SIENA. Il primo dei match decisivi è alle porte. Gli Etruschi Livorno domenica prossima scenderanno sul campo dell’Acquacalda per una sfida che, a tutti gli effetti, si rivelerà decisiva per il prosieguo della stagione delle due squadre. I Labronici dispongono del cospicuo vantaggio di sei punti in classifica, ma hanno anche disputato una partita in più, e gli appassionati senesi confidano di ridurre lo svantaggio grazie al fattore campo. Del resto, questa è stata finora la stagione dei record per la pallovale cittadina, che sabato scorso al Flaminio di Roma ha portato tre pullman con oltre centoventi appassionati ad assistere alla vittoriosa partita della nazionale contro la Scozia. Ed è importante notare che nello stadio progettato da Pier Luigi Nervi erano presenti altri appassionati senesi, una ventina perlomeno, che avevano acquistato i tagliandi per conto proprio. Numeri mai visti che devono essere capitalizzati dalla società per dare linfa al movimento. Ma non è tempo di bilanci. Il Cus Siena si trova per la prima volta nella sua storia recente dinanzi alla possibilità di accedere ai play off validi per la promozione in Serie B. Per centrare l’obiettivo i bianconeri devono innanzitutto superare l’ostacolo Etruschi Livorno che si para dinanzi a loro domenica prossima, alle 14.30, al Campo dell’Acquacalda.
Ne parliamo con Claudio Barone, 32 anni, primo centro e capitano del Cus Siena Rugby.
Claudio, sarai in campo domenica?
“Ancora non lo so. Sono fuori dal campo dal 14 gennaio, quando ho subito una piccola lesione muscolare nella partita disputata contro Cecina. Se sarà possibile non mancherò”.
Torniamo un attimo indietro. Ripercorriamo la partita vinta all’ultimo tuffo a Pistoia. Inizio spumeggiante poi difficoltà nel contrastare l’efficace gioco al piede di Pistoia e la loro rapidità nei punti d’incontro.
“Infatti Fulvio Biagioli ci sta facendo lavorare sul riposizionamento e sulle ruck, dove siamo stati carenti. Della partita di Pistoia salvo il risultato finale, perché abbiamo comunque vinto pur giocando così così. Ma non abbiamo ottenuto il punto di bonus. Tutti siamo usciti da Pistoia convinti di aver riportato una vittoria con la v minuscola”.
Viste dal campo. La migliore e la peggiore partita di questo campionato…
“La peggiore è stata la sconfitta di Portoferraio (39-0). Siamo rientrati nello spogliatoio, come si dice con un’espressione efficace, ‘becchi e bastonati’. La migliore la vittoria all’andata contro Etruschi Livorno, disputata in una giornata dal tempo orribile. Per me, lo confesso, le sfide con Livorno sono quelle che sento di più”.
Che impressione ti fa il rugby labronico?
“E’ il rugby della costa, aggressivo, pieno dell’agonismo e del carattere proprio della tradizione livornese. Il punto debole delle squadre livornesi è la loro capacità di concentrazione, un po’altalenante. Mi spiego: messe sotto pressione possono cedere; se al contrario, riescono a esprimersi mettono il campo il loro proverbiale temperamento. Inoltre Livorno è una piazza storica; ha una storia rugbistica di prim’ordine. Anche questo ha il suo peso”.
Dopo Livorno, un turno di riposo e poi Firenze 1931 e Rufus San Vincenzo. Due partite in trasferta in cui Cus dovrà dare tutto.
“La partita di Firenze sarà molto difficile. I biancorossi hanno bei giocatori e sono meritatamente primi in classifica. La loro mischia è l’unica in Toscana in grado di tenere testa con successo alla nostra. All’andata ci hanno sconfitto di misura e abbiamo qualche rammarico; forse, vincendo, avremmo preso l’abbrivio un campionato ancora migliore di quello che stiamo disputando. Comunque andremo al Padovani per vincere. Il campo, poi, dirà la sua”.
E a San Vincenzo?
“La partita di San Vincenzo risentirà dell’esito del match fiorentino. In caso di vittoria potremo fare una grande partita. Il loro gioco somiglia a quello dei labronici ma è più scorretto. Sono forti ma comunque alla nostra portata”.
La volata per i play off. Cosa occorre per centrare l’obiettivo?
“Quattro vittorie nelle quatto partite”.
