Individuato dagli astronomi senesi uno degli oggeti più distanti
SIENA. Una delle esplosioni più potenti ed energetiche dell’Universo dopo il Big-Bang, è stata osservata da Simone Leonini, Giacomo Guerrini, Paolo Rosi e Luz Marina Tinjaca Ramirez dall’Osservatorio Astronomico Provinciale di Montarrenti, gestito dall’Unione Astrofili Senesi.
Un elusivo lampo di raggi gamma denominato GRB130606A è stato rilevato dall’osservatorio senese. Proveniente dalla costellazione di Hercules, ha avuto una durata di pochi secondi ma ha emesso un’energia pari a quella che il Sole ha irradiato in 5 miliardi di anni. Ad individuarlo è stato il satellite della NASA per alte energie Swift, che ha immediatamente inviato un’allerta al network mondiale di telescopi che studia in modo sistematico questi eventi violenti che giungono dalle più remote profondità dell’Universo. Il bagliore di questa catastrofe celeste ha infatti cominciato il suo cammino ben 12,7 miliardi di anni fa, quando l’Universo aveva solo il 7% della sua attuale età. Come una macchina del tempo cosmica, gli strumenti della stazione astronomica senese hanno aperto una finestra nello spazio e nel tempo, consentendo di assistere ad un evento accaduto appena 900 milioni di anni dopo il Big Bang, quando addirittura il Sistema Solare non si era ancora formato. Questo fenomeno rappresenta uno degli oggetti più distanti mai osservati dal nostro Paese.
L’individuazione della controparte ottica del GRB ha consentito attraverso l’analisi spettroscopica effettuata dai maggiori telescopi al mondo, come il Very Large Telescope localizzato nel deserto di Atacama in Cile ed il grande occhio di 10.4 metri di diametro del Gran Telescopio Canarias, di stabilirne la distanza e di rilevare gli elementi chimici che impressero la loro firma in un Universo ancora molto giovane. Lo studio di questi oggetti esotici è molto recente visto che solo nel 1997 ne è stata scoperta la loro emissione residua, visibile in tutte le bande spettrali. La loro natura è ancora attivamente dibattuta. Le attuali teorie suggeriscono che possono essere associati ad un collasso gravitazionale di una stella di una galassia esterna, di massa 20-30 volte maggiore di quella solare, che termina la propria vita evolutiva con un’esplosione estremamente energetica di ipernova, i cui bagliori poi ci raggiungono. Fenomeni simili però possono anche avvenire se al posto della stella ipotizziamo un sistema binario stretto di due oggetti compatti come stelle di neutroni o buchi neri.
Ulteriori osservazioni delle successive evoluzioni del fenomeno possono aiutarci a comprendere meglio la fisica che sta alla base di questi veri e propri “mostri cosmici”, la cui completa comprensione è solo agli inizi. Il contributo degli Astrofili Senesi è sempre attivo per tentare di ricostruire in ogni dettaglio la meravigliosa storia del nostro Universo.
(Nella foto, Controparte ottica del GRB130606A rilevata alla distanza di 12,7 miliardi di anni luce)
Un elusivo lampo di raggi gamma denominato GRB130606A è stato rilevato dall’osservatorio senese. Proveniente dalla costellazione di Hercules, ha avuto una durata di pochi secondi ma ha emesso un’energia pari a quella che il Sole ha irradiato in 5 miliardi di anni. Ad individuarlo è stato il satellite della NASA per alte energie Swift, che ha immediatamente inviato un’allerta al network mondiale di telescopi che studia in modo sistematico questi eventi violenti che giungono dalle più remote profondità dell’Universo. Il bagliore di questa catastrofe celeste ha infatti cominciato il suo cammino ben 12,7 miliardi di anni fa, quando l’Universo aveva solo il 7% della sua attuale età. Come una macchina del tempo cosmica, gli strumenti della stazione astronomica senese hanno aperto una finestra nello spazio e nel tempo, consentendo di assistere ad un evento accaduto appena 900 milioni di anni dopo il Big Bang, quando addirittura il Sistema Solare non si era ancora formato. Questo fenomeno rappresenta uno degli oggetti più distanti mai osservati dal nostro Paese.
L’individuazione della controparte ottica del GRB ha consentito attraverso l’analisi spettroscopica effettuata dai maggiori telescopi al mondo, come il Very Large Telescope localizzato nel deserto di Atacama in Cile ed il grande occhio di 10.4 metri di diametro del Gran Telescopio Canarias, di stabilirne la distanza e di rilevare gli elementi chimici che impressero la loro firma in un Universo ancora molto giovane. Lo studio di questi oggetti esotici è molto recente visto che solo nel 1997 ne è stata scoperta la loro emissione residua, visibile in tutte le bande spettrali. La loro natura è ancora attivamente dibattuta. Le attuali teorie suggeriscono che possono essere associati ad un collasso gravitazionale di una stella di una galassia esterna, di massa 20-30 volte maggiore di quella solare, che termina la propria vita evolutiva con un’esplosione estremamente energetica di ipernova, i cui bagliori poi ci raggiungono. Fenomeni simili però possono anche avvenire se al posto della stella ipotizziamo un sistema binario stretto di due oggetti compatti come stelle di neutroni o buchi neri.
Ulteriori osservazioni delle successive evoluzioni del fenomeno possono aiutarci a comprendere meglio la fisica che sta alla base di questi veri e propri “mostri cosmici”, la cui completa comprensione è solo agli inizi. Il contributo degli Astrofili Senesi è sempre attivo per tentare di ricostruire in ogni dettaglio la meravigliosa storia del nostro Universo.
(Nella foto, Controparte ottica del GRB130606A rilevata alla distanza di 12,7 miliardi di anni luce)