Nucleare: qualcuno dica a Umberto Veronesi...
SIENA. Dalle “pagine” di questo quotidiano on line è arrivata la notizia che il famoso oncologo Umberto Veronesi è stato nominato presidente della nuova authority: l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare. Chiara la volontà del governo di comprarsi la benevolenza dell’opposizione PD nominando un suo senatore che, bontà sua, ha dichiarato di provvedere quanto prima alle dimissioni dal ruolo di parlamentare (e facendo contemporaneamente la professione di medico, mi sembra che ne voglia far troppe). Questo baldo giovanotto è nato a Milano il 28 novembre 1925, e anche se nel suo campo è una autorità mondiale, non mi sento di accreditare un ottantacinquenne (forse ancora abbastanza sveglio) per il compito di vigilanza sull’atomo, che per legge è addirittura indispensabile e propedeutico alla realizzazione del secondo programma nucleare italiano così caro a Berlusconi.
Una delle espressioni sull’argomento di Veronesi è stata “I nuovi reattori sono bellissimi, potenti e non c’è alcun dubbio sulla loro sicurezza”. Evidentemente nessuno ha avvertito il vegliardo che al mondo non esiste alcuna centrale nucleare funzionante con il sistema francese EPR di terza generazione, che le strutture sono tutte in costruzione con ritardi pesanti nella consegna proprio a causa delle incertezze sulla sicurezza degli impianti. Ancora egli afferma “ci vorranno quattro anni per avere la primissima attività degli impianti”. Forse qualcuno dovrebbe dirgli di andarci piano, visto che i tempi incerti di Flamanville in Francia e di Olkiluoto in Finlandia già sfiorano i due lustri. Addirittura l’illustre professore ha dichiarato tempo fa al Corriere della Sera “E’ l’ alternativa più valida al petrolio, che è altamente inquinante ed è causa di conflitti sanguinosi, oltre che di episodi disastrosi per l’ambiente e la salute…”. Il giornalista del quotidiano milanese è rimasto in silenzio, forse sgomento. Sarà bene che qualcuno spieghi a Veronesi che col petrolio si mandano avanti principalmente le automobili, quelle che non possono sfruttare l’elettricità prodotta col nucleare e che le devastazioni che impone lo sfruttamento dell’uranio sono meno conosciute ma non meno gravi di quelle originate dal petrolio, mentre di quelle provocate dalla radioattività siamo tutti, purtroppo, a conoscenza diretta, come le numerose famiglie toscane che hanno ospitato bambini provenienti da Chernobyl per vacanze disintossicanti possono testimoniare. Stiamo parlando proprio di quelle vacanze proibite dalla Bielorussia nel 2009, così si cancellerà la memoria di quello che molti di noi hanno visto senza essere andati fin lassù.
Tornando a casa nostra, è evidente che l’ Italia non è un paese per giovani, ma credetemi, nemmeno un paese per cinquantenni. Un anno dopo la nomina di Sergio Zavoli, classe 1923, alla presidenza della Vigilanza Rai (ente in cui la presidenza spetta di diritto all’ opposizione), sembra di poter affermare che almeno il governo ha una predilezione per gli ottuagenari dell’altro schieramento. Che abbiano riflessi lenti?