Per avere un dato reale sull’utilizzo e sull’efficacia, dell’app è necessario andare a vedere i dati di analisi che vengono periodicamente inviati al server centrale del Servizio Sanitario Nazionale
di Michele Pinassi*
“Oggi non guardo il telegiornale, sono già abbastanza disinformato.” (Taras Mithrandir)
SIENA. Davvero ci interessa quanti milioni di volte è stato scaricato Immuni? Per la cronaca, secondo la dashboard disponibile sul sito www.immuni.italia.it/
Su 60 milioni di abitanti e oltre 80 milioni di smartphone connessi in Rete (dati We Are Social 2020), il numero non è strabiliante. A peggiorare la situazione, sarebbe bene precisare che il numero dei download non è un dato molto indicativo della situazione: scaricare una app non significa affatto usarla, né usarla bene. Potrebbe essere stata scaricata, installata e poi rimossa. Oppure installata ma mai attivata. O magari installata su un tablet che lasciamo tutto il giorno sul comodino della camera da letto, vanificandone l’efficacia.
Insomma, il numero degli scaricamenti non è indice di quanto Immuni sia davvero diffusa. “Besides the temporary exposure keys, the Immuni app also sends to the server some analytics data. These include epidemiological and operational information, and are sent for the purpose of helping the National Healthcare Service (Servizio Sanitario Nazionale) to provide effective assistance to users”.Documentazione di Immuni
Per avere un dato reale sull’utilizzo, e sull’efficacia, dell’app sarebbe necessario andare a vedere i dati di analisi che vengono periodicamente inviati al server centrale del Servizio Sanitario Nazionale.
Non c’è molto altro da aggiungere, ma la precisazione era doverosa. Anche perché credo che se davvero vogliamo massimizzare la diffusione di questo strumento tra la popolazione, anche quella meno avvezza all’uso di strumenti tecnologici, la chiarezza e la corretta informazione siano fondamentali.
Tuttavia, Immuni è solo uno strumento. Che utilizza le nuove tecnologie per mantenere traccia dei nostri contatti “a rischio” e avvisarci nella malaugurata ipotesi uno di loro risulti positivo. Evitandoci, quindi, di essere untori inconsapevoli noi stessi e riducendo la diffusione del virus. Al di là delle discussioni sulle potenziali ripercussioni sulla nostra privacy (e chiunque abbia il proprio smartphone connesso a Google o Apple dovrebbe preoccuparsene, in ogni caso), l’efficacia dello strumento è strettamente correlata al numero degli utilizzatori attivi. Quelli che, ovunque vadano, portano con sé il proprio smartphone con Immuni installata, attiva e funzionante.
Quindi, non è realmente importante quante volte Immuni è stata scaricata: è importante su quanti dispositivi viene costantemente utilizzata.