Il supporto portalampada è realizzato da un società senese
SIENA. E’ senese la prima applicazione della stampa 3D in speleologia. Da questo mese gli speleologi del Club Alpino Italiano di Siena hanno cominciato ad utilizzare per le proprie escursioni un caschetto protettivo implementato con un supporto porta-lampade, realizzato in filamento plastico (.Pla) modellato attraverso una stampante tridimensionale. In particolare, il prototipo è stato realizzato dalla TreD, che da pochi mesi una stampante 3D interamente ‘made in Siena’. “Cercavamo una soluzione versatile per coniugare praticità e utilizzo delle lampade a led sui caschetti protettivi – racconta Marco Mari, membro del Gruppo Speleologico – le versioni reperibili in commercio scontano alcune scelte di produzione industriale, come quella di alloggiare sul caschetto stesso anche la batteria che alimenta la luce, appesantendolo. Di qui l’esigenza di un modello più efficace e personalizzato”.
Sviluppato il disegno d attraverso un apposito software, lo speleologo ha quindi attivato il team multidisciplinare di TreD per tradurre in realtà il componente desiderato: un supporto destinato ad alloggiare con precisione millimetrica circuiti elettrici, due lampade e relative lenti, collegate tramite cavo alla batteria agganciata in vita all’utilizzatore. “In questo modo – spiega Mari – è possibile utilizzare per l’alimentazione anche delle comunissime batterie al litio, e complessivamente il caschetto migliora nelle performance di qualità, leggerezza, impermeabilità. A conti fatti, anche risparmiando: un centinaio d’euro di costi vivi contro i 3-400 euro dei caschetti reperibili sul mercato”.
Il supporto personalizzato per casco da speologo, così come creato da TreD, è primo del suo genere in Italia: è stato già indossato in occasione di una escursione all’interno del monte Cetona, sarà presentato dal Gruppo Cai di Siena al Raduno Internazionale di Speleologia in programma da 28 ottobre al 1 novembre sulla Majella, in Abruzzo.