Intanto l'ex Grotti scrive a Coni e Fip una lettera aperta
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di Enrico Campana
SIENA. Martedì (12 luglio) riprende a Reggio Calabria il maxi-processo per i voti truccati di Baskettopoli, riguardante gli arbitri. Baskettopoli non riguarda i campionati professionistici ed è uno spaccato di “malaffare” che ha scoperchiato quello che accadeva nel comparto “valutazioni e designazioni”, pilotate con un intreccio di rapporti “illegittimo” e colorito fra capi e commissari e arbitri allo scopo di favorire o demolire alcune carriere, per cui si configurano reati che vanno da frode sportiva ad associazione per delinquere. Il principale accusato è il ligure Garibotti, ex presidente del CIA, che finora si è rifiutato di parlare.
La Giustizia Sportiva, invece, prende atto di una lettera aperta di Francesco Grotti inviata ai vertici del CONI e della Fip e pubblicata dalla stampa on line. L’ex arbitro, oggi tesserato Fip quale “arbitro benemerito”, ex membro dell’Ufficio Inchieste della Fip, ed ex componente della Corte federale, stella al merito sportivo, consulente al Senato per le infrastrutture, uno dei due fischietti della famosa gara Livorno-Milano si era mosso già alcuni mesi fa per chiedere conto di alcune anomalie della gestione degli arbitri. E su queste sue osservazioni raccolte all’interno dal movimento senza alcun secondo fine, verrà ascoltato dall’avvocato Roberto Alabiso, capo della Procura della Fip.
Nella sua lettera aperta Grotti si riferisce in particolare ai giudizi discordanti di alcuni osservatori “il loro impiego e le connesse conseguenze sugli arbitri visionati” che avrebbero creato una classifica di fine stagione inattendibile e fonte di polemiche e di ricorsi. “Al riguardo sono a disposizione per rappresentare più compiutamente tutti gli elementi segnalati che, come auspicabile, mi dovessero essere richiesti da parte degli organismi competenti”, così termina la lettera di Grotti il quale, per la cronaca, prima dell’inizio della stagione si recò con i migliori intenti collaborativi direttamente da Dino Meneghin per parlare dei problemi “intercettati” casualmente, attraverso telefonate in arrivo, che creavano scontenti nel mondo arbitrali. Questo disagio in seguito si è addirittura acuito in seguito a un commissariamento dal quale è nato l’attuale CIA. Che pur contestato da più parti, la Fip mantiene al suo posto.