Difficile la penetrazione sul mercato nazionale delle auto elettriche
di Lexdc
SIENA. Ecologia e risparmio non sono binomio da Italia. Nel settore dell’automotive, ad esempio, la rivoluzione può attendere, andiamo tutti a petrolio, tra aumenti del greggio e delle accise. L’auto elettrica non riesce a entrare nel mercato nazionale e le ragioni non mancano. Per primi non ci credono gli amministratori pubblici: la rete delle colonnine elettriche per ricaricare la batteria durante il parcheggio è a zero pressoché dappertutto, e gli incentivi sono al palo.
Eppure grazie ai miglioramenti costruttivi i prezzi delle auto elettriche nuove sono scesi anche nel corso del 2011, e con l ‘aiuto dell’incentivo una vasta categoria di guidatori ambientalisti rimarrebbe affascinata dalla possibilità di avere un’auto elettrica. Nel corso dell’ultimo anno il modello più venduto in Italia è stata la Citroen C-Zero. Ma si tratta di 89 vetture vendute perlopiù ad aziende o enti pubblici, molto come promozione marketing. Il successo Citroen pare dipenda dalla buona disponibilità del prodotto, mentre le rivali iOn Peugeot e Mitsubishi i-Miev si sono classificate dietro. Ma dallo scorso dicembre si è fatta aggressiva la politica commerciale di Renault, che ha immesso sul mercato ben tre modelli totalmente elettrici, più convenienti dal punto di vista dei costi: Kangoo, Fluence e Twizy, una specie di scooter a quattro ruote al prezzo, batteria esclusa, di 8.500 euro, definita dalla Regie “prima city car a due posti 100% elettrica e 100% fun”.
Addirittura la Fluence è dotata, e a nostro avviso è la soluzione più intelligente, della possibilità di sostituzione in tre minuti della batteria scarica con una carica (sistema Quickdrop). Questa operazione è già consentita in Danimarca e Israele. Economica perché eviterebbe la costruzione e installazione di migliaia di centraline elettriche nelle città italiane (un costo che la maggior parte delle amministrazioni locali non è in grado di sostenere in questo momento). E, prevedendo la sostituzione presso la rete dei distributori di carburanti esistenti, si darebbe un futuro anche ad una attività esistente che vede grosse nubi a causa della prevista mancanza di petrolio che non è lontana dal verificarsi con la diminuzione delle riserve mondiali di carburante. Le previsioni vedono per il 2012 ancora ampi margini di difficoltà per lo sviluppo della mobilità elettrica.
La sensibilizzazione del pubblico e l’anima ambientalista non bastano: ci vuole anche una politica lungimirante proprio a dispetto delle difficoltà economiche che il nostro paese sta attraversando. Siamo agli ultimi posti in Europa per immatricolazioni elettriche: nel 2011 appena 296. Mentre, come al solito, i battistrada nel segmento sono le solite Germania e Francia con oltre 2000 vetture in giro sulle strade.