di Michele Pinassi*
Ripristineremo la normalità appena saremo sicuri di cosa sia normale. Grazie.” (Douglas Adams)
SIENA. Per la prima volta in tanti mesi, sono tornato in palestra. Ero sinceramente commosso all’idea di tornare nell’ultimo luogo pubblico dove ero stato prima del lockdown. Lo ricordo bene: avevo appena rinnovato l’abbonamento quando Conte, la sera stessa a reti unificate, annunciò il blocco totale del Paese. O almeno di quella parte che non era ancora bloccata.
Non è una ripartenza facile. Accesso solo su prenotazione, numero limitato di persone contemporaneamente in sala pesi. Distanza obbligatoria di almeno due metri e uso compulsivo di spray disinfettanti su panche, pesi e attrezzi vari. Mascherina quando non si fa attività fisica. Spogliatoio limitato: un posto su due interdetto. Idem le docce. Sanificazione tot volte al giorno di tutti i locali. I gestori ce la stanno davvero mettendo tutta per provare a ripartire, nel rispetto delle (alcune assurde) normative imposte. Hanno la mia stima incondizionata e spero ce la facciano a superare, più o meno indenni, questo brutto periodo. La nuova normalità rischia di fare strage di imprese, forse più di quanta ne ha fatta il frammento di RNA chiamato 2019-nCoV.
La normalità post-lockdown si preannuncia difficile. Regole incerte, confuse, ridondanti. Alcune illogiche e del tutto irragionevoli.
Nelle settimane scorse era tutta una corsa alla sanificazione dei locali prima della riapertura. “Sanificazione obbligatoria” per tutti, dicevano. Ma che senso ha, se i locali sono stati chiusi? No, no, sanificare! Sanificare! Poi la circolare del Ministero della Salute emanata in data 22.05 chiarisce tutto: “Se il posto di lavoro, o l’azienda non sono occupati da almeno 7-10 giorni,per riaprire l’area sarà necessaria solo la normale pulizia ordinaria, poiché il virus che causa COVID-19 non si è dimostrato in grado di sopravvivere su superfici più a lungo di questo tempo neppure in condizioni sperimentali. Indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento, Ministero della Salute”.
Subdola strategia per far ripartire l’economia? Forse. A spese degli imprenditori, però. Così che, per tamponare l’emorragia di spese dovute a nuovi obblighi e norme, estraggono dal cilindro il “contributo CoVID”, dai 2 ai 4€ direttamente in scontrino, per l’acconciatura, le méches o la colazione al bar.
Intanto la Protezione Civile sta per emanare un bando, a seguito dell’idea ministeriale, per individuare 60mila “assistenti civici” volontari in tutta Italia. Necessari per aiutare i sindaci nel mantenimento delle distanze di sicurezza. Un po’ come i Guardian Angels degli anni ’80 a New York, solo che qui si tratta di invitare i cittadini a stare a debita distanza. Avranno la divisa? Avranno poteri sanzionatori? Manette, sfollagente e metro? “Ehi, tu! Allontanati da lei!” “Eh? E tu chi saresti?” “Sono uno space angel”. Scusate, solo l’idea mi fa scompisciare dal ridere. La Marvel Comics sta già pensando al suo prossimo supereroe.
Approdata su GitHub l’app. Immuni. Per chi fosse curioso di vederne il codice sorgente:
- Per Android: github.com/immuni-app/immuni-
app-android - Per iOS: github.com/immuni-app/immuni-
app-ios/ - Documentazione varia: github.com/immuni-app/immuni-
documentation
Le prime beta dovrebbero essere disponibili tra una quindicina di giorni, assieme – probabilmente – al backend, che al momento non è disponibile. Per i meno pratici: queste app sfrutteranno il framework sviluppato da Apple/Google e si interfacceranno con un server – il cosiddetto backend – per lo scambio dei dati di contatto. Diciamo che il backend è un po’ il cuore del sistema, dove i dati vengono raccolti ed elaborati. Sarebbe importante poterlo vedere. Incrociamo le dita e non perdiamo la speranza.
Se da un lato si apre (almeno il codice sorgente), dall’altra si chiude. Notizia fresca fresca appena arrivata: nell’ambito del Procedimento Penale n. 52127/20 R.G.N.R.I. – Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma – il sito web del Progetto Gutenberg è stato oscurato. Quantomeno ci han provato, perché l’ordinanza di sequestro interessa solo il territorio italiano (e relativi DNS): basta usare un DNS non italiano (OpenDNS, ad esempio…) o una VPN con exit hop all’esterno e il sito web tornerà tranquillamente consultabile.
To all Italian followers/users. Please see below our CEO’s statement about some issues with some people in Italy reaching PG (https://t.co/1qUbyiUDQ4) pic.twitter.com/U9NWwHFBUa — Project Gutenberg (@gutenberg_org) May 24, 2020
Per chi non lo sapesse, Project Gutenberg raccoglie oltre 60mila libri totalmente liberi, il cui copyright è scaduto e, quindi, sono tranquillamente riproducibili, copiabili, consultabili… È la più grande biblioteca libera del Web e raccoglie moltissimi grandi classici i cui diritti d’autore sono ormai scaduti. Maggiori dettagli sulla vicenda, con tanto di decreto di sequestro dettagliato (è una chicca, ve lo consiglio!) disponibili sul sito The Submarine.
Per finire, due parole sulla mia prima esperienza a un TEDx Circles, “open platform of small groups that engage in conversations about ideas“, organizzata dal gruppo TEDx Firenze. Iniziativa scoperta dietro segnalazione di un amico, è stata molto interessante e stimolante. Chissà se anche nella mia città sarà possibile realizzare spazi di discussione e condivisione liberi e orizzontali? Se non altro, ho testimonianza che a Siena c’è chi ci sta provando: il Comitato Siena Riparte. Speriamo bene.
*www.zerozone.it