di Michele Pinassi*
“La grandezza di una leadership si fonda su qualcosa di molto primitivo:
la capacità di far leva sulle emozioni” (Daniel Goleman)
SIENA. Sembra che non sia così difficile salire in auto e andare nella seconda casa, anche distante a centinaia di km di distanza. Alcuni sindaci di zone residenziali e turistiche hanno avvertito che aumenteranno i controllo e di non fare i furbi: nelle seconde case al mare non ci si può andare. Ma è davvero così facile, mi chiedo, partire da Milano e arrivare alla casa di villeggiatura in Toscana senza alcun controllo?
Dopo un mese di lockdown, pur di uscire qualcuno si inventa scuse davvero incredibili. Da quello che, a Pozzuoli, scende in strada schioccando una frusta, dichiarando che stava facendo sport, alla donna che, a Roma, si giustifica dicendo: “Cercavo le carote per il coniglio”. Per non parlare di quello che porta il pappagallo a fare una passeggiata. Che la situazione non possa ancora reggere a lungo sembra essersene accorto anche il presidente Conte: alcune voci parlano della riapertura di alcune aziende dal 13 aprile, per poi arrivare al 4 maggio con la liberazione dei cittadini. Il 25 aprile facciamo tutti una prova generale in salotto…
Da qualche settimana stiamo facendo alcuni “esperimenti” proponendo dei sondaggi sul canale Telegram dedicato alle notizie sul CoVID19 a Siena e Provincia. In particolare, trovo interessante proporre dei quesiti offrendo delle risposte che spaziano dalle posizioni più liberali a quelle più restrittive e autoritarie. Preciso che il campione degli iscritti al canale non è da considerarsi rappresentativo della popolazione e non c’è alcuna pretesa che siano significativi. Personalmente, però, trovo molto inquietante il risultato di alcuni quesiti, che sembrano mostrare una tendenza piuttosto accentuata, almeno in questo periodo, nell’accettare misure “liberticide”.
Ripeto e sottolineo che sono risultati da non considerare assolutamente come “scientifici”. Tuttavia riflettere su quanto ognuno di noi è disposto ad accettare, come restrizione dei propri diritti, in un clima emergenziale come l’attuale lo trovo importante. Non azzardo paragoni storici ma, se c’è un aspetto che mi preoccupa maggiormente per il futuro, è proprio questa deriva autoritaria e liberticida. Speriamo sia solo momentanea.
Peraltro mi ha fatto molto riflettere l’ordinanza del presidente della Regione Toscana che ha invitato i 3500 cittadini risultati positivi al CoVID19, che al momento sono nelle loro case, a trasferirsi nelle strutture sanitarie protette. Al momento è solo un invito, ed è comprensibile e giusto che sia così. Davanti a situazioni particolari, con esplicita richiesta, la considero una misura di assoluto buonsenso. Purché, ovviamente, non diventi un obbligo.
A quanto pare, la scuola si arrende al CoVID-19 e dichiara: “tutti promossi“. La sfida digitale degli esami di valutazione era forse troppo grande per un sistema scolastico massacrato da anni di tagli indiscriminati. Lo capisco, perché trovarsi in una situazione di emergenza quando la scuola era già in una situazione di emergenza (in buona compagnia, purtroppo) non deve essere affatto facile. Peraltro sembra che ormai l’anno scolastico è definitivamente perso: di eventuali riaperture se ne riparla (forse) a settembre.
A proposito di scuola e didattica, mi sono arrivate ulteriori segnalazioni in merito all’uso di piattaforme proprietarie per le lezioni. Peccato, perché questa occasione sarebbe stata una ottima opportunità per tradurre in qualcosa di concreto la tanto declamata “sinergia” tra le istituzioni. C’è chi c’ha già provato, dimostrando che si può fare didattica on-line senza necessariamente affidare i dati degli studenti e dei docenti ai datacenter di multinazionali private.
Peraltro, alternative interessanti alle piattaforme proprietarie stanno nascendo, come il progetto Io Resto a Casa.work, realizzato interamente grazie al lavoro volontario e al software libero. L’iniziativa si propone di fornire accesso libero e gratuito ai server di videoconferenza Jitsi Meet , messi a disposizione dalle associazioni e istituzioni partecipanti, tra cui troviamo GARR, ILS e molte altre.
Sempre sul tema della didattica on-line, ho scoperto una nuova interessante iniziativa chiama PoK –Power of Knowledge–. E’ un portale commerciale, che però mette al momento a disposizione gratuitamente tutti i suoi contenuti “Per aiutare studenti e insegnanti e per supportare la didattica a distanza nel periodo di chiusura delle scuole legato all’emergenza Coronavirus”.
Sul tema degli opendata, segnalo l’iniziativa IoConto, la piattaforma open per i dati pubblici sul Covid-19. Anche loro, però, si sono scontrati con la scarsità dei dati pubblici messi a disposizione dalle istituzioni, chiedendo ai cittadini di attivarsi in prima persona per colmare questa lacuna.
La nota app di videoconferenze Zoom è sotto la lente di ingrandimento delle autorità a causa degli evidenti problemi di privacy ormai noti da qualche giorno. Consiglio fortemente, a tutti coloro che ne fanno ancora uso, di provare altre piattaforme.
L’eroe del giorno è il sindaco di Cecina, che attraverso una ordinanza ha dato il permesso di curare il proprio orto, previa richiesta e rilascio di autorizzazione. Personalmente la trovo una misura di assoluto buonsenso, anche perché chi ha l’orto e si mantiene a distanza da tutti gli altri non vedo quale tipo di problema possa mai causare alla collettività. Speriamo che anche gli altri primi cittadini si lascino ispirare, anche se l’orto vole l’omo morto (detto popolare).
“www.zerozone.it