Giannini:
SIENA. Uno sport di confronto dove a farla da padrone sono i riflessi pronti ed una tecnica studiata e meditata: stiamo parlando della scherma, una delle discipline sportive più affascinanti tra quelle ammesse a presenziare all’interno della massima competizione sportiva al mondo, le Olimpiadi. Nell’accezione comune la scherma è ormai associata alla scherma olimpica, anche se in realtà il termine designa ogni tipo di arte marziale che includa l’utilizzo di una spada o arma bianca (cioè un’arma che provoca ferite per mezzo di punte, forme contundenti o lame di metallo). Si tratta di una disciplina in costante crescita in Italia, pur contando ancora numeri decisamente inferiori rispetto a quelli di altre discipline sportive.Per tirare di scherma è necessaria un’attrezzatura specifica che permette di effettuare gli assalti sulla pedana in tutta sicurezza.
Il modo di affrontare questo sport, la preparazione che c’è dietro, la tecnica con cui impostare gli allenamenti e le prospettive di crescita sono stati oggetto di un’intervista che abbiamo realizzato con Daniele Giannini, maestro di scherma presso il CUS Siena.
La scherma è uno sport di confronto dove due atleti si sfidano, secondo regole ben precise, in un assalto su una pedana le cui dimensioni regolamentari sono 1,5 metri di larghezza per 14 metri di lunghezza. Le specialità sono tre, sia maschili che femminili: fioretto, spada e sciabola ognuna con regole e bersagli diversi su cui lo schermitore deve mettere a segno le stoccate. Le gare si svolgono normalmente con un turno di gironi all’italiana, dove i 6 o 7 atleti che compongono il girone si affrontano tutti in assalti alle 5 stoccate. La classifica globale che si forma al termine dei gironi e che vede al suo interno tutti gli atleti partecipanti alla gara, determina la composizione del tabellone di eliminazione diretta che, con incontri alle 15 stoccate, porta, alla fine, al vincitore della prova.
Come è nata l’idea di diventare istruttore di scherma?
Intorno ai 20 anni mi è stato chiesto di accompagnare ogni tanto gli schermitori cussini più piccoli a qualche gara, e subito dopo ho incominciato a collaborare in palestra dando una mano al Maestro Ruggero D’Argenio. Nel 1989, a 25 anni ho conseguito il diploma di Istruttore e dopo due anni, nel 1991, quello di Maestro di Scherma presso l’Accademia Nazionale di Scherma che ha sede a Napoli.
Come imposta i suoi allenamenti?
Gli allenamenti sono differenziati in base ad età ed obiettivi che, insieme agli altri tecnici, cerchiamo di fissare sia per gruppi omogenei di età che singolarmente con gli atleti over 14 che abbiano manifestato l’intenzione di raggiungere livelli agonistici più elevati. In alcuni casi, per gli atleti di punta, è necessaria un’attenta programmazione individuale che tenga conto delle variabili legate ad una preparazione tecnica ed atletica specifica, al calendario gare ed obiettivi di breve, medio e lungo periodo.
Direbbe che è più importante la tecnica o la preparazione fisica per uno sport del genere?
Pur essendo la scherma uno sport ricco di tecnica è ormai chiaro a tutti gli addetti ai lavori, da alcuni decenni, che per uno schermitore è necessaria una adeguata attività di preparazione fisica.
A proposito di preparazione fisica, su cosa si deve lavorare in modo particolare per poter raggiungere risultati soddisfacenti?
Per quanto riguarda la preparazione fisica degli schermitori possiamo parlare di obiettivi generali riassumibili nella prevenzione degli infortuni, nel raggiungimento di un buon stato generale di salute fisica, nel facilitare l’apprendimento dei gesti tecnici e nell’incremento delle capacità fisiche. Seguono quindi gli obiettivi specifici della preparazione fisica quali sviluppo della forza, elasticità, rapidità e resistenza specifica; lo sviluppo delle capacità coordinative necessarie per le abilità tecnico-tattiche di questo sport e lo sviluppo della mobilità articolare.
