Il sistema rf id presentato dal dipartimento di Ingegneria dell'informazione
SIENA. Presentato dal dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena l’inventario basato sul sistema RF-ID. Un sistema che permette di tracciare la posizione di un oggetto, in modo puntuale e immediato, attraverso un rilevatore a radiofrequenze, grazie alla presenza di un’etichetta costituita da un microchip e da una microantenna. E’ questo il sistema di rilevazione basato su tecnologia RF-ID (Radiofrequency Identification), che il dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena ha applicato alla gestione inventariale.
In pratica, dotando gli oggetti da inventariare di un’etichetta, o “tag”, è possibile rilevarne a distanza la presenza attraverso un apposito lettore a radiofrequenze e quindi aggiornare via wireless, in tempo reale, il database inventariale residente su un server remoto. Il sistema è stato presentato oggi in una dimostrazione pratica nei locali del dipartimento dell’Ateneo senese.
“La soluzione che abbiamo realizzato – spiega la professoressa Santina Rocchi, direttore del dipartimento – si basa su una tecnologia sempre più diffusa e applicata in innumerevoli settori. Applicare l’RF-ID alla gestione inventariale significa semplificare ed ottimizzare le procedure di catalogazione, ridurre il margine di errore, ridurre le risorse impiegate per la ricognizione e la gestione inventariale e abbattere considerevolmente i tempi della ricognizione”.
I vantaggi del sistema inventariale a radiofrequenze sono molteplici: è possibile conoscere in tempo reale la posizione dei beni e verificarne gli spostamenti, controllandone la presenza attraverso una lettura a distanza delle etichette, che possono essere lette dal rilevatore posizionato fino a 5 metri dall’oggetto.
La fattibilità della soluzione applicata dal dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena è stata dimostrata in alcune tesi di laurea triennale elaborate negli anni scorsi. L’intero sistema è stato realizzato sotto la guida del professor Alessandro Andreadis, in collaborazione con l’ingegner Pasquale Fedele e Debora Mazzeschi. “Questo tipo digestione inventariale – ha concluso la professoressa Rocchi – rappresenta una buona pratica, estendibile a tutto l’Ateneo, ed anche a molte realtà della pubblica amministrazione”.
In pratica, dotando gli oggetti da inventariare di un’etichetta, o “tag”, è possibile rilevarne a distanza la presenza attraverso un apposito lettore a radiofrequenze e quindi aggiornare via wireless, in tempo reale, il database inventariale residente su un server remoto. Il sistema è stato presentato oggi in una dimostrazione pratica nei locali del dipartimento dell’Ateneo senese.
“La soluzione che abbiamo realizzato – spiega la professoressa Santina Rocchi, direttore del dipartimento – si basa su una tecnologia sempre più diffusa e applicata in innumerevoli settori. Applicare l’RF-ID alla gestione inventariale significa semplificare ed ottimizzare le procedure di catalogazione, ridurre il margine di errore, ridurre le risorse impiegate per la ricognizione e la gestione inventariale e abbattere considerevolmente i tempi della ricognizione”.
I vantaggi del sistema inventariale a radiofrequenze sono molteplici: è possibile conoscere in tempo reale la posizione dei beni e verificarne gli spostamenti, controllandone la presenza attraverso una lettura a distanza delle etichette, che possono essere lette dal rilevatore posizionato fino a 5 metri dall’oggetto.
La fattibilità della soluzione applicata dal dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena è stata dimostrata in alcune tesi di laurea triennale elaborate negli anni scorsi. L’intero sistema è stato realizzato sotto la guida del professor Alessandro Andreadis, in collaborazione con l’ingegner Pasquale Fedele e Debora Mazzeschi. “Questo tipo digestione inventariale – ha concluso la professoressa Rocchi – rappresenta una buona pratica, estendibile a tutto l’Ateneo, ed anche a molte realtà della pubblica amministrazione”.