L'Osservatorio si conferma ai vertici mondiali nella ricerca di esplosioni stellari
SIENA. Nuovo evento esplosivo extragalattico scoperto all’Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti (SI) gestito
dall’Unione Astrofili Senesi.
Attraverso il telescopio automatico da oltre mezzo metro di diametro dell’osservatorio senese, i ricercatori Simone Leonini, Massimo Conti, Paolo Rosi, Luz Marina Tinjaca Ramirez e Giacomo Guerrini hanno potuto registrare gli attimi conclusivi del ciclo evolutivo di una stella.
In pieno periodo Carbonifero Inferiore, quando ancora sulla Terra le acque dominavano gran parte dell’Europa ed un clima equatoriale caldo umido permetteva lo sviluppo della flora e la nascita dei primi vertebrati, una stella di grande massa esplodeva con un’intensità pari a quella di miliardi di soli nella galassia di tipo spirale barrata denominata UGC02282, posta nella costellazione zodiacale dell’Ariete.
La distanza alla quale è avvenuta la deflagrazione cosmica è tale, che solo oggi è stato possibile registrarla, dopo che i primi bagliori dell’esplosione hanno viaggiato nello spazio alla velocità della luce per circa 325 milioni di anni. L’immagine ripresa dalla strumentazione dell’osservatorio è stata analizzata con l’ausilio di un programma automatico di individuazione delle supernove sviluppato dagli stessi astrofili senesi, che ha segnalato la presenza di una nuova sorgente luminosa in prossimità del nucleo galattico.
Dopo le opportune verifiche, è stato possibile annunciare alla comunità astronomica internazionale la scoperta del “nuovo” oggetto celeste, in attesa di una sua caratterizzazione ufficiale. Grazie agli astronomi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Padova, tramite il telescopio “Copernico” dell’Osservatorio di Asiago, il maggiore presente in Italia, è stato possibile classificare il transiente come supernova di tipo Ia individuata circa un mese dopo il suo massimo di luminosità.
Con questa quindicesima supernova scoperta, l’Osservatorio di Montarrenti si conferma ai vertici mondiali nella ricerca di queste esplosioni stellari, fondamentali per la comunità scientifica in quanto utili a dedurre le distanze nello spazio ed a spiegare l’evoluzione dell’Universo.