E' ricercatore del Dipartimento di neuroscienze all'università di Siena
SIENA. Antonio Giorgio, ricercatore del Dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’universitè di Siena, ha vinto la seconda edizione del Premio per la migliore pubblicazione scientifica sulla ricerca clinica nella sclerosi multipla. Il concorso è promosso dalla Società italiana di neurologia, il cui congresso si chiude oggi (5 novembre) a Milano. Il bando, del valore di 10 mila euro, era rivolto a ricercatori under 40 di nazionalità italiana, che avessero condotto in Italia la loro ricerca, pubblicata a loro nome e recensita nel corso del 2012. Il vincitore è stato selezionato da una giuria guidata da Giancarlo Comi, presidente della Sin.
Neurologo, dottorato in Scienze neurologiche applicate, Giorgio si è aggiudicato il riconoscimento con uno studio condotto su 1.165 pazienti con sindrome clinicamente isolata (Cis), con l’obiettivo di verificare l’importanza della sede e della frequenza delle lesioni cerebrali nel predire la conversione entro un anno della Cis in sclerosi multipla. Il verificarsi di una maggiore frequenza delle lesioni in tratti della sostanza bianca clinicamente eloquenti – spiega una nota – può caratterizzare pazienti affetti da forme Cis con diverse tipologie d’esordio. Il coinvolgimento di specifici tratti di sostanza bianca, in particolare quelli attraversati da fibre coinvolte nella funzione motoria e vicine al corpo calloso, sembra essere associato ad un rischio maggiore di conversione in sclerosi multipla clinicamente definita nel breve periodo.
Neurologo, dottorato in Scienze neurologiche applicate, Giorgio si è aggiudicato il riconoscimento con uno studio condotto su 1.165 pazienti con sindrome clinicamente isolata (Cis), con l’obiettivo di verificare l’importanza della sede e della frequenza delle lesioni cerebrali nel predire la conversione entro un anno della Cis in sclerosi multipla. Il verificarsi di una maggiore frequenza delle lesioni in tratti della sostanza bianca clinicamente eloquenti – spiega una nota – può caratterizzare pazienti affetti da forme Cis con diverse tipologie d’esordio. Il coinvolgimento di specifici tratti di sostanza bianca, in particolare quelli attraversati da fibre coinvolte nella funzione motoria e vicine al corpo calloso, sembra essere associato ad un rischio maggiore di conversione in sclerosi multipla clinicamente definita nel breve periodo.