Nonostante tutto, il basket è ancora uno sport di successo
di Umberto De Santis
SIENA. La Mens Sana vince gara 1 al Palatiziano e subito la stampa grida il termine “sbanca” come se “la festa appena cominciata è già finita”. Errore macroscopico: la serie è lunga e già dalle parole di Marco Calvani che addossava a se stesso e ai suoi ragazzi gli errori che ne hanno determinato la sconfitta e non strillava contro il cielo, i complotti e la sfortuna, si può capire che in casa Virtus c’è la volontà di un pronto riscatto. La cabala, le ultime sei annate strepitose della vecchia Mens Sana, perfino l’attitudine a giocare sotto pressione gare importanti: tutte considerazioni da lasciare agli ultimi arrivati, alla gente che parla di sport e di basket in particolare solo quando sono di moda. Queste due squadre ormai rodate vengono entrambe da due serie di quarti e semifinali risolte sul filo di lana di gara7, pensiamo che non soffriranno di contraccolpi psicologici né in un senso né nell’opposto. Una gara perduta è sprone a migliorarsi anche per chi l’ha vinta; è la legge sacrosanta del basket che è bello perché crudelmente non ammette il pareggio nemmeno quando sarebbe il risultato più giusto. La tristezza e la rassegnazione lasciamola alle belle parole della canzone di Sergio Endrigo.
Lo spettacolo offerto dalle due formazioni è stato semplicemente stupendo. Oltre le fatiche della lunga e logorante stagione e oltre le ristrettezze dei rispettivi budget (anche se quello di Siena è troppo più elevato di Roma) specie se paragonati a quelli di cinque anni fa, delle finali 2008. Perché la chimica che si crea fra cinque giocatori in campo è superiore alle qualità tecniche dei singoli. Spaziature, applicazione, senso della posizione sono qualità che non hanno valore nei salary cup ma la cui precisa sincronizzazione sono l’essenza stessa del gioco e della riuscita di un gruppo. Anche l’incidente tecnico del cronometro dei 24 secondi, per paradosso, aiuta ad aumentare la suspence e l’attenzione del pubblico, che ha risposto alla grande, molto più di quello che gli angusti spazi del Palatiziano hanno potuto permettere di vedere.
Ancora televisione, ancora record. Legabasket scrive stamattina di “nuovo record di ascolti per la Serie A: la telecronaca di ieri della gara Roma-Siena ha fatto registrare un’audience media di 363.286 spettatori con uno share dell’1,37%”. Nonostante ci fosse in concomitanza alle 20:30 una partita amichevole della Nazionale di calcio: ma chi viene pagato dalla Federazione e dalla Legabasket per fare i palinsesti dei passaggi televisivi? Oggi, mercoledì 12, non ci sono partite di calcio della Nazionale, nemmeno dell’Under 21, chissà se forse sarebbe stato mediaticamente utile posticipare di 24 ore l’inizio della serie … l’elenco delle gaffes stagionali della programmazione, quella che offre i dati di audience che poi si trasformano in dindini sonanti e che nel calcio permettono a società dal bacino di utenza inesistente (come a Siena stessa, senza andar lontani, dove al calcio sono arrivati 27 milioni dalla tv, altro che i 7 dello sponsor MPS) di poter competere e programmare ai massimi livelli, è lunghissimo anche in questa stagione.