Dovesse dare un giudizio sullo stato di salute del movimento di scherma senese, che cosa direbbe? Ritiene che come settore stia già dando il meglio, oppure vede ancora margini di crescita?
La scherma cussina ha vantato in passato atleti di elevato livello internazionale e non possiamo scordare la senese Margherita Zalaffi che, pur avendo poi lasciato Siena ancora molto giovane, ha disputato 5 Olimpiadi. Il CUS ha visto molti suoi giovani vestire la maglia azzurra nelle competizioni internazionali giovanili, ma proprio adesso abbiamo atleti di valore assoluto che possono ancora puntare più in alto di dove sono già loro stessi arrivati. Importante sarà inoltre garantire una base ampia di giovanissimi schermitori che possano portare in alto ancora per lungo tempo il nome del CUS e di Siena.
Chi tra i suoi atleti si sta esprimendo sui livelli migliori?
Per scaramanzia sarebbe meglio non fare nomi ma mi limiterò a riportare solo dei risultati senza azzardare nessun pronostico. Ho la fortuna di poter allenare una fiorettista che negli ultimi anni ha vinto tantissimo in campo giovanile internazionale e nell’ultima stagione ha potuto far parte del “dream team” in 4 prove di Coppa del Mondo dove l’Italia ha sempre vinto. Si tratta di Alice Volpi, classe 1992, Campionessa Europea individuale ed a squadre under 20 nel 2011 e nel 2012, Campionessa Mondiale under 20 individuale nel 2012 ed a squadre nel 2011 e 2012, vincitrice della Coppa del Mondo under 20 nel 2011 e 2012. Argento a squadre e Bronzo individuale alle Universiadi 2013. Argento individuale ed Oro a squadre con la formazione delle “Fiamme Oro – Polizia di Stato”, Società di tesseramento, ai Campionati Italiani Assoluti 2013.
Parlando invece del contesto nazionale, che giudizio darebbe sullo stato di salute attuale di questo sport?
La scherma è uno sport in costante crescita in Italia pur contando numeri decisamente inferiori a quelli di altre discipline molto più diffuse. La cosa più importante da sottolineare è l’elevato numero di tecnici e Società in grado di formare giovani di alto valore internazionale in tutte le tre armi; questo porta la nostra nazione a primeggiare nelle classifiche europee e mondiali senza parlare delle Olimpiadi dove la scherma, da sempre, ha contribuito in maniera considerevole ad arricchire il medagliere italiano. Nell’ultima edizione dei giochi su 28 medaglie la scherma ne ha portate ben 7, di cui tre d’oro.
Quando pensi o parli di scherma in Italia ti viene subito in mente un personaggio come Valentina Vezzali; come si rimane sulla cresta dell’onda per così tanto tempo? Esiste una ricetta particolare da dover seguire?
Valentina Vezzali rappresenta un modello di atleta difficilmente replicabile, volontà e determinazione che non hanno avuto, e difficilmente avranno, uguali nel mondo sportivo, in particolare se le leghiamo agli straordinari risultati ottenuti da questa fantastica schermitrice. Non credo sia possibile “clonarla”, ma chi la segue potrà solo prendere esempio da lei.
Sempre restando sul contesto nazionale, c’è un atleta che la sta colpendo più di altri in questo momento? Vede all’orizzonte un degno erede della Vezzali?
Direi che le Olimpiadi di Londra, con la vittoria di Elisa Di Francisca, e gli ultimi Campionati Mondiali, con il titolo andato ad Arianna Errigo, oltre alle rispettive vittorie nelle prove a squadre, hanno dato chiara dimostrazione che il fioretto femminile Italiano è leader in questa specialità e che sono le altre nazioni che devono trovare valide antagoniste alle nostre atlete.
Che cosa direbbe ad un ragazzino che vuole iniziare a fare sport per convincerlo a scegliere la scherma?
Di prendere il fioretto in mano, infilarsi la maschera e salire sulla pedana per provare ad imitare il mitico Zorro!