La pallaovale senese, per crescere ancora, ha bisogno anche del sostegno esterno degli appassionati. Il Cus confida infatti che le tantissime persone che soprattutto nel corso degli ultimi anni si sono avvicinate, soprattutto a livello televisivo, a questa disciplina sportiva, si avvicinino alla realtà cittadina. Già quest’anno le presenze sono aumentate. La qualità tecnica dei campionati regionali, tra l’altro, è nettamente migliorata negli ultimi anni. Certo l’appeal delle grandi partite internazionali, con gli splendidi cerimoniali, gli stadi ordinati e colmi di pubblico non è paragonabile alla terza serie toscana. Ma lo spirito, possiamo giurarlo, è lo stesso.
Ne parliamo con Claudio Barone, 32 anni, primo centro e capitano del Cus Siena Rugby.
Claudio, sarai in campo domenica?
“Ancora non lo so. Sono fuori dal campo dal 14 gennaio, quando ho subito una piccola lesione muscolare nella partita disputata contro Cecina. Se sarà possibile non mancherò”.
Torniamo un attimo indietro. Ripercorriamo la partita vinta all’ultimo tuffo a Pistoia. Inizio spumeggiante poi difficoltà nel contrastare l’efficace gioco al piede di Pistoia e la loro rapidità nei punti d’incontro.
“Infatti Fulvio Biagioli ci sta facendo lavorare sul riposizionamento e sulle ruck, dove siamo stati carenti. Della partita di Pistoia salvo il risultato finale, perché abbiamo comunque vinto pur giocando così così. Ma non abbiamo ottenuto il punto di bonus. Tutti siamo usciti da Pistoia convinti di aver riportato una vittoria con la v minuscola”.
Viste dal campo. La migliore e la peggiore partita di questo campionato…
“La peggiore è stata la sconfitta di Portoferraio (39-0). Siamo rientrati nello spogliatoio, come si dice con un’espressione efficace, ‘becchi e bastonati’. La migliore la vittoria all’andata contro Etruschi Livorno, disputata in una giornata dal tempo orribile. Per me, lo confesso, le sfide con Livorno sono quelle che sento di più”.
Che impressione ti fa il rugby labronico?
“E’ il rugby della costa, aggressivo, pieno dell’agonismo e del carattere proprio della tradizione livornese. Il punto debole delle squadre livornesi è la loro capacità di concentrazione, un po’altalenante. Mi spiego: messe sotto pressione possono cedere; se al contrario, riescono a esprimersi mettono il campo il loro proverbiale temperamento. Inoltre Livorno è una piazza storica; ha una storia rugbistica di prim’ordine. Anche questo ha il suo peso”.
Dopo Livorno, un turno di riposo e poi Firenze 1931 e Rufus San Vincenzo. Due partite in trasferta in cui Cus dovrà dare tutto.
“La partita di Firenze sarà molto difficile. I biancorossi hanno bei giocatori e sono meritatamente primi in classifica. La loro mischia è l’unica in Toscana in grado di tenere testa con successo alla nostra. All’andata ci hanno sconfitto di misura e abbiamo qualche rammarico; forse, vincendo, avremmo preso l’abbrivio un campionato ancora migliore di quello che stiamo disputando. Comunque andremo al Padovani per vincere. Il campo, poi, dirà la sua”.
E a San Vincenzo?
“La partita di San Vincenzo risentirà dell’esito del match fiorentino. In caso di vittoria potremo fare una grande partita. Il loro gioco somiglia a quello dei labronici ma è più scorretto. Sono forti ma comunque alla nostra portata”.
La volata per i play off. Cosa occorre per centrare l’obiettivo?
“Quattro vittorie nelle quatto partite”.
La pallaovale senese, per crescere ancora, ha bisogno anche del sostegno esterno degli appassionati. Il Cus confida infatti che le tantissime persone che soprattutto nel corso degli ultimi anni si sono avvicinate, soprattutto a livello televisivo, a questa disciplina sportiva, si avvicinino alla realtà cittadina. Già quest’anno le presenze sono aumentate. La qualità tecnica dei campionati regionali, tra l’altro, è nettamente migliorata negli ultimi anni. Certo l’appeal delle grandi partite internazionali, con gli splendidi cerimoniali, gli stadi ordinati e colmi di pubblico non è paragonabile alla terza serie toscana. Ma lo spirito, possiamo giurarlo, è lo stesso.