Cardiologia interventistica è uno dei centri scelti per l'analisi dell’impatto pandemia sull’attività strutturale
SIENA. L’Istituto Superiore di Sanità ha individuato 11 centri in Italia per valutare l’impatto della pandemia da Covid-19 nello svolgimento dell’attività cardiologica interventistica, con particolare riferimento alla TAVI, dispositivo transcatetere di valvola aortica che permette l’impianto della stessa con approccio percutaneo in alternativa alla sostituzione con intervento cardiochirurgico. Tra questi 11 centri è presente la Cardiologia Interventistica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, diretta dal dottor Massimo Fineschi: «Lo studio con cui partecipiamo a questo progetto è denominato “Observant-Covid-19” e valuta l’impatto della pandemia sul trattamento della stenosi aortica severa sintomatica mediante impianto di bioprotesi transcatetere. La stenosi aortica è il restringimento della valvola aortica che ostruisce il flusso di sangue dal ventricolo sinistro all’aorta. Sia il GISE, Società Italiana di Cardiologia Interventistica, che la SIC, Società Italiana di Cardiologia, sottolineano una riduzione di questa attività in una percentuale che oscilla dal 50 al 70%, in particolare nella prima ondata, con un parziale recupero in autunno». La Cardiologia Interventistica dell’Aou Senese ha sostanzialmente mantenuto l’attività di TAVI e di tutta l’attività strutturale, confermandosi riferimento per l’area vasta sud est: «In un anno in cui il Covid-19 ha fortemente impattato sulle attività di tutti gli ospedali, siamo riusciti – aggiunge il dottor Fineschi – ad avere una riduzione solamente del 7% dell’attività di TAVI rispetto al 2019 e di un 3,5% di tutta l’attività strutturale, ovvero di TAVI, chiusura percutanea di PFO e DIA (procedure per interrompere la comunicazione tra atrio sinistro e atrio destro formatesi in età fetale), e Mitraclip (trattamento percutaneo dell’insufficienza mitralica che abbiamo iniziato nel Gennaio 2020)». Una volta raccolto e conservato l’archivio dei dati dello studio, questo verrà trasmesso all’Istituto Superiore di Sanità che formerà un database degli 11 centri identificati per avere di conseguenza un quadro nazionale dell’impatto del Covid-19 sui pazienti sottoposti a TAVI durante la pandemia.