siena e Basket Asciano è il vice-coach rossoblù Edoardo Ceccarelli.
Che tipo di squadra è Asciano e che gara ti aspetti?
«Asciano è una squadra ben costruita: al gruppo storico hanno aggiunto due giocatori importanti, come gli ex Costone Gambelli e Carnaroli. Con la vittoria su Colle hanno dimostrato tutto il loro valore, sarà sicuramente una partita combattuta e impegnativa».
A che punto è la Virtus dopo la buona prova di Colle?
«Contro Colle siamo partiti bene riuscendo ad andare subito avanti, poi abbiamo deciso di gestire dando spazio a tutti i nostri giocatori. La squalifica di Lenardon (che contro Asciano sconterà l’ultimo turno di stop, ndr) e i problemi fisici di un Bonelli non ancora al 100% fanno sì che la squadra che vedremo sarà diversa da ciò che dovrebbe essere. Ma stiamo lavorando forte e con grande impegno, per questo siamo fiduciosi sul fatto che arrivi il risultato».
Sarà fondamentale l’apporto dei giovani.
«I giovani aggregati hanno potuto godere di un buon utilizzo finora, dandoci d’altra parte delle buone risposte. Sapevamo già che Cessel poteva tranquillamente stare a questi livelli, mentre Ceccatelli e Manganelli hanno dimostrato di poterci dare una mano. Sono tutti ragazzi di qualità, proveremo a buttarli dentro».
Quella con Asciano sarà la prima gara ufficiale interna della stagione: che risposta ti aspetti dal pubblico?
«Mi basterebbe ripartire dall’ultima partita della scorsa stagione, ai playoff contro Vicenza. In quell’occasione il PalaPerucatti dimostrò di meritare palcoscenici più alti»