Viola accelera sul processo di riorganizzazione

di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Monte dei Paschi di Siena “spinge sull’acceleratore per realizzare la riorganizzazione targata Fabrizio Viola, amministratore delegato dell’istituto”. Secondo quanto riporta MF-Milano Finanza, “i vertici della banca dovrebbero dare il via libera alla fusione per incorporazione di Banca Antonveneta nella capogruppo nelle prossime due settimane: la delibera potrebbe arrivare già nel corso del Consiglio di Amministrazione di martedì 13 novembre”, già convocato per l’approvazione della trimestrale.
Nessuna reazione giunge da Padova (dove pure è prevista l’esternalizzazione per 400 dipendenti), e la perdita del marchio Antonveneta aveva sollevato qualche mugugno. Da Piazzetta Turati a Padova si gestirà dunque la nuova maxi-area territoriale del Nord Est, che sarà la più grande del gruppo e di cui faranno parte anche le filiali ancora aperte sotto le insegne MPS. A settembre si era ipotizzata la fusione nella primavera 2013, ma sembra che il Tandem voglia anticipare i tempi, forse per vederne qualche risultato nel bilancio del 2012.
Intanto, sulla la partita del Cog, si registra una intervista concessa da Leonardo Bassilichi, amministratore delegato dell’omonimo gruppo, a La Nazione a firma Pino Di Blasio. Il presidente intervistato, alla domanda se la “pista senese” sia ancora calda o sia da abbandonare (ovvero se la trattativa per acquisire il consorzio di MPS sia attuale), risponde: “Visti i tempi che si sono presi a Siena non stiamo più ad aspettare. L’ipotesi si è raffreddata notevolmente, Bassilichi farà impresa per conto suo”. Misteri della fede.
A margine di un evento organizzato da Euromoney lo scorso 30 ottobre, Bernardo Mingrone, Chief Financial Officier di Rocca Salimbeni, ha spiegato che il rimborso dei 29 miliardi ottenuti dalla Bce avverrà in modo graduale nei prossimi 2 anni: “per un terzo con la cessione di asset, per un terzo con il mancato rinnovo di alcune forme di credito, per un terzo non rinnovando la parte di portafoglio di titoli di Stato e securities in scadenza nel periodo”. Quanto alla finestra aperta di gennaio per imborsare i prestiti presi tramite la prima Ltro, il CFO affermato che questi “probabilmente per convenienza non saranno ripagati” nel primo mese del prossimo anno. In effetti i prestiti delle banche alle imprese del settore privato continuano a contrarsi. I dati della Bce riferiscono di un -0,6% a luglio, seguito in agosto da un allarmante -0,8% (sempre rispetto agli stessi mesi del 2011): e la tabella di marcia fornita da Mingrone ne è conferma ulteriore. Gli istituti di credito preferiscono rimborsare i prestiti ottenuti a tassi favorevolissimi all’1%, rifiutandosi di sostenere, per la loro parte, l’economia reale. Una contrazione di attività per cui sarà sempre meno necessario personale in banca. Del fenomeno si è accorto anche il presidente della Bce, Mario Draghi, che al contrario – ribadendo più volte che l’indebolimento dell’attività creditizia non è legata a una stretta da parte delle banche, quanto alla riluttanza di imprese e risparmiatori a chiedere prestiti – ha scaricato sul settore privato la scelta di tenere ferma la liquidità oppure di rimborsare i debiti, piuttosto che investire. Draghi rileva che per questo motivo la decisione della Bce di iniettare oltre mille miliardi di euro di liquidità a basso prezzo all’inizio dell’anno non ha dato finora i risultati sperati. Colpa delle banche o colpa delle imprese? E’ vero che le grandi aziende come Fiat sono rimaste al palo in attesa di tempi migliori; ma è ovvio che le regole patrimoniali imposte da Basilea 3 fanno preferire alle banche la contrazione degli impieghi. Gli esperti confermano che è la stessa cosa: da qualsiasi parte si veda, il dato dimostra inequivocabilmente che l’Eurozona è in recessione. E questo non aiuta i piani del Tandem per tirare fuori dalle sabbie mobili MPS.