In Toscana l
I geologi toscani da tempo premono perché la microzonazione sismica sia estesa a tutto il territorio a rischio. «Il problema è che se è relativamente facile intervenire normativamente sulle nuove costruzioni, il nostro patrimonio edilizio storico è quello che è, spesso per quanto riguarda molti edifici pubblici, scuole comprese, in precario stato di manutenzione strutturale: questa volta sembra che ci sia andata bene, ma le aree costruite verranno valutate in maniera più dettagliata, edificio per edificio. Ricordiamoci sempre che il terremoto non uccide, sono le case che crollano addosso agli abitanti ad uccidere. Il lavoro di microzonazione è già stato inserito in alcuni strumenti urbanistici, ma ripeto: il problema è il già costruito. Noi possiamo fare valutazioni, studi, la Toscana ha fatto molto, ma quello che conta è costruire secondo i criteri di legge, e verificare l’affidabilità del già costruito».
Il terremoto spaventa tutti, perché è immediatamente percepibile, ma non bisogna dimenticare gli altri i rischi geologici, «Lucca guida, con il 31% di aree a rischio, la classifica italiana delle provincie. Sul fronte frane ancora Lucca primeggia con il 23% del territorio ad alto rischio potenziale, Livorno, con il 19,3% del territorio, è capolista nazionale in tema alluvioni» continua Maria Teresa Fagioli. «Per catastrofi idrogeologiche in Toscana dalla fine della guerra al 1989 sono morte 446 persone in 51 eventi, dal 1990 al 2001 i morti sono stati 58, 9 i dispersi, 15 i feriti, oltre 2000 i senzatetto, circa 2.500 gli sfollati. Da notare l’incremento della media di vittime per anno, ed il ridotto numero di feriti. Il territorio trascurato, quando colpisce di solito uccide. Quindi un territorio delicato come quello toscano non può essere abbandonato a sé pena disastri nella migliore delle ipotesi senza vittime», conclude il presidente dei Geologi.