di Enrico Campana
SIENA. E alla fine il bubbone è scoppiato. Gli arbitri della pallacanestro italiana facevano “carriera” solo se proni ai desideri della cricca al potere. La prima notizia è questa. E l'ha “sparata” su due pagine la Gazzetta dello Sport. La seconda è che tutti quelli che si sono sentiti danneggiati da questi comportamenti penseranno di parte civile.
Certo, nelle azioni di alcuni arbitri (non tutti, va sottolineato), non c'è alcunché di penalmente rilevante, ma questo non significa che tali azioni non abbiano danneggiato società, altri arbitri e persone del mondo del basket.
La rosea si pone tre domande, che condivido, “Possibile che la Fip non si sia accorta di niente?”, “Perché hanno nascosto il risultato dell'inchiesta?” e, infine, “Una mafia per che cosa? Le partite sono pulite?”. Invito gli appassionati ad andarsele a leggere, le due pagine che la Gazzetta dedica all'affaire Cia. Si parla di intercettazioni, di epurazioni e di favori, di quello che il gip di Reggio, titolare dell'inchiesta partita dai campionati minori, ha definito “un desolante malaffare”.
Se tutto è partito dal basso, è anche vero che arriva in alto e i responsabili della Cia nelle intercettazioni parlano di Serie A. Di Fortitudo-Siena, nello specifico… Luca Chiarabotti nel suo articolo chiarisce che non si tratta di nulla di illegale, ma si chiede come mai “il presidente degli arbitri dica certe cose sulla serie A senza intervenire”.
Poi lo sfogo di Gianni Montella, squalificato per 5 anni, assieme ad altri fischietti, che vuota il sacco e racconta cosa succedeva “dietro i tabelloni”.
Insomma, ce n'è da leggere… Naturalmente, come si dice in queste circostanze, “tutto vero, fino a prova contraria”.
SIENA. E alla fine il bubbone è scoppiato. Gli arbitri della pallacanestro italiana facevano “carriera” solo se proni ai desideri della cricca al potere. La prima notizia è questa. E l'ha “sparata” su due pagine la Gazzetta dello Sport. La seconda è che tutti quelli che si sono sentiti danneggiati da questi comportamenti penseranno di parte civile.
Certo, nelle azioni di alcuni arbitri (non tutti, va sottolineato), non c'è alcunché di penalmente rilevante, ma questo non significa che tali azioni non abbiano danneggiato società, altri arbitri e persone del mondo del basket.
La rosea si pone tre domande, che condivido, “Possibile che la Fip non si sia accorta di niente?”, “Perché hanno nascosto il risultato dell'inchiesta?” e, infine, “Una mafia per che cosa? Le partite sono pulite?”. Invito gli appassionati ad andarsele a leggere, le due pagine che la Gazzetta dedica all'affaire Cia. Si parla di intercettazioni, di epurazioni e di favori, di quello che il gip di Reggio, titolare dell'inchiesta partita dai campionati minori, ha definito “un desolante malaffare”.
Se tutto è partito dal basso, è anche vero che arriva in alto e i responsabili della Cia nelle intercettazioni parlano di Serie A. Di Fortitudo-Siena, nello specifico… Luca Chiarabotti nel suo articolo chiarisce che non si tratta di nulla di illegale, ma si chiede come mai “il presidente degli arbitri dica certe cose sulla serie A senza intervenire”.
Poi lo sfogo di Gianni Montella, squalificato per 5 anni, assieme ad altri fischietti, che vuota il sacco e racconta cosa succedeva “dietro i tabelloni”.
Insomma, ce n'è da leggere… Naturalmente, come si dice in queste circostanze, “tutto vero, fino a prova contraria”.