Inserita una speciale protesi ad una 61enne
SIENA. Innovativo intervento di chirurgia vertebrale mininvasiva effettuato a Siena, all’ospedale Santa Maria alle Scotte. Per la prima volta, presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Neurosensoriali dell’AOU Senese, diretto dal professor Alessandro Rossi, è stata impiantata per via percutanea, su una donna di 61 anni, una speciale protesi all’interno di un corpo vertebrale per ricostituire la struttura ossea distrutta da un grave processo di erosione. Questo particolare ed innovativo intervento, eseguito in équipe dal dottor Matteo Bellini, neuro-interventista vertebrale presso la UOC di Neuroimmagini e Neurointerventistica, è stato condotto sotto guida fluoroscopica con angiografo biplano rotazionale, in anestesia locale, senza traumatiche operazioni chirurgiche e senza necessità di applicare stabilizzatori interni sulle vertebre.
“La vertebra – spiega il dottor Bellini – era destinata a collassarsi e quindi a subire un crollo vertebrale, con gravi conseguenze sul midollo spinale e relativo dolore e paralisi degli arti inferiori. Nelle condizioni cliniche nelle quali si trovava la paziente l’intervento chirurgico convenzionale di stabilizzazione vertebrale a cielo aperto era controindicato. L’impianto si avvale di una tecnica che consente di posizionare intorno alla vertebra un particolare materiale plastico biocompatibile che viene modellato, in modo da ricostruire la parte esterna della vertebra mancante e di iniettare poi, al suo interno, uno specifico cemento osseo permanente. L’esito del trattamento è stato ottimo e senza alcuna complicanza”.
Queste tecniche percutanee minimamente invasive possono rappresentare le opzioni di trattamento più appropriate per il trattamento di lesioni erosive vertebrali, come ad esempio metastasi vertebrali ad alto rischio, e possono essere impiegate in combinazione con altri trattamenti come la radioterapia e la chemioterapia, massimizzandone l’effetto curativo.
“La vertebra – spiega il dottor Bellini – era destinata a collassarsi e quindi a subire un crollo vertebrale, con gravi conseguenze sul midollo spinale e relativo dolore e paralisi degli arti inferiori. Nelle condizioni cliniche nelle quali si trovava la paziente l’intervento chirurgico convenzionale di stabilizzazione vertebrale a cielo aperto era controindicato. L’impianto si avvale di una tecnica che consente di posizionare intorno alla vertebra un particolare materiale plastico biocompatibile che viene modellato, in modo da ricostruire la parte esterna della vertebra mancante e di iniettare poi, al suo interno, uno specifico cemento osseo permanente. L’esito del trattamento è stato ottimo e senza alcuna complicanza”.
Queste tecniche percutanee minimamente invasive possono rappresentare le opzioni di trattamento più appropriate per il trattamento di lesioni erosive vertebrali, come ad esempio metastasi vertebrali ad alto rischio, e possono essere impiegate in combinazione con altri trattamenti come la radioterapia e la chemioterapia, massimizzandone l’effetto curativo.