Coldiretti rinnova l’invito alla Regione Toscana ad alleggerire le procedure di gestione e competenza, dei piccoli laghetti che, proprio a causa di normative pesanti e vincoli, sono stati abbandonati
TOSCANA. L’arrivo della pioggia ed il ritorno della neve sull’arco Appenninico con le cime che finalmente imbiancate allontanano lo spettro della siccità dopo il caldo anomalo di inizio 2024 che ha fatto risvegliare in molte aree della regione in anticipo la natura: dagli alberi da frutto alle erbe spontanee, dalle mimose agli ortaggi precoci. Uno scenario di grande variabilità che sta destabilizzando gli agricoltori costretti a fare i conti ora con eventi climatici sempre più frequenti e violenti e lunghi periodi di caldo e scarsità di precipitazioni che mettono a rischio le coltivazioni. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Toscana in seguito alle abbondanti precipitazioni che sta interessando gran parte della regione causando disagi e preoccupazione.
L’arrivo della neve in questa stagione – precisa Coldiretti Toscana – è importante per l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”, perché insieme alla pioggia garantisce acqua alle campagne. Mentre il freddo è necessario per fermare le popolazioni di insetti, dannose per le colture, che potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera. L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – ricorda Coldiretti Toscana – ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 5.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm.
In questo senso Coldiretti Toscana torna a rinnovare l’invito alla Regione Toscana di mantenere l’impegno preso nel 2022 alleggerendo tutte quelle procedure di gestione, e di competenza, di migliaia di piccoli laghetti che, proprio a causa di normative pesanti e troppi vincoli, sono stati abbandonati dagli agricoltori e dagli allevatori.
“La quantità di pioggia che cade sulla nostra regione è più o meno la stessa ma sono le modalità che sono diverse. Le precipitazioni sono più intense e concentrate in pochi giorni e questo significa sprecare una risorsa sempre più preziosa ed indispensabile. E’ per questa ragione che bisogna arrivare a salvare il 50% della pioggia per metterla a disposizione delle colture agricole partendo dal recupero di 16 mila piccoli invasi censiti nella nostra regione che la burocrazia ha svuotato e che possono rappresentare una ipoteca sul futuro della nostra agricoltura e dei territori. – spiega la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – Si tratta di laghetti ed invasi aziendali che sono già presenti, ma dismessi, che non assicurano solo acqua all’agricoltura nel momento del bisogno, per la produzione di cibo, ma sono un presidio di prevenzione e lotta agli incendi. Chiediamo alla Regione Toscana di accelerare sulla semplificazione proseguendo il lavoro iniziato nel 2022. Sono decisioni che non possono più essere rimandate oltre: siamo alla vigilia, probabilmente, di un’altra estate siccitosa che rischia di compromettere, per il terzo anno consecutivo, la piena capacità delle imprese di produrre cibo per tutti noi”.
Per informazioni https://toscana.coldiretti.it/