Utilizzando software libero e piattaforme alternative si può arginare l'obsolescenza del cellulare
di Michele Pinassi*
“E’ necessario abbracciare il cambiamento se l’alternativa è il disastro” (Elon Musk)
SIENA. Se c’è una cosa che m’infastidisce è avere la netta sensazione che il mio smartphone, in realtà, non sia del tutto “mio”. Odio non poter disinstallare alcune app “preinstallate” e di dover comunque sempre dipendere dal produttore del dispositivo per poter avere gli aggiornamenti di sicurezza del sistema.
A questa frustrazione, difficile da evitare (a meno di non puntare su prodotti di nicchia come FairPhone), si aggiunge l’impossibilità, dopo un paio di anni, d’installare gli aggiornamenti delle applicazioni e di veder, lentamente, “morire” il nostro telefonino.
Non è più un segreto che gli smartphone sono progettati per durare più o meno due anni, complice una politica commerciale dettata, molto probabilmente, dagli scarsi margini di guadagno sulla vendita di questi dispositivi e dalla necessità, quindi, di mantenere un alto tasso di sostituzione (il tutto a spese dell’ambiente). Obbligarci, in qualche modo, a cambiare smartphone è piuttosto facile: si smette di rilasciare aggiornamenti di sicurezza (rendendolo vulnerabile alle minacce cyber), lo spazio disponibile si esaurisce velocemente a causa della “bulimia” delle applicazioni, che non possono più essere aggiornate, e quindi presto molti servizi smettono di funzionare causa “incompatibilità”.
Ad oggi, come dicevo, è difficile riuscire a svincolarsi da questa logica. Praticamente tutti i produttori di smartphone, dai marchi più blasonati in poi, infarciscono i sistemi operativi di bloatware (software spesso inutile che troviamo già pre-installato) che non sempre è possibile rimuovere.
Tuttavia possiamo prolungare sensibilmente la vita del nostro smartphone, che magari funziona ancora benissimo, installando F-Droid (o visitando FossDroid) e sostituendo alcune app con alternative libere (e senza pubblicità) che offrono maggiore compatibilità anche con versioni di Android meno recenti.
Ad esempio, per la posta elettronica consiglio FairEmail, leggero, versatile, libero e gratuito (ovviamente potete effettuare una gradita donazione all’autore di pochi euro per sbloccare alcune funzionalità avanzate).
In alternativa a YouTube, provate NewPipe che, oltre a funzionare benissimo, toglie quell’antipatica pubblicità che interrompe continuamente i video.
Stanchi di far conoscere la vostra posizione a Google? Private Location è l’app che fa per voi e, se volete mantenete il controllo sui permessi concessi alle app e vedere quali trackers includono, provate Exodus (frontend del progetto europeo Exodus Privacy).
Usate Facebook ma non sopportate la pesantezza e invasività della sua app nativa? Provate SlimSocial, sviluppato da un programmatore italiano: leggero, veloce e non divora la batteria del vostro smartphone!
Ho già parlato di sostituire il motore di ricerca di default con DuckDuckGo, che protegge la nostra privacy, e, se state cercando una soluzione VPN per le situazioni più “pericolose”, provate ProtonVPN, offerta dal noto provider svizzero protonmail.
Per finire, se volete fare e farvi un favore, provate a sostiture i link “ufficiali” dei social networks con le alternative privacy-safe: con l’app UntrackMe, i collegamenti a Twitter, Instagram e Youtube saranno automaticamente convertiti nelle alternative libere Nitter, Invidous e Bibliogram.
*www.zerozone.it