Il contratto interessa nella sola provincia di Siena 11mila lavoratori
SIENA. Siglato in nottata l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli operai agricoli e florovivaisti che nella sola provincia di Siena interessa oltre 11mila lavoratori. A Roma anche il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli, membro della delegazione trattante il rinnovo di Confagricoltura Nazionale.
“Un atto di responsabilità che evidenzia più che mai l ’impegno e la serietà delle aziende agricole, figure principali del comparto primario che in questi ultimi anni è stato in prima linea e che ha subito ed ha attraversato momenti davvero critici” spiega Cavicchioli.
Dal punto di vista normativo merita rammentare la possibilità di utilizzare la flessibilità dell’orario di lavoro anche per la vendita diretta, per le fattorie didattiche e per le manifestazioni fieristiche. “Un passo significativo e necessario sottolinea in merito Cavicchioli -; il settore è in continua evoluzione e le norme devono essere confacenti alle necessità; è fondamentale anticipare i fabbisogni ed evitare faticose rincorse. Questa possibilità agevola la gestione del personale e l’ottimizzazione delle lavorazioni in favore di un’organicità alla base della competitività richiesta da un mercato sempre più concorrenziale. L’incremento economico è stato suddiviso su tre tranches, al fine di permettere una gradualità del costo, che rimane tuttavia molto impegnativo. L’inflazione si è fatta sentire. E’ stato richiesto davvero un grande impegno alle aziende. Rimangono tuttavia ancora da risolvere le criticità legate alla carenza della manodopera. Negatività che attraversa tutti i settori produttivi, nessuno escluso. Qui è necessaria e doverosa un’attenta riflessione e gli interventi non possono essere più procrastinabili – evidenzia il direttore di Upa Siena -. La ripresa economica, la possibilità di conquistare nuovi mercati con una costante presenza dei prodotti, viene messa a rischio e condizionata da questa carenza sempre più strutturale e nefasta. Dobbiamo avere il coraggio di intervenire e di riconoscere che alcuni provvedimenti, tra l’altro molto costosi per la collettività, hanno segnato il passo e non sono stati efficaci per come auspicato: il reddito di cittadinanza su tutti.
Le aziende – conclude Cavicchioli -, hanno dato ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, ulteriore ed ennesima prova e dimostrazione di buon senso e responsabilità per un presente comunque incerto e per un futuro certamente non scevro da cupe nubi”.