Coldiretti: lo chiede il 96% dei consumatori, più tutela per imprese, ambiente e territorio
FIRENZE. A livello di Unione Europea l’atteggiamento è incerto e contradditorio perché si obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, stesso discorso per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, come pure per la frutta fresca ma non per i succhi, per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta.
“Il nostro Paese e la Toscana in particolare – dice Tulio Marcelli presidente di Coldiretti regionale – è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ed ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme per arrivare ad avere etichette sempre più trasparente in tutti i settori merceologici”.
E’ questo quanto si afferma in casa Coldiretti in riferimento anche alla giusta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei due decreti interministeriali per introdurre in via sperimentale l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta, firmati dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda, senza attendere il via libera UE.
L’etichetta di origine obbligatoria – sottolinea la Coldiretti – mette fine all’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy e risponde alle esigenze di oltre il 96% degli italiani che chiedono venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.
“L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della nostra Organizzazione – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa a tutela dei consumatori, delle imprese e dei territori, ma – continua De Concilio – molto resta da fare perché l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio”.
L’Italia sotto il pressing di Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte a lunga conservazione e derivati. Il 7 giugno 2005 tale obbligo era già entrato in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’origine in etichetta era scattata per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 è divenuta obbligatoria l’indicazione dell’origine per la passata di pomodoro. A livello UE – continua la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto: tutti provvedimenti che hanno reso più efficaci i controlli e meglio individuabili i prodotti su cui intervenire, garantendo i consumatori ma preservando i diversi comparti da danni spesso irreversibili.
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l’indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova
Miele
Passata di pomodoro
Pesce
Extravergine di oliva
Latte/Formaggi
Pasta in itinere
Riso in itinere
(FONTE ELABORAZIONI COLDIRETTI)