930 mila cittadini vivono in aree a rischio idraulico elevato. Consumati 141 nuovi ettari di superficie nel 2022
TOSCANA. Sono già 16 gli eventi estremi che si sono abbattuti dall’inizio dell’autunno in Toscana dopo la sesta estate più calda dal 1955. La nuova ondata di maltempo che ha fatto scattare l’allerta arancione in gran parte del territorio regionale dove le piogge sono incessanti con punte che hanno superato in Lunigiana i 150 mm in 24 ore provocando diverse frane, alberi caduti e problemi alla viabilità. La sempre più ricorrenza dei fenomeni estremi e l’eccessivo consumo di suolo unito all’abbandono delle aree rurali montane pongono la Toscana in una posizione di estrema fragilità con il 100% dei comuni che si trovano in aree a pericolosità frana ed idraulica elevata. A dirlo è Coldiretti Toscana in seguito al peggioramento delle condizioni meteo per temporali forti e pioggia diffusa sulla base dei dati Eswd (European Severe Weather Database).
I grandi disagi causati dalla abbondanti precipitazioni e la frequenza degli eventi estremi sempre più caratterizzati da forti nubifragi e bombe d’acqua fanno emergere le criticità idrogeologiche di un territorio che prosegue purtroppo la sua pericolosa corsa al consumo di suolo con oltre 141 ettari di nuove aree artificiali ed impermeabili realizzate nel 2022 secondo l’ultimo rapporto Ispra che da un lato contribuiscono all’aumento delle temperature soprattutto nelle aree urbane e dall’altro espongono la popolazione al rischio alluvioni con 930 mila cittadini che vivono in aree a rischio idraulico elevato e al rischio frane che invece riguarda complessivamente da vicino 1,5 milioni di persone. Il primato tra le province toscane più a rischio è Grosseto che ha la maggior estensione di territorio a rischio idraulico con 684 chilometri quadrati di superficie e 881 a rischio frane P2 e P3. Livorno ha invece il primato per la percentuale più alta di territorio a rischio idraulico: il 44%.
Per questo – continua Coldiretti Toscana – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. In Toscana il 40% della superficie agricola abbandonata tra il 2010 ed il 2020 si trova nelle zone montane dove viene a mancare la manutenzione idraulico-agraria, cura e controllo da parte degli agricoltori contribuendo al verificarsi di fenomeni franosi e di aggravare.
Per Coldiretti Toscana “occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”. Ma servono anche investimenti grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.
Per informazioni www.toscana.