di Michele Pinassi*
“Idee confuse e acque torbide sembrano profonde.”
(Nicolás Gómez Dávila)
SIENA. Io l’avevo detto: spegnete i social. Invece, i social, sono ancora aperti. Ed è proprio nei social che si scatena il caos, dovuto alle affermazioni e indicazioni contraddittorie che si alternano tra Governo, Viminale, sindaci e presidenti vari. Gli argomenti, come potete ben immaginare, sono sempre i soliti: correre sì, correre no, correre boh. Fuori con il bimbo sì, no, forse. Poco importa se poi ci si accalca tra i banchi del supermercato o fuori dalla Posta. Il “dagli al runner” e “dagli al genitore” non accenna a placarsi.
Assistere alle diatribe su questi argomenti è un misto tra il comico e il deludente. Generalmente c’è chi parte con le invettive, giustificate da un “non ne usciremo mai” o da “voglio tornare a lavorare!” e condito da espressioni più o meno colorite. Poi c’è chi, invece, fa notare che la normativa – piaccia o meno – lo consente, purché da soli e in prossimità di casa. L’altro, allora, non avendo più motivi plausibili per controbattere, si attacca agli psicoreati di orwelliana memoria: “vacci te in corsia se hai voglia di correre!”, “siete i soliti egoisti!” “si muore come mosche e voi pensate alla corsetta!” etc etc etc… la classica strategia di colpevolizzazione morale di chi, per qualche motivo, non si allinea alla vulgata del momento. Sono nel cuore ai genitori runners: su di loro, il destino cinico e baro si è accanito il doppio!
In questo caos, non manca l’informazione sbagliata fornita da alcuni profili istituzionali, che interpretano spesso in modo errato le normative. E così ecco che in coda ai post ufficiali delle Amministrazioni si accalcano decine di sfoghi da una parte e dell’altra, a sobillare un clima di odio e di rabbia come non era mai visto prima. Congratulazioni agli amministratori, eh!
C’è chi sostiene che tutta questa situazione di caos sia, in qualche modo, voluta e cercata. Parlando con un vicino che, approfittando della quarantena, ha riletto 1984 di Orwell, mi ha riferito alcune curiose analogie con gli scenari vissuti dal protagonista, Winston Smith. L’Emmanuel Goldstein, nemico pubblico numero uno, è oggi incarnato dal runner e dal genitore. Non ho saputo rispondere e sono tornato in casa, per guardare l’ultima puntata del Grande Fratello. Molto più rassicurante di certi vaneggiamenti antagonisti, non trovate?
Comunque, normativa alla mano (DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 9 marzo 2020) e al netto delle chiacchiere, sembra proprio che:
- si può fare attività fisica purché da soli e in prossimità dell’abitazione (la stima che va per la maggiore è di 2-300 mt da essa);
- il genitore può uscire con il bambino minore, intorno casa, rigorosamente da solo ed evitando assembramenti;
Quindi, se volete uscire nel rispetto della normativa, fatelo. Se non volete uscire, state in casa, chiudete le finestre e “un ci rumpiri i cabbasisi”.
Per coloro che non vanno a correre e non escono con i figli, ci sono tante comode attività collaterali da poter fare. In questa quarantena c’è chi ne ha approfittato per
- leggere quel libro che non ha mai avuto tempo di leggere;
- dedicarsi alla cucina, sfornando deliziosi manicaretti (cercando di arrivare in fondo alla quarantena aumentato di una quarantina. Di kg);
- che bello il fai-da-te, non sempre con risultati eccezionali ma sicuramente con taaanta soddisfazione!
- guardarsi la quarta stagione de La Casa di Carta su NetFlix e, magari, riguardarsi anche le altre tre;
- imparare cose nuove e investire su sé stessi, per riuscire a cogliere nuove opportunità professionali;
(Servono altre idee? Vai su acasaafarecosa.it!)
C’è poi anche chi ha trascorso questi giorni di lockdown a fare polemica su Facebook e ad attendere, fremente, i numeri delle 18.
A proposito di numeri, c’è un numero che mi sta sorprendendo. Mai prima d’ora, almeno a mia memoria, si era visto uno spiegamento di forze dell’ordine come adesso! Tanto da poter avere, sul sito del Ministero dell’Interno, tutti i dati quotidiani del servizio di controllo per chi contravviene alle disposizioni CoVID-19! Ho una modesta proposta: nel prossimo DPCM inseriamo, tra i “vietatissimi”, anche quei reati odiosi che tutti noi cittadini subiamo, spesso senza avere giustizia, anche in tempi normali? Roba come “furti in appartamento”, “scippi”, “violenze domestiche”, “truffa”, “gente che parcheggia nel posto auto dei disabili”…
Sempre di più si inizia a parlare della cosiddetta fase-2, quella che -per dirla con le parole del presidente Conte- ci farà “convivere con il virus” (oh, per chiarirsi, io posto in casa per ulteriori convivenze non ce l’ho!). Come ho letto oggi su un articolo a firma di Andrea Bellelli, professore Ordinario di Biochimica, Università di Roma La Sapienza: Ciò che noi stiamo facendo contro l’epidemia, in mancanza del vaccino, è la stessa cosa che fa l’allevatore di galline contro le volpi: chiudere le galline nel pollaio. Coronavirus, quando uscire dall’isolamento? Una riflessione su contagi e immunizzazione – Il Fatto Quotidiano
Devo candidamente ammettere che inizio a sentirmi anche io un po’ “pollo”. Speriamo di non finire in pentola, almeno.
L’esperienza CoVID-19 ha mostrato anche un altro aspetto fin’ora troppo minimizzato ma che, invece, ha una grande importanza nella società 2.0: l’importanza degli opendata. Senza voler entrare troppo nel dettaglio, il poter beneficiare dei dati ufficiali, rilasciati in forma strutturata, da parte delle istituzioni sulla diffusione del contagio ha dato un grande slancio alla creazione di strumenti web di informazione.
Il sito web CoVID-19 visualizer mostra, elaborando gli opendata pubblicamente disponibili,i numeri del contagio in modo visuale. Cliccando su ogni singolo Paese avrete i dettagli sui contagiati, deceduti e sui guariti. Così, insieme ai numeri, potete anche ripassarvi la geografia…
Le eroine del giorno sono le due sorelle che, recatesi in Lombardia per assistere gli anziani genitori poi deceduti, saputo della loro positività al CoVID-19, hanno visto bene di affittare una ambulanza privata e venire a ricoverarsi a Siena, in barba alle disposizioni e al buonsenso. Sono state informate le autorità, che procederanno probabilmente con la denuncia. Io, molto democraticamente e onorando la legge del contrappasso, le avrei gentilmente riaccompagnate in Lombardia. A spese loro, ovviamente. Un dubbio atroce, tuttavia, mi attanaglia: è davvero così facile partire dalla Lombardia e venire fino a Siena?
*www.zerozone.it