Individuata l'esplosione di 370 milioni di anni fa
SIENA. Protagonisti di un incredibile viaggio nel tempo e nello spazio. Gli astrofili Simone Leonini, Giacomo Guerrini, Paolo Rosi e Luz Marina Tinjaca Ramirez, individuano dall’Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti (Siena) il bagliore di una stella esplosa oltre 370 milioni di anni fa.
A quel tempo, mentre sulla Terra è in atto una grande fase di transizione e gli anfibi si stanno trascinando fuori dalle acque usando le pinne come zampe alla conquista delle terre emerse, la luce di una stella proveniente dalla lontana galassia a spirale denominata MCG-01-36-005 posta nella costellazione zodiacale della Vergine, comincia il proprio viaggio straordinario verso il nostro pianeta, per raggiungerlo solo oggi, dopo centinaia di milioni di anni.
Gli strumenti in dotazione all’osservatorio senese che sorvegliano costantemente la volta celeste alla ricerca di questi fenomeni, i più violenti dal tempo della formazione dell’Universo, identificano per primi al mondo il “fuoco d’artificio” celeste confermandone la presenza attraverso l’utilizzo di un telescopio robotico a controllo remoto collocato in New Mexico, Stati Uniti. Solo a questo punto è stato possibile inviare l’allerta alla comunità astronomica internazionale alla quale hanno risposto gli astronomi Nidia Morrel ed Eric Hsiao del Carnegie Observatories (La Serena, Chile) che attraverso i ricercatori dell’Australian National University hanno indirizzato il telescopio di 2,3 m di diametro del Siding Spring Observatory (New South Wales, Australia) verso l’oggetto cosmico appena scoperto per la sua caratterizzazione.
La deflagrazione cosmica, individuata dopo il suo massimo di luminosità, viene classificata attraverso l’analisi spettroscopica come supernova di tipo II, ovvero un evento che segna la fine di una stella dalla massa circa 8 volte maggiore di quella solare, la quale esaurisce il suo combustibile nucleare e collassa sotto la sua stessa gravità, portandola verso un tragico quanto spettacolare destino.
Uno splendido laboratorio a disposizione dei ricercatori per cercare di far luce sulle fasi conclusive della vita di una stella e sulla creazione di quegli elementi chimici che sono alla base della composizione dei principali corpi celesti così come di tutte le strutture biologiche, incluso l’uomo. Dopo la sua catalogazione, l’astro è stato definitivamente designato dall’Associazione Astronomica Internazionale con la sigla SN 2013bj accreditando ufficialmente la paternità della scoperta agli astrofili senesi.
Decisiva l’impronta femminile per questa nuova scoperta: Luz Marina Tinjaca Ramirez, quarta donna in Italia protagonista della scoperta di una supernova; Nidia Morrel, l’astrofisica promotrice della sua classificazione e la costellazione da dove sembra provenire la supernova, quella della Vergine, l’unico asterismo femminile dello Zodiaco.
A quel tempo, mentre sulla Terra è in atto una grande fase di transizione e gli anfibi si stanno trascinando fuori dalle acque usando le pinne come zampe alla conquista delle terre emerse, la luce di una stella proveniente dalla lontana galassia a spirale denominata MCG-01-36-005 posta nella costellazione zodiacale della Vergine, comincia il proprio viaggio straordinario verso il nostro pianeta, per raggiungerlo solo oggi, dopo centinaia di milioni di anni.
Gli strumenti in dotazione all’osservatorio senese che sorvegliano costantemente la volta celeste alla ricerca di questi fenomeni, i più violenti dal tempo della formazione dell’Universo, identificano per primi al mondo il “fuoco d’artificio” celeste confermandone la presenza attraverso l’utilizzo di un telescopio robotico a controllo remoto collocato in New Mexico, Stati Uniti. Solo a questo punto è stato possibile inviare l’allerta alla comunità astronomica internazionale alla quale hanno risposto gli astronomi Nidia Morrel ed Eric Hsiao del Carnegie Observatories (La Serena, Chile) che attraverso i ricercatori dell’Australian National University hanno indirizzato il telescopio di 2,3 m di diametro del Siding Spring Observatory (New South Wales, Australia) verso l’oggetto cosmico appena scoperto per la sua caratterizzazione.
La deflagrazione cosmica, individuata dopo il suo massimo di luminosità, viene classificata attraverso l’analisi spettroscopica come supernova di tipo II, ovvero un evento che segna la fine di una stella dalla massa circa 8 volte maggiore di quella solare, la quale esaurisce il suo combustibile nucleare e collassa sotto la sua stessa gravità, portandola verso un tragico quanto spettacolare destino.
Uno splendido laboratorio a disposizione dei ricercatori per cercare di far luce sulle fasi conclusive della vita di una stella e sulla creazione di quegli elementi chimici che sono alla base della composizione dei principali corpi celesti così come di tutte le strutture biologiche, incluso l’uomo. Dopo la sua catalogazione, l’astro è stato definitivamente designato dall’Associazione Astronomica Internazionale con la sigla SN 2013bj accreditando ufficialmente la paternità della scoperta agli astrofili senesi.
Decisiva l’impronta femminile per questa nuova scoperta: Luz Marina Tinjaca Ramirez, quarta donna in Italia protagonista della scoperta di una supernova; Nidia Morrel, l’astrofisica promotrice della sua classificazione e la costellazione da dove sembra provenire la supernova, quella della Vergine, l’unico asterismo femminile dello Zodiaco.