"Felice e preoccupata con addosso la maglia della Nazionale"
MONTERIGGIONI. La corsa di Gaia Benvenuti, classe 2001, verso la maglia della nazionale italiana di softball, un sogno per molti, è arrivata al (primo) traguardo: la convocazione nella Nazionale azzurra al Trofeo Massimo Romeo a Collecchio (Parma). L’Italia 2, nella quale giocava la bianconera indossando la casacca n. 20, è arrivata al terzo posto, ma la ragazza di Castelnuovo Berardenga non ha assolutamente sfigurato: .333 di media battuta, con l’esordio come ricevitore dietro il piatto di casa-base, uno stimolo a continuare il lavoro fin qui svolto.
Gaia, prima le congratulazioni di rito, poi la domanda: che hai provato a far parte del giro azzurro?
Ho provato molta gioia ed appena ho appreso la notizia ho fatto due salti per la felicità!
Te lo aspettavi?
Francamente non me lo aspettavo, perché credevo di non aver dato il massimo al raduno di Sala Baganza del 20 luglio.
Qual è stato il rapporto con i tecnici e le compagne di squadra della Nazionale?
Alcune delle mie compagne di squadra le conoscevo già, altre era la prima volta che le vedevo, ma in poco tempo ci siamo conosciute ed abbiamo familiarizzato. La stessa cosa con i tecnici, che erano molto cordiali e volevano che le cose venissero fatte nel migliore dei modi, dentro e fuori dal campo.
Maglia azzurra da una parte, maglia del Siena dall’altra. Emozioni differenti?
Portare la maglia azzurra è stato un onore, mentre la indossavo ero felice ed allo stesso tempo preoccupata perché avevo paura di sbagliare. Con la maglia del Siena sono felice lo stesso, perché è comunque la maglia della mia città, ma l’ho indossata mille volte, mentre quella della Nazionale non capita spesso e più che altro non capita a tutti!
Pensi che i tuoi compagni di squadra ed il mondo del baseball senese siano orgogliosi di te?
Spero che siano orgogliosi di me e che la mia convocazione in nazionale sia un punto di partenza per far partire il softball anche a Siena.
Come è nata la tua passione per il baseball ed il softball?
La mia passione per il baseball è nata nel 2009 a scuola, durante le ore di motoria e da lì ho iniziato a seguire i corsi extrascolastici. Poi ho continuato a giocare a baseball, ho iniziato a fare le partite ed i torneo e nel 2009 ho vinto, ad un torneo all’Antella (FI), il premio per il miglior battitore. Poi nel 2011 mi hanno iniziato a chiamare ai raduni del softball. Per me questo sport era nuovo e non ci ero abituata, ma pian piano mi ci sono affezionata sempre di più.
C’è mai stato un momento nel quale hai detto “voglio smettere con il batti e corri”?
Qualche volta mi è venuto in mente di dire “ora basta”, perché essendo l’unica ragazza mi sentivo sola, ma quando pensavo a ciò mi ricordavo allo stesso tempo di essere un “talento” e per questo non ho mai mollato.
Cosa diresti ad una giovane senese per invitarla a provare il softball?
Per far iniziare una ragazza a giocare a baseball ed a softball le ricorderei tutte le emozioni e tutte le cose belle che si possono provare giocando: lo scatto di adrenalina quando corri dalla terza base a casa base per fare il punto della vittoria, il momento mentre corri sulle basi sperando di essere salva, oppure quando sei in difesa e tiri in prima base per fare l’eliminato della vittoria. Queste sono le emozioni per cui vale la pena giocare.
Ti senti di ringraziare in particolare qualcuno per questa esperienza che hai vissuto?
Voglio ringraziare gli allenatori che ho avuto in questi anni (Andrea Morandi, Franco Grappolini, Francesco Giusti, Alessandro Negro, Jesus Barroso e Cecilie Mancini), il Presidente Gianfranco Lisi e tutta la mia famiglia, che mi sta sempre vicino.