di Enrico Campana
FIRENZE. Il "Pontevecchio" iniziato sotto la minaccia di una nuova alluvione, l’ira funesta dell’Arno combattuta grazie a soluzioni tecniche degne dell’illustre progenitore Leonardo da Vinci – una sorta di rete da pesca fra le due sponde e due green erbosi sulla battigia della Canottieri Firenze – è stato dunque vinto da Jan-Are Larsen. Si tratta di uno smilzo e pallido norvegese che dimostra molto meno dei suoi 32 anni costruitosi come giocatore negli Stati Uniti, all’Università di Alabama.
E’ il classico journeymen, nella sua carriera ha passato infatti più stagioni nei Challenge, la serie B del golf, che nel Tour europeo dov’è rientrato quest’anno, il migliore della sua carriera con un modesto piazzamento (146°) nell’Ordine di Merito e il 4° posto in Russia. Per Natale il beffardo Dio del golf, gli ha voluto fare un regalo inaspettato. Legittimando tecnicamente il trionfo con una precisione via via sorprendente, con un 11 su 14 finale, grazie al pitching wedge, il ferro col quale è riuscito a fendere il vento ha firmato il Pontevecchio, il mundialito dell’approccio che sta al golf come i rigori al calcio. Oltre a mettersi alle spalle almeno una mezza dozzina di grandi del golf fra presente e passato (Karlsson, Torrance, Costantino Rocca, l’americano Tom Lehman, Frost, Darcy), il norvegese si è messo in tasca un assegno di 20 mila euro e trovato anche lo sponsor. Ha firmato infatti per il marchio “fortunello” della Conte of Florence che nel 2000 ha inventato questa gara promozionale per Firenze e il movimento, ormai scopiazzata a ogni latitudine, e dopo lo sci si è affermata come griffe leader del “fashion golf” grazie anche ai suoi campioni, a cominciare dal neo re d’Europa Karlsson. Un traguardo impensabile fino a pochi anni fa per un’azienda italiaba e che dimostra come il made in Italy, in certi settori, vada in controtendenza, messaggio che riecheggerà al Salone Italiano del Golf di Verona dal 28 febbraio al 2 marzo, grazie al passaggio di testimone fra due realtà toscane che chiudono una stagione e ne aprono l’altra: il gruppo gigliato di Romano Boretti e quello aretino di Golf Town chiamato a realizzare nella dinamica cittadina veneta un polo golfistico europeo.
Il Pontevecchio si è confermata gara ingrata nei confronti degli organizzatori (i torinesi Media Vip e Conte Of Florence). Scorrendo l’albo d’oro, salvo un paio d’eccezioni – come per i successi 2005 di Karlsson e nel 2006 della golf-machine spagnola Ignacio Garrido – sembra il trionfo della meteora. Vi leggiamo infatti nella fase pionieristica addirittura due giocatrici, la spagnola Paula Martì e persino una campionessa italiana di mid-am (semiprofessionisti). Il problema è che a fine stagione molti arrivano con le pile scariche e la gara non porta punti al ranking.
Ma forse la formula di gara dovrebbe essere “tutti contro tutti”, 10 tentativi al giorno, 30 in totale e una classifica finale, e magari i campioni sono troppo coccolati: la visita alle grandi cantine (Tignanello, Antinori, Nipozzano) lo shopping, la scuola di cucina, il gala esclusivo, i regalini e i regaloni. Ma galeotta potrebbe essere anche la visita agli Uffizi dove sovente questi indistruttibili assi di bastoni di fronte a un Botticelli o un Raffaello soffrono della cosiddetta Sindrome di Stoccolma.
La formula risulta ancora in fase di rodaggio,quest’anno sembrava una buona idea però spalmare la gara da 2 a 3 giorni per darle massima ufficialità e presa su una Firenze però ancor più incupita del resto del paese con i suoi particolari guai. Poi un Arno incollerito ha preteso il suo pedaggio, e la sfida al fiume, per certi versi più importante di quella sul Ponte e risolta brillantemente dagli organizzatori, è risultata una vera manna promozionale per la produzione inglese. Ovvero 28 ore di filmati visti in 40 paesi, con 400 milioni di spettatori, per cui patron Boretti ha continuato a domandare ai giornalisti: “Ditemi voi se c’è una gara, calcio a parte, c’è in Toscana una gara con tanto interesse?”.
Resta da dire che Diana Luna eliminato Karlsson, la maggior prodezza, ha perso subito nell’eliminazione diretta contro il Braveheart scozzese del golf Sam Torrance autore del record nelle qualificazioni (10 su 10!), mentre Costantino Rocca, il mito azzurro, ha fatto per primo le spese della giornata di grazia del vincitore norvegese il quale, come tutti i nordici temprati alle avversità metereologiche, nel vento contro è andato a nozze.