Nel mondo del baseball italiano in questi ultimi giorni ha destato curiosità la notizia riguardante l’esperienza inglese di un giovane giocatore di baseball labronico, Gabriele Ghio, 21enne lo scorso anno in forza agli Athletics Bologna, il quale, grazie al progetto Erasmus, sarà appunto in Inghilterra per questioni di studio e che ha trovato una opportunità per coltivare la propria passione per il baseball nei London Mets.
Ghio non è, però, l’unico italiano a giocare nella nazione che per prima ha vinto un campionato mondiale di baseball, la Gran Bretagna nel 1938. Nel Regno Unito si trova, infatti, da qualche mese anche un senese, Edoardo Lisi, classe 1995, che fino alla stagione 2014 ha difeso il cuscino di terza base della squadra di serie C della Chianti Banca Siena Baseball.
Lisi, dopo essersi diplomato all’ITI “Sarrocchi” di Siena, si è recato oltre Manica per studiare Matematica all’Imperial College di Londra. Lo abbiamo raggiunto durante le vacanze di Natale nella città del Palio, dove si è recato per ricongiungersi alla famiglia (il padre Gianfranco è il Presidente della società bianconera oltre che stimato cardiochirurgo al Policlinico Le Scotte; la sorella Virginia è stata la prima atleta senese convocata nella Nazionale italiana Cadette di Softball nel 2008).
Edoardo, parlaci un po’ della tua esperienza universitaria in Inghilterra.
“Dopo i primi tre mesi di questa esperienza, posso dirmi molto soddisfatto. Sono stato catapultato in uno dei poli scientifici più importanti d’Europa, in un ambiente totalmente internazionale ed aperto. L’ambiente universitario inglese è unico al mondo, molto adatto alla mia mentalità. Ma la cosa migliore è uscire dall’università e ritrovarsi non in un villaggio universitario isolato dal mondo, ma nel pieno centro di Londra”.
Com’è il livello del baseball in Inghilterra?
“La mia conoscenza diretta è ristretta al campionato universitario: è molto particolare, le squadre sono un mix di principianti che hanno appena conosciuto il gioco e giocatori esperti, spesso provenienti da paesi asiatici come Taiwan, Cina o Corea. Il livello è generalmente più basso che in Italia, ma, a differenza dell’Italia, nel Regno Unito sono riusciti a mettere su un campionato universitario”.
Come ti hanno accolto i tuoi compagni, visto che provieni da uno dei paesi più importanti per il baseball in Europa?
“Sono stato accolto molto bene fin dall’inizio, ritrovandomi ad essere uno dei giocatori con più esperienza della squadra, tanto che sempre più spesso mi ritrovo nel doppio ruolo di player-coach. Non sono stato l’unico giocatore a portare più esperienza alla squadra quest’anno, a per questo puntiamo molto in alto nei tornei che si svolgeranno in primavera.”
Che tipo di attività sportiva state svolgendo? Ci sono differenze con il baseball italiano?
“Nonostante il brutto tempo londinese riusciamo ad allenarci regolarmente due volte alla settimana, a volte tre per i lanciatori. Purtroppo il nostro campo è in periferia, lontano, e quindi ci siamo adattati ad allenarci nel mezzo di Hyde Park. La differenza maggiore, in queste squadre universitarie, è che sono completamente autogestite dagli studenti: non ci sono manager e tecnici esperti, ma gli stessi giocatori si trovano a dover coprire tutti i ruoli da allenatore e dirigente della squadra”.