ANCONA. Nel 2019 ha ancora senso parlare di blog oppure è arrivato il momento di dedicare a questo strumento di comunicazione l’estremo saluto? Quella che può apparire come una mera provocazione è in realtà una domanda che si pongono numerosi addetti ai lavori: a dir la verità è un interrogativo che ormai è in auge da qualche anno, complice il diffondersi dei social network che sembra aver dato la spinta decisiva per la fine del blog.
Il blog è ancora vivo
La verità è che al giorno d’oggi aprire un blog non solo non è inutile, ma è anche redditizio per le aziende, i professionisti e i marchi che decidono di percorrere questa strada. Naturalmente, questo è vero solo a condizione che il blog stesso possa essere curato con la massima attenzione e venga aggiornato con regolarità. Non si deve pensare che si tratti di uno strumento di facile gestione solo perché fino a qualche anno fa praticamente ogni internauta ne aveva uno. Anzi, il blog richiede un investimento continuo e prolungato, sia in termini economici che dal punto di vista del tempo necessario per la sua pubblicazione. Un investimento che, in ogni caso, è destinato a essere ripagato, con i risultati visibili attraverso l’aumento del traffico organico.
Come deve essere realizzato un blog
Non si può fare a meno, dunque, di un accurato e meticoloso lavoro di ottimizzazione per i motori di ricerca: tutti i post che vengono pubblicati devono servire non solo al pubblico, ma anche a Google. In questo modo, si ha l’opportunità di guadagnare visite che, nel corso del tempo, si possono convertire in clienti. Intanto, il marchio conquista un posizionamento sempre migliore, e in più si fa conoscere presso una platea sempre più ampia. In sintesi, il blog costituisce un’arma che vale la pena di sfruttare per provare a promuovere la propria azienda o la propria attività, di qualsiasi settore si parli. Il blog è defunto solo per coloro che non sono in grado di pianificare e di mettere in atto una strategia di web marketing intelligente nella quale integrarlo. Non è vero che non c’è più spazio per gli autori che sanno scrivere post di qualità.
Il blog è morto, ma solo per qualcuno
Mentre le dirette su Facebook si fanno sempre più numerose e le storie di Instagram assumono un ruolo che non poteva essere previsto fino a poco tempo fa, il blog si fa lentamente da parte solo per chi non può contare su una competenza sistemica e su una conoscenza completa delle dinamiche del web marketing. In un contesto come quello di Internet che è in costante e rapida evoluzione, è ovvio che non ci si può accontentare di soluzioni preconfezionate per avanzate e per eliminare i problemi che via via si palesano. Certo, non si deve commettere lo sbaglio di pensare che un blog vada bene sempre e comunque e sia uno strumento perfetto per tutte le occasioni, perché non è così. Non è detto, per esempio, che tutte le aziende necessitino di questo strumento per riuscire ad arrivare al proprio target.
L’impegno nel tempo
A differenza dell’immediatezza e della rapidità che caratterizza i social, che danno risultati che possono essere misurati in modo istantaneo, il blog ha bisogno di tempo e di una visione sul lungo periodo per poter garantire gli esiti auspicati. Insomma, il blog non è destinato a sparire, ma rischia di estinguersi se continuerà a essere usato in modo sbagliato, sulla base di una prospettiva che non è più attuale ma deve essere aggiornata tenendo conto delle peculiarità del web di oggi.