SIENA. Tornano a casa con ottimi risultati e con un bagaglio pieno di emozioni i tre atleti senesi che hanno partecipato alla SaharaMarathon. Giovanni Burroni, Ubaldo Artini, e Dario Cresci, membri del comitato Ecomaratona del Chianti, infatti, nei giorni scorsi hanno partecipato alla decima edizione della maratona del deserto posizionandosi rispettivamente al 12esimo posto con 3 ore e 32 minuti (il terzo dei maratoneti italiani); 26esimo con 3 ore e 54 minuti e 104esimo con 4 ore e 49 minuti.
Continua così il gemellaggio tra la manifestazione di Castelnuovo Beradenga e la manifestazione sportiva internazionale di solidarietà con il popolo Saharawi che si svolge ogni anno nel deserto algerino al confine con Mauritania e Marocco. Un gemellaggio che vede impegnato il Comitato dell’Ecomaratona del Chianti in progetti di solidarietà come l’acquisto delle medaglie prodotte da un laboratorio di venti ragazzi del popolo saharawi; la realizzazione di un Centro sportivo; l’acquisto di capre per quasi cento famiglie e il sostegno per la realizzazione di recinzioni per coprire gli orti dal vento nella cittadina di Dakla.
“E’ stata una settimana unica ed indimenticabile – ha detto uno dei maratoneti, Giovanni Burroni – il deserto è un’esperienza dura, tutto è immobile e il caldo insopportabile. Ma le emozioni che ho provato in quei giorni, li porterò con me per tutta la vita: gli occhi dei bambini; la generosità del popolo che ci ha ospitati nelle sue tende e l’urlo di gioia, lo zagharit, tipico delle donne saharawi nascoste nei loro lunghi vestiti neri e che accompagnavano i nostri stanchi passi durante la maratona, aspettando che i loro uomini tornassero dal fronte al confine con il Marocco. E’ stata anche – continua Burroni – un’ottima esperienza di scambio di storie di maratone con i colleghi spagnoli, francesi, norvegesi e inglesi, molti dei quali saranno presenti alla prossima edizione dell’Ecomaratona del Chianti. Una volta giunti sul posto, inoltre, abbiamo potuto completare l’impegno di progetti come la realizzazione del Centro Sportivo per i ragazzi, in cui abbiamo impiegato 16mila euro delle iscrizioni all’Ecomaratona e abbiamo partecipato all’acquisto di 98 capre per dare un sostentamento ad altrettante famiglie. Un’esperienza– conclude – a tutto tondo che ci ha regalato più di quanto ci aspettassimo e che abbiamo tutta l’intenzione di ripetere il prossimo anno”.
Continua così il gemellaggio tra la manifestazione di Castelnuovo Beradenga e la manifestazione sportiva internazionale di solidarietà con il popolo Saharawi che si svolge ogni anno nel deserto algerino al confine con Mauritania e Marocco. Un gemellaggio che vede impegnato il Comitato dell’Ecomaratona del Chianti in progetti di solidarietà come l’acquisto delle medaglie prodotte da un laboratorio di venti ragazzi del popolo saharawi; la realizzazione di un Centro sportivo; l’acquisto di capre per quasi cento famiglie e il sostegno per la realizzazione di recinzioni per coprire gli orti dal vento nella cittadina di Dakla.
“E’ stata una settimana unica ed indimenticabile – ha detto uno dei maratoneti, Giovanni Burroni – il deserto è un’esperienza dura, tutto è immobile e il caldo insopportabile. Ma le emozioni che ho provato in quei giorni, li porterò con me per tutta la vita: gli occhi dei bambini; la generosità del popolo che ci ha ospitati nelle sue tende e l’urlo di gioia, lo zagharit, tipico delle donne saharawi nascoste nei loro lunghi vestiti neri e che accompagnavano i nostri stanchi passi durante la maratona, aspettando che i loro uomini tornassero dal fronte al confine con il Marocco. E’ stata anche – continua Burroni – un’ottima esperienza di scambio di storie di maratone con i colleghi spagnoli, francesi, norvegesi e inglesi, molti dei quali saranno presenti alla prossima edizione dell’Ecomaratona del Chianti. Una volta giunti sul posto, inoltre, abbiamo potuto completare l’impegno di progetti come la realizzazione del Centro Sportivo per i ragazzi, in cui abbiamo impiegato 16mila euro delle iscrizioni all’Ecomaratona e abbiamo partecipato all’acquisto di 98 capre per dare un sostentamento ad altrettante famiglie. Un’esperienza– conclude – a tutto tondo che ci ha regalato più di quanto ci aspettassimo e che abbiamo tutta l’intenzione di ripetere il prossimo anno”.